La sonata per pianoforte di Janàcek
di Gianluca Cremona - 12 Marzo 2017
Quando parliamo di Leos Janàcek difficilmente possiamo comprendere realmente di cosa stiamo discutendo.
Il compositore ceco, nato nel 1854, è autore di una musica misteriosa, incredibilmente avanti col tempo rispetto ad altri autori suoi coetanei: il suo stile mescola insieme un lirismo di stampo romantico ad un contro-intuitivo utilizzo delle dinamiche, delle modulazioni e del ritmo, fino ad arrivare inspiegabilmente a momenti di delirio.
In questo senso, può essere di grande aiuto ascoltare le prime 39 battute di esposizione della sonata per pianoforte 1.X.1905 in mi bemolle minore: quella che sentiamo è una triste melodia, inizialmente esposta dalla mano destra in pianissimo, accompagnata da statici accordi arpeggiati dalla sinistra, che viene trasfigurata da forti improvvisi, ripetuta nuovamente con un anomalo accompagnamento costituito da note ribattute, fino a sfociare in un tumultuoso fff costituito da un turbinio di modulazioni enarmoniche, interrotto da un ppp immediato, che porta all’introduzione di un nuovo elemento tematico.
La sonata 1.X.1905 è dedicata ad un operaio morto durante una manifestazione, avvenuta proprio il primo di ottobre del 1905, in favore dell’apertura di un’università ceca a Brno. La questione era molto sentita da parte dell’autore, ceco e fiero di essere tale, all’interno di un impero austroungarico sempre più ostile nei confronti delle minoranze linguistiche.
Questa sonata, suddivisa in due movimenti, Il presentimento e la morte, può essere quindi letta come un omaggio del compositore alla propria nazionalità, un tributo a tutti coloro che morirono per la propria patria. E’ interessante quindi vedere come l’autore si immerga all’interno della propria musica, egli stesso con le proprie emozioni, e come questa sonata diventi una sorta di triste recitativo, specialmente nel secondo movimento, col quale il compositore si mette in comunicazione diretta con l’ascoltatore.
Sui bianchi gradini di marmo della Beseda a Brno inondati di sangue cade giù il semplice operaio Franfisek Pavlik. Era venuto pieno d’entusiasmo per l’università e fu ucciso da rozzi assassini. (Leos Janàcek nella prefazione della Sonata)
Gianluca Cremona