Peter Maag
di Redazione - 13 Giugno 2019
omaggio al gentiluomo della musica
Uomo colto, mite, magnetico e immerso nel respiro più profondo della musica, Peter Maag è stato un direttore d’orchestra di fama internazionale che ha lasciato nel mondo della musica il ricordo commovente della propria umanità: esempio di quello che ogni grande artista vuole restituire all’Arte con l’amore, l’umiltà e la dedizione infinita. Nasce il 10 maggio del 1919 a Santk Gallen da Konstanze Helene Mayer, violinista e Otto Maag, pastore protestante, musicologo, librettista e temuto critico musicale. Gli zii erano direttori d’orchestra e la nonna materna aveva preso lezioni di pianoforte da Clara Wieck Schumann. Nelle Università di Zurigo, Basilea e Ginevra, Maag studia teologia (con Karl Barth e Emil Brunner) e filosofia (con Karl Jaspers) concludendo gli studi con una tesi su Spinoza. Coltiva insieme gli studi musicali diplomandosi in pianoforte con Czesław Josef Marek e perfezionandosi con Alfred Cortot per il pianoforte e con Franz von Hösslin per la direzione d’orchestra.
A diciannove anni lavora al Festival di Luzern come assistente di Arturo Toscanini nella preparazione della Messa di Requiem di Verdi ma è Wilhelm Furtwängler ad indirizzarlo alla strada del podio, dopo averlo diretto nel Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Diventa presto suo assistente e inizia la carriera come Korrepetiteur. Dal 1943 al 1946 è Kapellmeister nel teatro di Biel – Solothurn, debuttando nel 1945 con Die Zauberflöte. Successivamente diventa assistente anche di Ernest Ansermet all’Orchestre de la Suisse Romande con cui debutta in concerto sinfonico nel 1949. In seguito è Kapellmeister all’Opera di Dusseldorf, dove resta in carica dal 1952 al 1954 e all’ Opera di Bonn dal 1954 al 1959. Debutta nel Regno Unito nel 1958 con Die Zauberflöte di Mozart al Covent Garden e con Le nozze di Figaro a Glyndebourne. “La mia patria è Mozart” dichiarava, e presto ne diventa un interprete autorevole e ancora oggi di riferimento.Il suo debutto negli Stati Uniti risale al 1959 con la Cincinnati Symphony Orchestra, nel 1961 dirige Fidelio al Lyric Opera di Chicago mentre nel settembre 1972 debutta al Metropolitan con Don Giovanni.
In pochi anni è un direttore molto stimato, viene invitato nei principali centri musicali in Europa, in America e in Giappone e cresce anche la sua attività discografica in collaborazione con prestigiose orchestre tra cui, la London Symphony, l’Orchestra della RAI di Milano, di Roma e di Torino, l’Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli della RAI, la English Chamber Orchestra, la Stuttgart Chamber Orchestra, la Philarmonia Hungarica, The Philarmonia Orchestra, The Bern Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro Ristori di Verona e l’Orchestra di Padova del Veneto. Il suo vasto repertorio comprende l’opera e un ampio repertorio sinfonico: Mozart, Mendelssohn, Wagner, Schubert, Cherubini, Gian Francesco Malipiero, Martinu, D’Indy, Tchaikovsky, Grieg, Christoph Willibald Gluck, Massenet, Jacques Offenbach, Maurice Ravel, Brahms, Johann Strauss, Verdi, Saint-Saëns e l’integrale delle sinfonie di Beethoven.
