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Recuerdos de viaje – Cronache dal Paganini Guitar Festival

di Marco Surace - 2 Giugno 2022

Nelle scorse settimane, sui canali di Quinte Parallele vi avevamo presentato in anteprima il programma del Paganini Guitar Festival, prestigiosa manifestazione da anni radicata nella città di Parma realizzata dalla Società dei Concerti di Parma in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma-Casa della Musica. E se ve lo foste persi, tra una cosa e l’altra, siamo anche riusciti ad entrare in contatto con un chitarrista del calibro di David Russell, a cui è stato affidato il concerto di chiusura del Festival e con il quale abbiamo conversato lungamente di musica, chitarra, Parmigiano reggiano, interpreti/interpretazioni, golf e tanto altro.
Una cosa è certa: sarebbe stato un vero peccato assistere solamente da lontano a questa imperdibile manifestazione…ed è per questo che, zaino in spalla e in pieno stile “parallelo”, ci siamo recati in trasferta a Parma per ricoprire anche noi il ruolo di “Viajeros” (viaggiatori) e vivere le emozioni della 22^ edizione del Paganini Guitar Festival (“De Los Viajeros”), che si è svolta da giovedì 26 a domenica 29 maggio 2022 nei luoghi più suggestivi della città emiliana. Sebbene la nostra presenza al Festival abbia interessato, in realtà, solo il weekend del 28 e 29 maggio, penso sia fondamentale ripercorrere brevemente (seppur con un occhio esterno) le prime due giornate del Paganini, ricche di eventi e avvenimenti di grande valore artistico e culturale.

Il 20 maggio, all’Ape Museo di Parma, Giampaolo Bandini, (Direttore artistico della Società dei Concerti di Parma), Flora Raffa (Dirigente Settore Cultura del Comune di Parma), Patrizia Bonardi (Vice Presidente Fondazione Monteparma) e Niccolò Paganini (discendente della famiglia Paganini) hanno presentato il composito e sfaccettato programma del Festival, per poi lasciare spazio all’esibizione (potremmo dire al “concerto d’anteprima”) del Duo Variandi (Antonio Simone Palmisano e Davide Minerva), vincitori del secondo premio, con primo non assegnato, della sezione musica da camera del Concorso chitarristico nel 2021.
Ma il concerto “ufficiale” di apertura è stato quello del chitarrista cubano Manuel Barrueco, che il 26 maggio si è esibito nello splendido Auditorium del Carmine alle ore 20 con musiche di Frescobaldi, Scarlatti, Aguado, Ponce, Cervantes e Malats e che il giorno prima ha tenuto una Masterclass alla Casa della Musica, dando spunti e idee di perfezionamento chitarristico e musicale a numerosi “Viajeros estudiantes”.

Il centro di gravità permanente del Festival è sicuramente il giorno successivo, 27 maggio, poiché è la data intorno al quale ogni anno la Società dei Concerti di Parma pianifica e organizza tutto il programma: trattandosi dell’anniversario della morte di Niccolò Paganini, è il giorno in cui si omaggia il grande violinista e chitarrista genovese (ma di adozione parmigiana) con una serie di iniziative a lui legate. Il “Paganini Day” di quest’anno ha preso avvio alle ore 11 al Cimitero della Villetta, presso la tomba del musicista, con il saluto delle autorità, al quale son seguiti dei momenti musicali nella Cappella degli Artisti ad opera del violinista Oleksander Pushkarenko e del duo composto dalla violinista Ksenia Milas e dal chitarrista Giampaolo Bandini.

Nel pomeriggio, dopo il saluto di Niccolò Paganini (discendente del grande virtuoso), l’omaggio all’illustre musicista omonimo è continuato attraverso la presentazione di notevoli contributi storiografici e musicologici alla Casa del Suono. Protagonisti delle due conferenze, inframezzate dall’intervento musicale del violinista Oleksander Pushkarenko, sono stati Danilo Prefumo (Paganini: la vita, le opere, il suo tempo) e Mariateresa Dellaborra (Paganini e i quartetti per chitarra e archi). A seguire è stata inaugurata la mostra di liuteria storica, dedicata alle chitarre realizzate dalla famiglia Fabricatore, prima, durante e dopo la collaborazione con Paganini. I “Viajeros” che hanno visitato la Casa del Suono si sono addentrati in un mondo chitarristico che si situava Oltre il tempo, e questa esperienza deve essere stata per loro realmente immersiva, sia grazie al racconto di Gabriele Lodi –  liutaio e restauratore nonché curatore della mostra – che grazie ai giovani talenti che hanno suonato alcuni degli strumenti esposti. E a proposito di giovani talenti (che, noto con piacere, hanno affollato i luoghi del Festival durante tutto il suo svolgimento) va segnalata, nella giornata del “Paganini Day”, anche la presentazione da parte di Lucio Matarazzo del cd Capricci diabolici di Vincenzo Fiamingo, vincitore del Premio DotGuitar al Paganini Guitar Festival 2021.

