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Un’Enciclopedia per tutte le musiche: intervista a Sandro Cappelletto

di Alessandro Tommasi - 28 Maggio 2025

Nel 2025, anno in cui si celebra il centenario dell’Istituto Treccani, esce un’opera destinata a lasciare il segno nel mondo musicale e culturale italiano: la nuova Enciclopedia Treccani della Musica Contemporanea, oltre 3.000 lemmi e più di 3.000 immagini raccolti in quattro volumi di oltre 800 pagine l’uno. Un progetto imponente, cui hanno collaborato oltre 340 persone, tra cui gran parte della redazione attuale e storica di Quinte Parallele con numerosi collaboratori e redattori a partire dal consulente scientifico dell’Istituto Treccani, Valerio Sebastiani.

Ma l’elemento più innovativo del progetto è che riunisce al suo interno tutte le musiche, senza distinzioni di generi, nell’intento di raccontare una storia della musica dal 1900 al 2025 che sia la più inclusiva ed esaustiva possibile, come voluto dal giornalista e critico musicale Ernesto Assante, scomparso a febbraio 2024 e primo ideatore del progetto, cui si unirà come condirettore Sandro Cappelletto per progettare e infine realizzare l’Enciclopedia.

Per spiegare cosa sia l’Enciclopedia della Musica Contemporanea raggiungo telefonicamente il direttore scientifico Sandro Cappelletto sabato 10 maggio, il pomeriggio dopo la prima presentazione dell’Enciclopedia, a Parma per la Fondazione Toscanini.

Buonasera Sandro, innanzitutto grazie per questa intervista.

Grazie a te. Nemmeno a farlo apposta, mi chiami proprio nel giorno in cui per la prima volta ho visto e toccato i volumi dell’Enciclopedia.

Com’è stato?

L’emozione è stata forte. E poi sono proprio belli questi volumi, sono fatti bene, pieni di immagini. E soprattutto, sfogliandone le prime pagine ti rendi conto di ciò che abbiamo fatto già dall’accostamento di alcune delle prime voci della lettera “A”: Abba, Abbado, Abbey Road.

In effetti l’elemento forse più affascinante di tutto il progetto è proprio aver raccolto al suo interno tante idee di musica, al di là di barriere e definizioni. Com’è arrivata l’idea di questa nuova Treccani?

L’idea è stata di Ernesto Assante che andò da Massimo Bray, direttore generale della Treccani, proponendo di mettere ordine nel flusso continuo di musica cui assistiamo. Viviamo nell’epoca più satura di musica. La musica è dappertutto, senza confini, un fenomeno assecondato dalla moltiplicazione dei mezzi di riproduzione. Bisogna mettere ordine. Ernesto pensava innanzitutto al pop e al rock, che sono mondi in continua ebollizione e scoperta di gruppi, cantanti, ma anche intere nazioni e culture musicali. Treccani ha accolto il suo invito, però ha rilanciato proponendo di metterci insieme anche l’altra musica, quella che chiamiamo classica, d’arte o colta. La sfida era unire, far dialogare gli stili, raccontare la contemporaneità nella sua indiscutibile pluralità. E siamo contenti che questi volumi siano la prima opera del 2025 per Treccani, di cui si celebrano i 100 anni dalla fondazione. Ma soprattutto quest’opera è dedicata alla memoria di Ernesto Assante, che il 26 febbraio 2024 ci ha improvvisamente lasciato. Senza la sua scintilla, senza il suo continuo stimolo, questo lavoro non sarebbe nato.

Come nasce quindi un’enciclopedia? Quali sono i primi passi?

Le regole sono ferree. Si parte facendo un lemmario, l’insieme delle voci dalla A alla Z. Ci siamo messi a redigerlo con Ernesto e siamo tornati dalla redazione Treccani con 6.000 voci. Al che ci hanno giustamente fatto notare che se avessimo fatto 6.000 voci avremmo in realtà 6.000 francobolli, perché in quattro volumi 6.000 voci significa a malapena una paginetta per ogni voce. Quindi abbiamo fatto una cernita, abbiamo raggruppato molte personalità in ampie voci tematiche, siamo arrivati a 3.000 voci e abbiamo fatto approvare il lemmario. Una volta approvato si comincia con l’assegnazione delle voci e sono 344 i collaboratori che hanno reso possibile realizzare questa nuova Enciclopedia. Quando le voci sono state pronte e approvate dalla redazione Treccani, è cominciata l’impaginazione in ordine alfabetico. Nel mentre ci siamo resi conto che la musica ha un fortissimo impatto visivo, quindi ci sono 3035 immagini che scandiscono praticamente ogni pagina di questi volumi.

Com’è stato il lavoro con la redazione Treccani?

