Taneev, il fuorisede
di Alessandro Tommasi - 22 Novembre 2021
Nel gennaio di questo 2021 uscì un mio pezzo dedicato al grande compositore, pianista e didatta russo Sergej Taneev, dopo anni passati a raccogliere con gran difficoltà materiali. Nonostante la centralità di Taneev nella vita musicale russa tra Otto e Novecento, infatti, sul musicista sono disponibili pochissime informazioni, una manciata di saggi e di scritti e qualche libretto di CD. Il principale problema è che, nonostante Taneev fosse il pianista di riferimento di Čajkovskij dopo la morte di Nikolaj Grigor’evič Rubinštejn, nonostante la sua musica fosse tenuta in alta stima da musicisti tanto dei circoli moscoviti quanto di quelli pietroburghese, nonostante Taneev sia stato docente di Skrjabin, Rachmaninov, Metner, Glière e, in poche occasioni, persino di Prokof’ev, quasi niente del gran numero di approfondimenti è stato mai tradotto dalla lingua in cui questi son stati scritti: il russo.
Per quello rimasi particolarmente stupito quando, in seguito all’uscita del pezzo di gennaio, mi contattò l’altra parallela Linda Iobbi per chiedermi cosa ne pensassi di proporre al pubblico di Quinte Parallele una traduzione dall’epistolario. Questo progetto si concretizzò poi con l’arrivo di Lara Martelozzo, pochi giorni dopo: per i mesi successivi le due hanno attentamente e alacremente tradotto lettera per lettera, così da poter finalmente arrivare oggi a questo nostro articolo.
Ma cosa state dunque per leggere? Dall’ampio epistolario di Taneev, abbiamo selezionato una particolare sezione: le lettere ai genitori (e in particolare alla madre). Come accennavo nel mio articolo, il grande talento pianistico di Taneev lo portò molto presto ad affrontare viaggi e tournée all’estero che lo misero in contatto con alcuni dei più grandi musicisti ed intellettuali del suo tempo, sia stranieri, sia emigrati russi. È questo il caso anche del viaggio a Parigi, che Taneev affrontò nel 1876-77, ossia ad appena 20 anni. E cosa c’è di più interessante, dunque, che leggere le lettere che il giovane Taneev spediva a casa dalla grande capitale della cultura europea? L’affresco che ne esce è vivace e curioso e svela interessanti retroscena non solo sugli incontri di Taneev a Parigi (in particolare con Turgenev), ma soprattutto su come pensava e come viveva un giovane musicista russo all’estero, dalla sfida di trovare il giusto appartamento farci stare l’indispensabile pianoforte, alle riflessioni sulla carriera presente e futura, fino alla coscienziosa gestione delle finanze che i genitori gli inviavano dalla patria perché potesse avere di che mangiare (e bene, a giudicare dalla soddisfazione di Taneev stesso).
Questo articolo è in realtà il primo di due. Il secondo (più breve) sarà ambientato otto anni più tardi, e vedrà il compositore viaggiare non per concerti, ma per quei bagni termali così comuni nell’800 e per il puro gusto di fare il turista in giro per il Caucaso. Entrambi gli estratti sono tratti dalla grande raccolta del 1951 curata da V. A. Ždanov. Anche le note del curatore sono state attentamente tradotte, così da permettere di cogliere meglio riferimenti a fatti e persone, oltre che ad ulteriori lettere che spero possano venire presto tradotte.
È la prima volta che Quinte Parallele pubblica la traduzione di un epistolario come articolo e spero che non sia l’ultima. Il lavoro magnifico che Linda e Lara hanno compiuto nei mesi passati ci permette per la prima volta di leggere in italiano queste lettere e di gettare un po’ di luce non solo sulla figura di Sergej Taneev, ma più in generale sulla vita (musicale e non solo) di un giovane pianista nel secondo Ottocento. Alle due traduttrici va dunque tutta la mia gratitudine, con la speranza che questo lavoro non si fermi e continui ad arricchirci di materiali per studiosi, curiosi e appassionati.
