Un settembre padovano a sei corde - il Festival Homenaje

La città di Padova è da sempre profondamente legata al mondo della musica. Proprio nella “Città del Santo” sono nati l’inventore del pianoforte, Bartolomeo Cristofori, e Arrigo Boito (letterato Scapigliato, compositore e librettista di Giuseppe Verdi), ma non bisogna dimenticare che ha anche ospitato per lungo tempo un compositore e virtuoso del violino come Giuseppe Tartini, o ancora che sia stata una delle tappe dei viaggi in Italia di Wolfgang Amadeus Mozart e di suo padre Leopold, nel 1771.

Ma la storia musicale di Padova prosegue e si rinnova ancora oggi grazie a manifestazioni del calibro del Festival Internazionale di Chitarra Classica “Homenaje”. Nel composito programma della terza edizione, che si svolgerà dall’8 al 16 di settembre 2023, figurano concerti, incontri, dibattiti, lezioni, laboratori di nuova musica e di nuova ricerca nel campo della composizione e della liuteria, dedicati alla chitarra classica.

Il giovane e brillante direttore artistico, Giacomo Susani – che proprio per la sua attività di promozione e di organizzazione del Festival riceverà il prossimo 7 ottobre la prestigiosa Chitarra d’Oro, nell’ambito del 28° Convegno internazionale di chitarra di Milanovuole tributare un grande omaggio (“Homenaje”, per l’appunto) “alla chitarra come strumento, alla sua storia, al suo repertorio, al suo futuro“, ma le ragioni dietro al nome del Festival sono molte.

“La primissima edizione è stata chiamata “Homenaje” anche in omaggio alla memoria di Paolo Muggia, che è stato il mio primo Maestro di chitarra ed era mancato da poco tempo. Muggia aveva fondato a Padova, negli anni d’oro della sua attività, il Centro Chitarristico Padovano, che aveva portato a suonare tra gli altri anche David Russell alla Sala dei Giganti e persino Julian Bream. In senso più profondo il titolo è legato all’Homenaje di Manuel De Falla e a quello che questo brano così importante porta con sé come significato dal punto di vista del repertorio e di un certo tipo di approfondimento nei confronti delle possibilità espressive, compositive e tecniche della chitarra. Simbolicamente, partendo da Miguel Llobet – senza volersi legare in modo indissolubile alla sua estetica – l’idea è creare un filo che riporti a un’origine arcaica di un’idea di suono della chitarra che si proietti verso il futuro.”

 

Il chitarrista e compositore Giacomo Susani, direttore artistico del Festival “Homenaje”

 

In quest’ottica, le Masterclass con grandi concertisti e didatti della chitarra di oggi – nomi del calibro di David Russell, Stephen Goss, Jason Vieaux, Giampaolo Bandini, Antigoni Goni e lo stesso Susani, protagonisti degli appuntamenti concertistici – sono un esempio fondamentale di slancio verso il futuro.
Ma il futuro non si costruisce solo attraverso insegnamenti tecnici, strumentali e di pensiero musicale, bensì anche e soprattutto favorendo l’incontro e intessendo relazioni significative. Secondo Susani, infatti:

“Al di là della lezione in sé, lo spirito è quello del contatto, dell’avvicinare i giovani ai protagonisti del Festival – uno spirito in comune con il Barco Teatro, principale sede e promotore del Festival, che si è sempre sforzato di avvicinare il più possibile il palco alla platea. Gli studenti del Festival, dopo i concerti, sono invitati a cena all’interno dello stesso teatro e hanno l’occasione di continuare ad approfondire la conoscenza degli interpreti.”

L’offerta del Festival “Homenaje”, però, non si limita alla didattica e al concertismo ma si presenta sfaccettata e composita, osservando la chitarra in tutte le sue possibili dimensioni.

“Fin da subito per il Festival ho voluto far emergere altri due aspetti oltre a quello dell’interpretazione – quello della liuteria e quello della composizione –, presentando questi diversi ambiti della medaglia che insieme convergono alla realizzazione del pensiero musicale: il compositore, colui che crea, entra in contatto con un interprete, e anche lui a suo modo crea, perché esegue e collabora col compositore nella realizzazione di un brano scritto per uno strumento che è materiale, costruito da un liutaio. Sempre tornando all’Homenaje, questo brano è simbolico di un momento storico in cui c’erano degli interpreti (Llobet), c’erano dei compositori (Falla) che scrivevano musica pensata per uno strumento che in questo caso era la chitarra di Antonio de Torres. Questo triangolo per me è molto affascinante ed è importante anche nel rilancio del futuro della chitarra, per stimolare una ricerca che tenga presente tutto questo; questa ricerca più di tutte è quella che, a mio avviso, riesce a portare nuovo repertorio e nuove idee in campo.”

Nell’ambito della liuteria, è da segnalare la conferenza del 12 settembre a cura del Maestro liutaio Gabriele Lodi, con la partecipazione di Giacomo Susani. In occasione del restauro di una chitarra del liutaio Pietro Gallinotti, che era di proprietà di Paolo Muggia, e attraverso l’esposizione di altri strumenti, si affronterà il tema della costruzione della chitarra tra Spagna e Italia nel ‘900, passando dall’analisi alla vera e propria prova in sala.
Rispetto alle scorse edizioni, invece, è il polo della composizione ad espandersi e arricchirsi di nuove iniziative.