Nel pieno successo della carriera Maag decide di fermarsi e rimanere lontano dai riflettori. Siamo nel 1962 e per due anni non dirigerà:
[blockquote cite=”Peter Maag, Corriere della Sera 17 Aprile 2001″ type=”left”]Decisi che era ora di ritirarmi proprio perché stavo avendo troppo successo – spiegò poi-. Sentivo su di me il pericolo del carrierismo, della vanità, dell’orgoglio, dell’invidia. Così pur essendo di formazione protestante, pensai che il miglior antidoto a quel tipo di insidie potesse essere una salutare immersione in quella religione che più di tutte ti insegna il distacco dalle passioni, il buddismo. Quei due anni trascorsi in una piccola cella a meditare e pregare hanno purificato il mio spirito.[/blockquote]
Dai suoi racconti sceglie di ritirarsi prima sul monte Athos dai monaci ortodossi, poi in un monastero tibetano vicino ad Hong Kong. Ritorna sulle scene nel 1964: è un uomo nuovo e pronto a riprendere l’attività artistica. Viene chiamato come direttore principale della Volksoper di Vienna ed è sempre più spesso impegnato artisticamente nei teatri italiani, Parma (dove ricopre anche il ruolo di direttore artistico dal 1971 al 1976), Torino (dove è consulente artistico dal 1974 al 1976), Milano, Venezia, Genova, Firenze, Verona
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Dal 1984 al 1991 è anche direttore dell’Orchestra sinfonica e del Teatro di Berna. Artista instancabile nello studio e riluttante al divismo, Peter Maag manifesta costantemente il suo rifiuto per il lavoro da routiner e il desiderio sempre più vivo di lavorare «con i giovani e per i giovani». Negli anni ’80 vuole la realizzazione di un laboratorio lirico che guiderà lui stesso:
[blockquote cite=”Peter Maag, La Bottega, 1987″ type=”left”]Riassumendo le esperienze ed impressioni della mia carriera, osservando l’andamento della nuova leva musicale, la carriera frettolosa, spinta, finta, bruciante, rendendomi conto di un livello generale alto in tecnica, ma culturalmente scarso, accorgendomi che nell’educazione musicale di oggi ci sono molte lacune, vorrei contribuire a un auspicabile miglioramento con l’idea della Bottega. Ho scelto questo nome in riferimento alle Botteghe del Rinascimento, dove i Maestri e gli allievi vivevano a stretto contatto di lavoro artistico e di vita.[/blockquote]
Dal 1988 a Treviso nasce, infatti, la “Bottega” (che diventa nel 1997 “Eurobottega”), un laboratorio destinato a giovani cantanti, scenografi, registi e direttori. Un impegno per il quale nel 1995 venne insignito del Premio Toti Dal Monte. Il “suo” progetto, così innovativo in quegli anni, s’ispira alle Accademie rinascimentali per coltivare lentamente i giovani talenti senza bruciarne la crescita artistica. Si aggiungono poi i corsi all’Accademia di Siena, alla Juillard School di New York e l’incarico di direttore principale dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto che sotto la sua guida, dal 1983 al 2001, raggiungerà importanti riconoscimenti. Viene insignito delle medaglie Toscanini (1969) e Verdi (1973) e della bacchetta di Toscanini (1975). Maag muore nell’aprile del 2001 a Verona, sua città elettiva per gli affetti, e nel 2012 viene istituito il Fondo Peter Maag dalla donazione del materiale del Maestro, fatta da Marica Franchi Maag.
Numerose sono le iniziative svoltesi dal 2012, tra cui Il Golfo Mistico per le attività di divulgazione, e altre di studio e ricerca in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, la Società Letteraria di Verona, il VAO (Verona Accademia per l’Opera) e la Fondazione Giorgio Cini, per citare solo alcune tra le Istituzioni più prestigiose. Il Presidente Onorario del Fondo Musicale è la moglie del Maestro, Marica Franchi Maag e dal 2015 sono membri onorari del Fondo Musicale il celebre musicologo Philip Gossett, scomparso nel 2017, e il direttore d’orchestra Donato Renzetti. Fedele al pensiero del direttore svizzero nel 2015, il Fondo ha promosso la rinascita de La Bottega Peter Maag con i corsi di alto perfezionamento per il repertorio del teatro lirico, aperti a cantanti, direttori d’orchestra, maestri collaboratori, registi, scenografi, costumisti, musicologi, guidati da studiosi e artisti di fama internazionale.
In occasione del Centenario della nascita del grande direttore svizzero (1919-2019) il mondo della musica lo ricorda con iniziative promosse dal Fondo a lui dedicato, in collaborazione con i teatri italiani e gli artisti che lo hanno conosciuto e amato. Le Peter Maag Celebrations si svolgeranno per tutto il 2019, con il coinvolgimento degli Archivi storici dei teatri italiani per i programmi delle opere e dei concerti e da lui diretti. Numerose Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane hanno aderito all’iniziativa dedicando presso il proprio Teatro un concerto o la première di un’Opera in stagione: il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Regio di Parma, l’Orchestra di Padova e del Veneto, il Teatro Regio di Torino, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro del Maggio Fiorentino di Firenze, la Fondazione Arena di Verona e il Teatro Ristori di Verona, dove il 10 maggio è stato ricordato il maestro con importanti ospiti e un concerto con Giugliano Carmignola, che ha ricevuto la targa “ad honorem” per le celebrazioni . Di Peter Maag rimangono i ricordi e le testimonianze commosse di chi ha lavorato con lui, il suo sorriso lieve e insieme ironico, i suoi capelli candidi, la sua vibrante modernità interpretativa ma soprattutto la raffinatezza inconfondibile del gentiluomo.
Nicola Guerini