Alessandro Tommasi
1
[Berlino, 14/26 ottobre 1876]
Giovedì (non so che numero)
Adesso siamo a Berlino, in stazione. Tra un’ora riprendiamo il viaggio. Domattina saremo a Parigi. Siamo rimasti un giorno nella tenuta dei Bogomolec, parenti di Paris (vicino alla stazione di Antonopol’[1]), i quali a loro volta tra due settimane verranno a Parigi. Domani o dopodomani vi scriverò da Parigi.
S. Taneev
[1] Villaggio situato nella oblast’ di Vinnizkaya, nell’attuale Ucraina.
Nota del curatore: Criteri adottati per la datazione: la data della lettera seguente corrisponde al giorno dell’arrivo a Parigi, ovvero il giorno successivo alla lettera riportata qui sopra.
2
Parigi, 27 ottobre (nuovo stile [1]) [1876]
Mia amatissima mamma,
Siamo arrivati qui oggi e oggi stesso mi sono trovato un appartamento. Mi ha aiutato Kalam, il precettore dei Bogomolec, i parenti di Paris. Siamo stati nella loro tenuta per un giorno (ve ne scrissi da Berlino). Mi hanno offerto, finché sarò in cerca di un appartamento, di stare nella stanza che affittano al precettore del figlio. Dal momento che in questo periodo non si trovano a Parigi, precettore e figlio vivono nel loro appartamento, e questa stanza rimane quindi vuota (si trova di fronte al loro appartamento). Ora sto scrivendo proprio in questa stanza e mi preparo per andare a dormire.
Io e Kalam* siamo stati in giro per Parigi alla ricerca di un appartamento dall’una alle sei. L’abbiamo trovato. Eccovi l’indirizzo: Hôtel de Macon, Rue de Vaugirard, 3 (il numero dell’interno non lo ricordo, ma poco importa: per scrivermi, basterà il solo indirizzo). L’appartamento è a buon mercato: quarantacinque franchi, domestica inclusa, anche se la stanza è davvero molto piccola, non c’è dove girarsi e ci sarà ancor meno spazio quando porteranno il pianoforte. Ma non fa niente: almeno potrò restare più a lungo a Parigi. Una città così bella non l’avevo ancora vista! Tra due settimane vi scriverò per dirvi come andranno le cose. Aspetto una vostra lettera.
Abbraccio voi e papà.
S. Taneev
* Prima Kalam studiava teologia, è stato per sei mesi pastore (ha soltanto venticinque anni), dopodiché ha abbandonato la teologia e ora studia i geroglifici egiziani. Tra due anni vuole diventare professore di lingua egizia. (nota di Taneev)
[1] Nuovo calendario, ovvero quello gregoriano. Fino alla riforma leninista del 1917 il calendario usato in Russia era quello giuliano.
3
Parigi, 29 ottobre (nuovo stile) 187
Il terzo giorno nella lettera vi avevo inviato il mio indirizzo. Non è quello esatto. Non ho preso quella stanza perché troppo piccola, il pianoforte non vi sarebbe entrato. Ecco il mio attuale indirizzo: Rue Monsieur le Prince 45, Hôtel de la Lozère. Mi ci trasferirò tra tre giorni (mercoledì).
S. Taneev
4
Parigi, 20 novembre 1876
Cari genitori,
Approssimativamente spenderò 100 rubli al mese. Questi i miei conti:
Appartamento 45 franchi
Domestica 5 fr
Pianoforte 60 fr
Cibo per 4 fr al giorno 120f
Teatri e concerti 30 fr
(considerando che ci andrò tutti i giorni)
__________________________________
Totale: 260 fr
Se contiamo che cento rubli sono 310 franchi, al mese mi avanzeranno 50 franchi per la biancheria, l’illuminazione, il riscaldamento, i viaggi sugli omnibus (non viaggio in carrozza) e per le piccole spese. Ieri ho commissionato un nuovo vestito (redingote, gilet e pantaloni) che mi costerà 190 franchi.
Non mi farò il cappotto pesante, qui si sta bene anche con il mio. Per ora uso quello leggero. Sabato sera sono stato ospite da Monod (editore della rivista scientifica Revue historique). È sposato con la figlia minore di Aleksandr Ivanovič Gerсen [1]. Non ho ancora conosciuto musicisti. Studio con zelo, spesso vado a teatro, una volta alla settimana a concerto. Mi sento molto bene.
S. Taneev
Vi abbraccio. Date un bacio ai bambini
[1] Nota del curatore: Olga Aleksandrovna Gercen.