“Abbiamo inaugurato, a partire dallo scorso anno, l’iniziativa di commissionare nuove commissioni. Il primo è stato un brano per pianoforte e chitarra scritto dal compositore Francesco Antonioni [Dialoghi dell’assenza], che ho eseguito io con Leonora Armellini in collaborazione con il Festival Pianistico Bartolomeo Cristofori. Quest’anno Stephen Goss, chitarrista-compositore, sta scrivendo un brano per chitarra sola.”

Nel contesto della seconda delle conferenze in programma, quella del 15 settembre, che vedrà protagonisti lo stesso Goss insieme ad Antonioni e con la moderazione di Susani, il brano sarà il punto di partenza per una rinnovata riflessione sul processo di interazione e collaborazione creativa tra compositore e interprete. 

“Lo presenteremo in forma aperta, incompleto, e approfondiremo quella che può essere la relazione tra il compositore e l’esecutore (che sarò io) e come insieme conducono il lavoro di scrittura del pezzo e la presentazione al pubblico. L’idea è quella di fermarci in mezzo al lavoro per far vedere quale può essere una modalità di interazione e anche per dimostrare che spesso i compositori sono aperti a una partecipazione, non tanto nella scrittura quanto nello scambio di idee e consigli, da parte degli esecutori per cui scrivono. In questo caso presenteremo degli abbozzi, dei veri e propri temi (Goss sta scrivendo un articolato tema e variazioni) per vedere quali possano essere i possibili sviluppi di queste idee iniziali. Insomma, vogliamo trattarlo proprio come un workshop, durante il quale possono venire potenzialmente altre idee, e intendiamo aprirci al pubblico, in modo da stimolare l’entusiasmo nei giovani al voler contattare i compositori e a volerci lavorare con lo stesso spirito. Questo evento rientra nel progetto della rottura della barriera, di contatto tra gli studenti, il pubblico e chi è sul palco. La musica è un’espressione intellettuale, ma c’è anche un aspetto molto pratico che è quello della creazione del suono, e quindi di laboratorio, di confronto e riflessione. La partecipazione, il coinvolgimento, la condivisione sono cose importanti.”

 

© Festival “Homenaje”

 

E a proposito di condivisione, il Festival “Homenaje” consolida quest’anno la collaborazione con il Festival Pianistico Bartolomeo Cristofori, con l’obiettivo di rimpinguare il repertorio per la formazione chitarra e pianoforte. La comunione d’intenti con il Cristofori è, in questo senso, un’ importante occasione per dare nuova linfa a questo organico attraverso la commissione di nuova musica

“E’ un repertorio molto particolare che ha già dei brani, anche se molto pochi, e che però ha molto potenziale. Lo dimostra il successo della collaborazione con Antonioni l’anno scorso. Quindi ecco, soprattutto oggi, attraverso delle caratteristiche estetiche del pensiero musicale di certi compositori e grazie al progresso tecnologico per quanto riguarda le tecniche di amplificazione – molto sofisticate e anche molto fedeli –, si ha come risultato un dialogo molto affascinante. La chitarra e il pianoforte sono strumenti in un certo senso simili, ma hanno caratteristiche timbriche ed espressive profondamente diverse. Il contrasto felice tra i due, secondo me, può essere generatore di molte idee e in questo senso il repertorio contemporaneo è una grande risorsa. Nel brano di Antonioni (Dialoghi dell’Assenza) i due strumenti sembrano essere isolati ma in realtà sono sempre benissimo amalgamati, e l’ha scritto con una tale capacità che si riesce ad eseguire anche senza amplificazione.”

 

© Festival Bartolomeo Cristofori

 

Ma come avviene per ogni altra performance musicale, anche il luogo in cui si ascolta questo duo fa la differenza. Trovo parecchio azzeccata la scelta di proporre questo appuntamento concertistico non in una sala concerti ampia e, potenzialmente, dispersiva, ma in un luogo più raccolto quale il Barco Teatro e con un mood più intimo e informale. Il ciclo “Bar-Tolomeo” del Festival Cristofori, articolato in 4 concerti di musica contemporanea per pianoforte da svolgersi in seconda serata, si presenta come un’esperienza di fruizione interessante e meno ingessata, poiché si avrà la possibilità di ascoltarli gustando cocktails “a tema” preparati espressamente per le varie occasioni da Blended-Padova. Il 16 settembre, ultimo giorno di attività di “Homenaje”, si inizia proprio il concerto per chitarra e pianoforte di Antonino Fiumara (pianoforte) e Flavio Nati (chitarra), che oltre a una nuova commissione a cura di “Taverna Maderna” (Shirakami-Sanchi di Leonardo Mezzalira) prevede l’esecuzione dei “Dialoghi dell’assenza” di Antonioni.
Ancora una volta si nota quanto La partecipazione, il coinvolgimento, la condivisione sono cose importanti.

Vi invitiamo dunque a non perdere questa rara occasione di avvicinarvi, di conoscere e di scoprire la chitarra da queste diverse prospettive.

© Festival “Homenaje”

Per tutte le info sulla programmazione, vi invitiamo a visitare il sito web del Festival ma anche i canali Facebook e Instagram.

Marco Surace

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