Guarda, quando lavori con Treccani e la redazione guidata da Monica Trecca, impari da subito che ti sarà chiesto conto e ragione di ogni data, di ogni virgolettato, di ogni nome. Perché le informazioni, quelle che ci sono, devono essere documentate, esatte, non smentibili. E questo rigore compositivo, in un momento di simile affollamento di notizie, è una grande certezza per chi legge e un grande stimolo per chi scrive, perché sa che dovrà dare il meglio.

Una responsabilità non da poco, che grava sia sulla direzione scientifica che su tutti i collaboratori. Come avviene la scelta?

Si procede intanto con la nomina di alcuni vicedirettori, che nel nostro caso sono stati Andrea Estero, Susanna Pasticci e Simon Reynolds, critico britannico che si è rivelato una scelta azzeccata sia per la qualità della sua scrittura, sia per il suo sguardo sul mondo inglese e statunitense. Poi è stato scelto un comitato scientifico per i vari settori di competenza: etnomusicologia, musica d’avanguardia, cinema, jazz e così via, per una decina di collaboratori che a loro volta hanno dovuto individuare altri collaboratori per redigere le altre voci. Ci sono firme note a livello nazionale e internazionale, voci qualificate in ambito accademico, ma soprattutto ci sono tantissimi giovani studiosi, che sono bravissimi, hanno il polso della situazione, sono avidi di conoscere, di sentire e che hanno una qualità di scrittura già notevole. Mi fa particolarmente piacere che un’iniziativa, una rivista, un mondo come quello di Quinte Parallele sia stato presente praticamente nella sua totalità nella redazione di questa enciclopedia.

Un piacere condiviso senz’altro da tutti coloro che hanno raccolto la sfida per redigere alcune delle migliaia di voci. Ma lasciami iniziare con un po’ delle domande più complesse: qual è il senso di fare un’enciclopedia oggi? Qual è il posto occupato dall’Enciclopedia della Musica Contemporanea?

Tutto questo andava messo in ordine, andavano messe delle date, andavano raccontati quei momenti e quegli artisti, per capire meglio questa fase tumultuosa della storia della musica, in cui non esistono più grammatiche o sintassi di riferimento, in cui regna una grandissima libertà di scrittura – una libertà bella ma anche rischiosa […]

La prendo un po’ larga, vorrei partire leggendoti una serie di parole che per tutti noi significano qualcosa immediatamente legato alla musica e che sono nate dal 1900 e il 2025: jazz, musica afroamericana, pop, rock, punk, techno, house, metal, rap, trap, rave, musica concreta, metodo di composizione con i dodici suoni, serialismo, alea, minimalismo, spettralismo, pianoforte preparato, chitarra elettrica, sociologia della musica, disco, Hi-Fi, colonna sonora, microfono, sound art, world music. Sono tutte parole di uso quasi quotidiano che rimandano a mondi molto precisi. Noi volevamo raccontare quei mondi e rispondere a qualche domanda. Quando sono arrivati in Italia i primi jukebox? Chi è il primo a parlare di Sound Art? Chi conia il termine World Music? Quando si comincia a parlare di strumenti estesi? E non solo: è passato un secolo da quando Schönberg mette a punto il suo metodo, è passato un secolo da quando Stravinskij scrive Pulcinella e prende la svolta neoclassica.

Nel mentre sono nate l’etnomusicologia, l’antropologia della musica, c’è stata una Verdi-Renaissance, una Rossini-Renaissance, una Barocco-Renaissance, sono arrivati i concerti di musica medievale e rinascimentale, tutte idee del Novecento. Tutto questo ora è storicizzato, le polemiche di quegli anni, le contrapposizioni ideologiche, ora sono lì, parte della storia della musica. Quindi possiamo e dobbiamo raccontarle con lo sguardo rigoroso che consente il fluire del tempo. Tutto questo andava messo in ordine, andavano messe delle date, andavano raccontati quei momenti e quegli artisti, per capire meglio questa fase tumultuosa della storia della musica, in cui non esistono più grammatiche o sintassi di riferimento, in cui regna una grandissima libertà di scrittura – una libertà bella ma anche rischiosa, se non hai forme di riferimento rischi di perderti in mille rivoli. E intanto si affaccia il tema forte dell’intelligenza artificiale, cui è dedicata una voce: se le strutture musicali e i testi vengono creati non da un autore o da un gruppo, ma da un software, che fine fa il diritto d’autore? Sono queste le tematiche si aprono.