5
Parigi, 6 dicembre 1876
Perdonatemi, miei cari genitori, se sono spesso fonte di preoccupazione per voi. Dimentico sempre quando è stata l’ultima volta che vi ho scritto, non posso dire con certezza se siano passate o meno due settimane dall’ultima lettera. Penso che potrà essere meglio scrivervi non una lettera ogni due settimane, ma due o tre lettere al mese, senza scadenze fisse: voi avrete meno preoccupazioni, e a me verrà più comodo
Due o tre giorni dopo l’ultima lettera che vi ho inviato, è passato da me il padre della vostra governante. Non sono ancora stato da Volkov [1], ma ho iniziato a conoscere i musicisti. Lunedì ho suonato da Saint-Saëns il Concerto di Čajkovskij [2-3]. A casa sua ogni lunedì si incontrano tutti i migliori musicisti e si fa musica per tutta la sera. Io sono spesso ospite. Questo non interferisce con il mio studio: qui le visite si fanno tardi, alle cinque, cinque e mezza, quindi si ha tutto il giorno per fare ciò che si vuole.
Dite ai Maslov che uno di questi giorni troverò il tempo per scrivergli, ma nel frattempo gli chiedo di aggiungere le parole alla musica che trovate alla pagina seguente, e una volta fatto di rinviarmi il foglietto staccato. Sono le canzoni di Selišči [4] che Rimskij-Korsakov pubblicherà nella sua raccolta [5]. Quando stavo a Pietroburgo gli scrissi della musica e promisi di spedire successivamente le parole, ma finora ho dimenticato di farlo. Dite a Volodja [6] che deve senz’altro venire qui per Natale: Paris lo presenterà ai migliori studiosi del posto, a chiunque vorrà.
Per questo mese (dicembre) vi scriverò ancora due lettere, soltanto non so dirvi con esattezza quando.
Vi abbraccio.
S. Taneev
Come va la salute di Polja [7]?
[1] Efim Efimovič Volkov (1844-1920) pittore realista russo.
[2] Nota del curatore: Taneev ha suonato da Saint-Saëns il primo concerto per pianoforte e orchestra di Čajkovskij (in sib).
[3] Fatto raccontato nella lettera n. 12 di Taneev a Čajkovskij.
[4] Cittadina situata nella oblast’ di Brjansk.
[5] Nota del curatore: Raccolta di canzoni popolari russe, autore Rimskij-Korsakov, op.24 (1876). Parte I-II dedicata a V. V. Stasov. Editore Besselja, 1977 (prefazione datata novembre 1877). Le canzoni di Selišči non entrarono in questa raccolta.
[6] Nota del curatore: Vladimir Ivanoviĉ Taneev, fratello del compositore.
[7] Pelagea Vasil’evna Čižova, morta nel 1910, è stata la tata di Taneev.
6
Parigi, 17 dicembre 1876
Mia amatissima mamma,
Vi faccio i miei auguri per l’onomastico di ieri [1]. C’è stata da voi la solita festa? È venuto Viktor Vasil’evič alle dieci di mattina? I Maslov erano in ritardo di un’ora buona per il pranzo come sempre? È stato tutto così, immutato come in questi ultimi dieci anni? E non è forse venuto Niode? Lo penso spesso. Se lo vedete, salutatelo da parte mia.
Qui tutto bene, come sempre. Mi alzo alle nove, studio fino all’ora di colazione. Faccio colazione all’una. Dalle due studio, o fino al pranzo, quando rimango a casa, oppure fino alle quattro e mezza, se ho delle visite da fare. Pranzo alle sette e dopo pranzo torno a casa oppure vado a teatro, o in visita. I miei conoscenti non sono molti, ma tutta gente interessante. Ogni domenica alle due vado a concerto. Oggi sono andato a concerto con Evgenija Nikolaevna Mit’kova; loro (ossia lei e le sue figlie) sono arrivate all’incirca tre giorni fa, e mercoledì partiranno per Roma. Per domani mi hanno invitato nella loro loggia al teatro francese (Comédie française). Ho ricevuto la vostra lettera e i 30 franchi che mi avete inviato, e per i quali vi sono molto grato.
Lo scorso giovedì prima di pranzo sono stato da Turgenev. Mi ha detto che la sera sarebbe andato a trovare una russa, M.me Rachmanova, e mi ha chiesto se volessi conoscerla. Gli ho risposto di sì. Mi ha dato l’indirizzo e mi ha detto di presentarmi lì da lei alle dieci, lui sarebbe arrivato poco prima e ci avrebbe presentati. Sono arrivato alle dieci, ma lui ancora non c’era. Volevo andarmene, ma uscì la padrona di casa in persona e mi invitò ad entrare, presentandomi a tutti. C’erano molti russi. Cinque minuti dopo è arrivato Turgenev: era stato ad un qualche pranzo e vi si era attardato. È alto, più di me, robusto, canuto, con una lunga barba bianca e capelli bianchi. Finora nessuno mi ha mai interessato tanto quanto lui: intelligente, buono, umile, franco, e parla così bene da non voler mai che si fermasse. Siamo rimasti lì fino alla mezzanotte e mezza. Mi ha detto di non farmi problemi e di venirlo a trovare: se sarà impegnato, me lo dirà direttamente.
Se Volodja ha intenzione di venire qui per il Natale, non dissuadetelo. Soggiornare qui è molto economico. Nel quartiere latino, dove vivo, sia l’affitto che il cibo sono economici. Potremmo andare assieme nel mio ristorante*.
Chiedete a Fёdor Ivanovič se desidera che gli tenga da parte un franco d’argento del valore di cinque, con su scritto “republica peruana Lima 1875”[2].
Dite a Varvara Ivanovna che presto le scriverò. Se nel giornale che ricevete o che ricevono i Maslov dicono qualcosa riguardo alla rappresentazione del “Vakula” [3], scrivetemi per favore. Un abbraccio a voi e a papà.
Salutate i nostri e date un bacio ai bambini.
S.Taneev
* La colazione costa 1 franco e 15 centime, mentre il pranzo costa 2 franchi e 5 centime. Mezza bottiglia di vino sono 50 centime. Il cibo è molto buono. (nota di Taneev)
[1] Nota del curatore: il 16 dicembre è il giorno dell’onomastico di V. P. Taneeva.
[2] Nota del curatore: F. I. Maslov collezionava monete rare.
[3] Nota del curatore: Il 24 novembre 1876, presso il Teatro Mariinskij, fu messa in scena per la prima volta l’opera di Čajkovskij “Vakula il Fabbro”.
7
Parigi, 10 [10-16] gennaio [nuovo stile] 1877
Cari genitori,
Ecco il conto dei miei soldi. Avevo mille rubli, che corrispondono a 3000 franchi. Fino al primo gennaio ho pagato tutto: appartamento e pianoforte. Dei 3000 franchi, adesso ne sono rimasti 1780. Questo significa che, tra il viaggio da Mosca e la vita qui, fino a gennaio ho speso 1220 franchi (circa 410 rubli). Se consideriamo che ho anche commissionato il vestito (che mi è costato 200 franchi), comprato due cappelli e un ombrello, allora tutto sommato ho speso poco. I soldi che mi sono rimasti saranno sufficienti ancora per molto.
Sono intenzionato a cambiare appartamento. Vivo molto lontano dai miei conoscenti e impiego troppo tempo in viaggi.
Non ho ancora saputo se Apraksin si trovi qui o meno [1]. Se a giorni lo saprò, vi scriverò.
La figlia maggiore di Aleksandr Ivanovič Gercen [2] vive qui assieme a sua sorella, M.me Monod. Ecco l’indirizzo: 76, rue d’Assas, monsieur Gabriel Monod.
Dite a Varvara Ivanovna che domani vedrò Turgenev e poi le scriverò [3].
Il tempo qui è bello, proprio come in primavera da voi. Oggi sono uscito con il cappotto leggero.
16 gennaio
Finora non ho ancora preso parte a nessun concerto. Fra tre settimane per la prima volta suonerò ad un piccolo concerto che Turgenev ha organizzato come beneficenza per i russi più bisognosi che vivono a Parigi. Leggerà dei frammenti dal suo nuovo romanzo, che verrà pubblicato nel numero di gennaio della rivista “Vestik Evropy” [4]. Il pubblico non sarà numeroso e ci saranno solo russi [5].