E non finisce qui, questa Treccani è un’occasione per conoscere mondi e protagonisti, come la Cina, la Giamaica, tante nazioni africane e del Sudamerica. Hanno voci loro dedicate le grandi capitali della musica di oggi, e anche le nazioni. Ne cito una, l’Afghanistan, in cui la musica oggi è proibita. Ci era chiaro fin da subito che non potevamo avere uno sguardo eurocentrico scrivendo questa Enciclopedia. Non ce lo possiamo più permettere. Ora la pressione creativa che arriva da artisti dell’Asia, dell’Africa, del Sudamerica è imponente e con un’urgenza espressiva che non si può ignorare. Questa enciclopedia doveva avere orecchie aperte dappertutto e questo è stato possibile grazie alla rete di collaboratori Treccani.

È un affresco talmente grande da dare il capogiro ed è interessante pensare come questi mondi si incontrino nella medesima enciclopedia. Ma il dubbio che mi pongo è un altro: nell’epoca di internet, mi basta fare una ricerca su qualsiasi motore per trovare una pletora di informazioni senza limiti di spazio e con l’accesso a contenuti multimediale. Tutto lì, pronto, gratuitamente o quasi. Perché dovrei consultare la Treccani?

Ti dirò di più, l’Enciclopedia è unicamente cartacea, non puoi trovarla online. Treccani è la sola casa editrice enciclopedica rimasta al mondo che punta sul cartaceo. Quindi perché consultarla, mi chiedi. I motivi sono due. Il primo, è il rigore delle informazioni. Ovviamente anche online ci sono molti siti su cui si trovano informazioni esatte e affidabili, ma con la Treccani hai la certezza che ciò che stai leggendo sia stato controllato in ogni suo dettaglio. Ogni voce è firmata, c’è sempre qualcuno che ci mette nome e cognome, ci mette la faccia. Il motivo più importante però per me è il secondo: scorrere in ordine alfabetico lettera dopo lettera, voce dopo voce, questi 3.000 lemmi, ti dà il senso della vastità della musica nel mondo contemporaneo. Quasi ogni pagina è una scoperta nuova, sia per gli accostamenti stupefacenti, come quelli che ti menzionavo in apertura, sia per voci di grandissimo interesse e rilevanza. Penso per un esempio alla voce “Voce”: cos’è successo alla voce dal Novecento in poi, dallo Sprechgesang del Pierrot Lunaire alla Sequenza di Berio, fino alle documentazioni dei repertori orali che non conoscono scrittura? E ancora, musica e internet: quando si è capito che internet sarebbe stato un grande diffusore di musica, al punto da soppiantare il cd? Quando è nato l’mp3, quando è cominciato il download, come si è diffuso lo streaming? Tu metti insieme tutte queste voci e hai un panorama di una complessità superiore rispetto a quella che ottieni con una semplice ricerca sulle piattaforme digitali. Anche perché, banalmente, un prodotto come questo, che unisce tutte le musiche con questa ricchezza di informazioni e di immagini, in rete non esiste. È solo cartaceo.

Non temete che questa inaccessibilità possa ridurne l’impatto?

No, anche perché l’enciclopedia è già acquistabile e i primi dati dalla rete di vendita Treccani sono molto positivi. Evidentemente da parte del lettore c’è interesse. La Treccani ha ancora questo valore alto, in molti la acquistano perché convinti che leggendola potranno migliorare il loro grado di conoscenza e questo livello di fiducia giustifica l’investimento economico. Questa enciclopedia inoltre va a colmare un vuoto: se penso ad altre iniziative enciclopediche italiane penso al Deumm degli anni ’80, in cui però mondo pop e rock è quasi completamente escluso. Solo che nei 40 anni che sono passati dal Deumm, il mondo è cambiato.

Hai menzionato il lettore dell’Enciclopedia Treccani. Chi è per te il lettore ideale di questo lavoro?

Questa enciclopedia si rivolge all’appassionato, allo studente, allo studioso, agli interpreti, agli organizzatori musicali (ci sono molte voci sul mercato e sulle istituzioni musicali) e in generale a tutti coloro che vogliono provare a capire che cosa sono stati gli ultimi 125 anni di musica. Io spero che con la vastità di queste voci siamo riusciti a soddisfare le domande, le curiosità e i dubbi di tutta quella vastissima parte di popolazione che chiede alla musica emozioni, condivisione e comprensione. Questa enciclopedia è rivolta a tutti loro.

Alessandro Tommasi

Autore

Viaggiatore, organizzatore, giornalista e Pokémon Master, studia pianoforte a Bolzano, Padova e Roma e management culturale alla Rome Business School e alla Fondazione Fitzcarraldo. È Head of Artistic Administration della Gustav Mahler Jugendorchester e direttore artistico del Festival Cristofori e di Barco Teatro.

Nel 2021 è stato Host degli Chopin Talk al Concorso Chopin di Varsavia.

Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro, dedicato all'opera pianistica di Alfredo Casella.

Dal 2019 è membro dell'Associazione Nazionale Critici Musicali.

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