Čajkovskij ha intenzione di venire qui per dare un concerto [6]. Se si riuscirà a organizzare, parteciperò sicuramente. Forse, dopo questo mi chiameranno a suonare a un qualche grande concerto, o forse no, non si può mai dire con certezza. Non è affatto da meravigliarsi se spenderò qui tutti i miei soldi e tornerò a Mosca senza nulla, è possibilissimo. Tuttavia, quest’inverno non è andato perso: ho studiato molto assiduamente e spero che, una volta tornato da Parigi, suonerò meglio di prima.
Sono in salute e qui continua ad andare tutto bene.
Vi abbraccio.
S. Taneev
Salutatemi i nostri. Mi dispiace tanto che Volodja non sia venuto.
Polja (mi scrivono i Maslov) non era contenta che nella mia lettera, che avete ricevuto nel giorno dell’onomastico della mamma, non ci fossero gli auguri; ho spedito una lettera con gli auguri il giorno dopo l’onomastico.
Auguri di Buon Anno.
Ho visto Paris. Mi ha raccomandato di salutare Volodja.
[1] N. G. Apraksin, è un membro della famiglia di nobili russi Apraksin. Fu socio del RMO (Russkoe Musykal’noe Obščestvo), ovvero la Società Musicale Russa, di Mosca.
[2] Nota del curatore: Natal’ja Aleksandrovna Gercen.
[3] Nota del curatore: Stabilire se Taneev abbia scritto a V. I. Maslova o meno non è stato possibile. Di Turgenev, Taneev ha scritto a F. I. Maslov nei primi di maggio del 1877 (la lettera è senza data): «Lo vedo spesso, ogni giovedì alle serate di Viardot [Pauline Viardot 1821-1910], e vado inoltre a trovarlo la mattina. “Terra Vergine” non è affatto scritta come avrebbe voluto lui. Se avesse scritto come voleva, la censura non gliel’avrebbe fatta passare. Quello che dice Paklin alla fine, per conto dell’autore, è scritto così per lo stesso motivo: se fosse stato altrimenti, non avrebbero pubblicato il libro. Spesso è toccato cambiare anche le singole espressioni: ad esempio, avrebbe voluto scrivere “il romanticismo della rivoluzione”, e invece mise “il romanticismo del realismo”. Ho chiesto di Fomuška e Fimuška: sono vissute circa vent’anni fa. Mi ha detto il loro cognome ma me lo sono dimenticato. Dice di essere colpevole di anacronismo: le ha collocate in un tempo nel quale in effetti esse non esistevano. Era molto addolorato per le recensioni sulle riviste russe… “Voi come componete, Ivan Sergeevič?” Gli chiesi. “Come compongo? Mi viene alla mente un nuovo racconto, lo appunto e poi inizio a meditarci su. All’inizio è tutto molto sfocato, come nella nebbia, e poi man mano diventa più chiaro. Cercherò per voi il foglietto sul quale ho appuntato la prima idea del mio attuale romanzo [“Terra Vergine”]. Conoscevo un giovane uomo che assomigliava a Nešdanov. La prima cosa che mi è venuta in mente, quando ho immaginato “Terra Vergine”, sono Nešdanov e Marianna, come due punti, sfocati, vaghi. E tutte le persone che ho incontrato da allora ho iniziato ad osservarle secondo la prospettiva di questi due punti”. Poi rovistò nel suo scrittoio, ripescò la carta da lettera sulla quale c’era scritto “Progetto nuovo racconto”, e me lo lesse. Aveva scritto su quel foglietto ben nove anni addietro. Da quel momento iniziò e interruppe la scrittura di “Terra Vergine” per tre volte. Insieme a quel foglietto c’era un elenco dei personaggi coinvolti nel racconto. Quando ci incontreremo vi racconterò cosa sta a significare l’epigrafe “Novi”. Ho letto in qualche giornale che nella nostra patria spesso le lettere arrivano già aperte e ho paura di scrivere nella mia lettera qualcosa che da noi potrebbe essere considerato “terribile”».
[4] “Vestik Evropy”, ovvero “Il Messaggero d’Europa”, fu una rivista politica e culturale russa, a cadenza mensile, attiva dal 1866 al 1918.
[5] Nota del curatore: Il concerto organizzato da Turgenev ebbe luogo il 12 marzo. Turgenev vi lesse dei frammenti dal suo romanzo “Terra Vergine”. Il 15 marzo Taneev scrive a F. I. Maslov: “Il 12 per la prima volta l’ho sentito leggere (il nostro concerto ha finalmente avuto luogo): legge splendidamente! Voi avete letto “Terra Vergine” [pubblicata in “Vestik Evropy”]? Vi è piaciuto? Cosa ne dicono a Mosca?”
[6] Nota del curatore: Il concerto di Čajkovskij non ebbe luogo.
8
Parigi, 2 febbraio 1877
Cari genitori,
Nell’ultima lettera inviata credo di aver sbagliato a scrivere l’indirizzo dei Monod. Ho sbagliato il civico. Ecco l’indirizzo giusto: 76, rue d’Assas.
Ieri e oggi ho girovagato per Parigi in cerca dell’appartamento. Ho visto molte stanze, ma nessuna è adatta. Oggi prima di pranzo sono passato da Turgenev. Ha saputo che non sono ancora riuscito a trovare un appartamento e mi ha dato una lettera per il pittore russo Bogoljubov [1]: mi ha detto che questo Bogoljubov offre i più disparati servizi agli artisti e ai pittori russi che vengono a Parigi e che mi aiuterà a trovare un appartamento. Sono andato subito da lui, che mi ha accolto molto gentilmente e mi ha indicato una serie di posti dove potrò trovarmi un appartamento. Nella primissima casa che mi ha indicato ho trovato una stanza che è due volte la mia attuale, pulita e con a fianco una piccola stanza con il lavandino. L’ho presa immediatamente. È poco più costosa di quella precedente: 50 franchi al mese. Penso di trasferirmi dopodomani. Ecco l’indirizzo dell’appartamento: 73, rue Lacondamine.
Non ho ancora trovato il tempo per sapere di Apraksin. Come mi trasferirò nel nuovo appartamento passerò all’ambasciata russa; dicono che lì conoscano tutti i russi della città.
Presto arriverà Čajkovskij qui [2]. Per favore, mandatemi tramite lui i miei spartiti: un volume con rilegatura verde, piuttosto grande, sul dorso c’è scritto “Schumann, piano”, e poco più in basso “1, 2”.
Non scrivo a lungo perchè sono molto stanco dalla camminata e ho sonno. Presto scriverò ancora.
Mi vergogno di non trovare mai il tempo di scrivere ai Maslov. Domani mi impegno e lo faccio.
Vi abbraccio.
S. Taneev
Salutate i nostri, date un bacio ai bambini e salutate Polja.
[1] Aleksej Petrovič Bogoljubov (1824-1896), pittore paesaggista, specializzato in arte marina, accademico.
[2] Nota del curatore: l’arrivo di Čajkovskij non avvenne. (vedi nota 3 alla lettera n. 7)
9
Parigi, 27 febbraio [1877]
73, rue Lacondomine
Cari genitori,
Scusatemi se per tanto tempo non vi ho scritto: rimandavo giorno dopo giorno, non ne avevo voglia. Sono molto soddisfatto del mio nuovo appartamento e il cibo è molto buono. Faccio colazione e pranzo nella stessa casa dove abito, il che per me è molto comodo, non devo perdere tempo per andare al ristorante. A colazione mi vengono servite due portate di carne e tra una e l’altra c’è della verdura o delle patate, e per finire formaggio, dessert e caffè. A pranzo la stessa cosa, con l’aggiunta della zuppa e senza il caffè. In tutto, per pranzo e cena, pago quattro franchi (vino incluso).
Ho saputo del conte Apraksin. Sono passato al consolato e all’ambasciata russa, ma non avevano il suo indirizzo. Mi hanno detto di chiedere alla chiesa russa (cosa che farò domani o dopodomani), ma hanno aggiunto che è poco probabile che lui (Apraksin) sia qui, visto che se fosse qui si sarebbe presentato all’ambasciata.
Ieri è partito da qui per l’Inghilterra Anton Rubinštejn. È rimasto a Parigi per qualche giorno; sono stato spesso da lui. È partito per l’Inghilterra per tre mesi, nel corso dei quali darà sessanta concerti, cinque alla settimana.
Ho ricevuto da Čajkovskij una lettera: è poco probabile che verrà qui. Scrive che non riesce a trovare i soldi per il viaggio.
Ho mandato in una lettera ai Maslov una romanza [1]. L’hanno ricevuta? Sto scrivendo una lettera a Fёdor Ivanovič, ma per pigrizia non riesco proprio a concluderla [2].
Il concerto che stava organizzando Turgenev doveva avere luogo ieri, ma è stato spostato a data da definirsi [3].
In tutti questi giorni ha fatto parecchio freddo qui. È nevicato due volte, ma ovviamente non ha attaccato. Non ho fatto nemmeno in tempo a vedere la neve.
Ieri sono stato alla serata da M. Kler*, marito della sorella di M.me Bogomolec. Lui organizza serate musicali dove si suonano prevalentemente autori antichi: Bach, Haydn, ecc. Ha una piccola orchestra nella quale suonano dei musicisti molto bravi (tra gli altri, Leonard, che è considerato il miglior violinista locale). Ieri ha cantato M.me Viardot: la sua voce sta invecchiando, ma nonostante ciò canta comunque meravigliosamente. Ho fatto la sua conoscenza e una volta ho pranzato da loro.
A giorni andrò a cercare il ritratto di cui mi scriveva Volodja [4].
Vi abbraccio.
S. Taneev
Salutate i nostri
* Ho suonato il concerto di Mozart durante quella serata. (nota di Taneev)
[1] Nota del curatore: Probabilmente fu inviata la romanza per voce e pianoforte Zapad Gasnet v dali blednopozovoj su testo di A. Tolstoj, scritta da Taneev durante quell’inverno. Inedita.
[2] Nota del curatore: Taneev iniziò a scrivere la lettera a F. I. Maslov il 20 febbraio e la concluse il 15 marzo.
[3] Ebbe luogo il 12 marzo 1877.
[4] Nota del curatore: Evidentemente, a questo periodo risale l’appunto non datato nel taccuino di Taneev degli anni 70: «Cercare alle bancarelle, lungo la Senna, sul lungofiume e nei paraggi delle rue Mazarin, rue de l’ancienne Comédie: ritratto “Robert Lindet, Prieur de la Côte d’Or, Jean Bon de Saint André.”»
10
[Parigi] 4 aprile 1877
Cari genitori,
Vi ringrazio per i duecento rubli, che ho ricevuto intatti. Ho ancora abbastanza soldi, precisamente 680 franchi e un bigliettone da cento rubli, quindi in tutto una cifra attorno ai 1000 franchi, che insieme al denaro da voi inviatomi corrisponde ora a 1600 franchi. In quest’ultimo periodo ho avuto meno spese di prima, è già il secondo mese che non reclamano i soldi per il pianoforte. C’è un motivo per cui questo accade. Avevo questo proposito, che attualmente ho paura a portare a termine, di tenere un concerto tutto mio, al quale invitare musicisti e giornalisti. Quando è stato qui Anton Grigor’evič gliene ho parlato e lui mi ha dato una lettera da consegnare al direttore della fabbrica di Erard [1], Schaeffer [2], affinché questi mi possa dare una sala e mi aiuti ad organizzare il concerto. La sala era già stata prenotata per tutto marzo e tutto aprile, quindi organizzare il concerto non è stato possibile. In seguito, dopo esser stato da Erard con questa lettera, nessuno è più venuto a chiedermi i soldi per il pianoforte.
Credo che non darò mai questo concerto (anche se l’11 maggio la sala sarebbe libera). È stata qui la Timanova [3], e non ha riscosso un gran successo. Ho paura che possa essere così anche per me. Adesso ho voglia di andarmene per tutta l’estate e l’autunno in campagna e continuare a studiare. Per me l’importante è imparare quanti più pezzi, creare un grande repertorio per avere un certo numero di grandi programmi da concerto, dopodiché partire per l’estero e iniziare a condurre una vera vita da musicista: dare concerti, andare a concerti, trasferirmi da una città all’altra. Per questo bisogna studiare con molta diligenza, cosa che ho fatto per tutto questo inverno e che spero di continuare a fare in futuro.
È molto probabile che presto rientrerò in Russia e andrò a Selišči. Quando vanno là i Maslov?
A Fёdor Ivanovič scriverò non appena avrò le informazioni che mi ha richiesto. Spero di ricevere i dati completi riguardanti tutti i libri e i rendiconti relativi ai pagamenti dei contributi di guerra da parte dei francesi [4], ma li riceverò soltanto tra dieci giorni. Ho un conoscente, studente all’École Normale, che a sua volta ha un conoscente che lavora per un banchiere, il quale ricopre un ruolo importante nei pagamenti dei contributi di guerra. Lo studente dell’École Normale vedrà questo suo conoscente domenica e quest’ultimo preparerà l’elenco dei libri utili a Fёdor Ivanovič per la domenica successiva.
Vi abbraccio.
S. Taneev
Salutatemi i nostri e i Maslov, date un bacio ai bambini.
[1] Sébastien Érard (1752-1831), francese, costruttore di strumenti musicali.
[2] Pierre Schaeffer (morto nel 1878), cognato di Erard, dopo la morte di costui, rilevò l’azienda del cognato sotto la richiesta della vedova Erard.
[3] Vera Viktorovna Timanova (1855-1942), è stata una famosa pianista russa. Dal 1877 al 1882 era in tournée all’estero.
[4] Nota del curatore: Taneev si riferisce ai contributi di guerra che la Francia ha pagato alla Germania in seguito alla guerra del 1871.
11
Parigi, 16 maggio 1877
Cari genitori,
Penso che rimarrò qui ancora per un mese. I concerti stanno finendo e per la musica non c’è motivo di restare, ma avrei voglia di visitare il museo del Louvre. Credo che il 15 giugno (secondo il calendario locale) partirò. Il tempo qui è bello, piove raramente, gli alberi verdeggiano lungo i boulevard, mi ricorda la nostra primavera, ma senza quella fanghiglia che c’è da noi.
Il tempo lo passo come al solito: studio fino a pranzo, mentre la sera vado a teatro, a concerto o in visita. Ho cambiato stanza: dal secondo piano (terzo, come diremmo da noi) [1] mi sono trasferito al piano di sotto. Adesso ho una stanza più piccola della precedente, ma comunque spaziosa. Il secondo piano, dove stavo prima, era affittato stanza per stanza, ma poi il padrone ha deciso di fare di tutte le stanze un appartamento. Per questo mi sono dovuto trasferire.
Mangio come prima nella stessa casa in cui abito. Il cibo è molto buono. La domenica, pranzo e passo la serata dai Bogomolec (parenti di Paris). Sono persone molto modeste e buone, da loro mi sento come a casa. A volte il sabato vado in visita dai Monod, mentre di giovedì sono stato dai Viardot. La scorsa settimana sono stato per l’ultima sera da loro. La serata precedente ho cantato da loro il duetto di Gounod, con M.me Viardot, e poi da solo qualche mia romanza. In generale, ho sempre tratto molto piacere da queste serate, più di tutto dal canto della stessa Viardot: non ho mai sentito nessuno cantare così bene, e dubito che mai ne sentirò.
Due settimane fa ho visto da loro Renen [2], Flaubert [3], Henri Martin (lo storico) e Gustav Dorè. Ho conosciuto il famoso paesaggista russo Charlamov, e sono stato nel suo laboratorio.
Turgenev è malato, ha la gotta. È a letto, soltanto ieri è riuscito ad alzarsi e a spostarsi nell’altra stanza. Questo ritarderà il suo rientro in Russia. A giorni andrò in Galleria per la mostra di quadri.
Vi abbraccio
S. Taneev
Salutatemi i nostri, i Maslov e date un bacio ai bambini
[1] Ancora oggi in Russia i piani di un palazzo si contano considerando il piano terra come primo piano.
[2] Ernest Renan (1823-1892), filosofo e storico delle religioni.
[3] Gustave Flaubert (1821-1880), scrittore.
Epistolario tratto da
P. I. Čajkovskij
S. I. Taneev
Lettere
a cura di V. A. Ždanov
Gosudarstvennyj Literaturnyj Muzej
Goskul’tprosvetizdat
Mosca 1951
p.379-p.392
S. I. TANEEV
LETTERE AI GENITORI
1876-1888
(Parte 1 di 2)
Traduzione a cura di Linda Iobbi e Lara Martelozzo