A chiudere in bellezza il “Paganini Day” è stato un altro grande Maestro, Pavel Steidl, che alle ore 20 nella meravigliosa cornice della Casa della Musica ha eseguito musiche di Paganini, Legnani, Mertz e Coste su una copia della chitarra Gennaro Fabricatore del 1827 appartenuta a Niccolò Paganini e realizzata da Gabriele Lodi. In questa occasione il Maestro ha ricevuto il “Premio alla carriera Paganini Guitar Festival”, istituito quest’anno e a lui conferito «per la sua opera di diffusione della musica di Paganini nel mondo, attraverso interpretazioni di riferimento e di assoluta qualità artistica». Il riconoscimento è stato realizzato grazie al sostegno di Sinapsi Group e a Davide Battistini, Presidente della Società dei Concerti di Parma, e per l’occasione è stata realizzata una miniatura in bronzo di Niccolò Paganini, opera dell’artista Marco Belotti, che è stata installata in davanti alla sede del Conservatorio “Arrigo Boito”.

Dopo questo racconto in fast forward sulla prima metà di Festival, passiamo ai veri e propri Recuerdos de viaje (in questo caso il titolo dell’omonima raccolta di Isaac Albéniz, le cui musiche son state spesso eseguite durante il Festival, calza a pennello). Giungiamo dunque al mio arrivo a Parma, la mattina del 28 maggio. La città è viva, i turisti passeggiano per le vie e le piazze principali e alcuni di questi, incuriositi dal paesaggio sonoro della Casa della Musica, si avvicinano ed entrano mentre anche io mi accingo a varcare il suo ingresso. Mi accolgono con entusiasmo i ragazzi del Team, con cui ho condiviso dei bei momenti nel corso del weekend parmigiano: sono giovani, gentili, energici e si danno un gran bel da fare seguendo le direttive dell’instancabile “capoboss” Gianfranco Aversa (Event Manager della Società dei Concerti di Parma) e del M° Giampaolo Bandini (Direttore Artistico del Festival) quando non è impegnato in una delle diecimila iniziative del quale è protagonista o promotore. Appena arrivato mi invitano a farmi un giro al Museo dell’Opera, all’interno del quale è stata da poco inaugurata la Mostra di Liuteria moderna. Il tempo di ascoltare (e provare) qualche chitarra dei Maestri Liutai non è molto – devo ammettere, però, che mi sono concesso qualche nota su alcuni di quegli splendidi strumenti a più riprese nel corso del weekend –  ma nel Museo si passeggia volentieri e si ripercorrono quattro secoli di storia del teatro d’opera, attraverso i temi, i luoghi e i protagonisti che ne hanno segnato il cammino dalle origini fino ai giorni nostri, in questo caso con un magma sonoro di sottofondo costituito da sovrapposizioni di un Bach, un Giuliani, un Brouwer suonati dai vari “Viajeros” alla ricerca del proprio strumento ideale. Approfittando di un suo momento libero, riesco anche a scambiare quattro chiacchiere con Antonino Scandurra, uomo dalla grande semplicità e cordialità ma soprattutto liutaio apprezzatissimo a livello nazionale ed internazionale. Scandurra ha partecipato al Paganini Guitar Festival sin dalle prime edizioni e mi ha raccontato che non voleva perdersi per nessun motivo quella di quest’anno; così, nonostante la veneranda età, si è imbarcato con la sua chitarra e ha raggiunto Parma, regalandoci ancora una volta la sua presenza.

Nel corso della mia esplorazione della Casa della Musica incrocio chitarristi affaccendati e diretti in ogni dove: chi va a provare le chitarre di liuteria, chi si riscalda per le Semifinali del Concorso Internazionale “Omaggio a Niccolò Paganini” (che già erano iniziate il giorno precedente) e chi si dirige verso la Sala Concerti per ascoltare i concorrenti, mentre nel frattempo viene allestito l’Auditorium per ascoltare le Chitarre in concerto dei giovani talenti (alle ore 12 si è esibito Emanuele Pauletta, suonando alcuni degli strumenti dei liutai presenti). Prima della pausa pranzo mi sono fatto coinvolgere, senza quasi accorgermene, in una visita guidata alla Chiesa di San Francesco del Prato, antistante alla Casa della Musica. In questa occasione io e gli altri “Viajeros” abbiamo scoperto (e in parte immaginato, vista l’attuale condizione di restauro della chiesa) le bellezze di questo gioiello gotico della città di Parma, da poco riconsacrato, che sta riemergendo in tutto il suo splendore e in tutta la sua semplicità francescana dopo duecento anni di travagliata storia (in epoca napoleonica le truppe francesi la occuparono, cacciarono i francescani e rivoluzionarono i suoi ambienti per utilizzarla come carcere). Dopo aver superato egregiamente l’esposizione al sole cocente delle 13 davanti alla facciata ed essermi ristorato con successiva frescura tipica dell’interno delle chiese, «a pranzo un panino [col prosciutto di Parma] al volo» (son sicuro che qualcuno riconoscerà la “coltissima” citazione), giusto in tempo per dirigermi alle 14 all’Aula Didattica per assistere alla seconda giornata di Masterclass di David Russell. La grande sensibilità che il Maestro aveva dimostrato di possedere durante la nostra intervista è stata qui confermata e si è materializzata davanti a me, è stata tradotta gentilmente in musica, quella musica che è uscita dalle sue dita con sincerità per guidare gli allievi nella scoperta del suono e nella ricerca di un’interpretazione più consapevole dei brani da loro proposti.

Per tutto il weekend ho in corpo una sensazione che mi porta, con entusiasmo, a voler esplorare continuamente il Festival e le sue diverse iniziative, che spesso e volentieri si svolgono in contemporanea e mettono i “Viajeros” come me di fronte ad un bivio o addirittura un trivio. La Masterclass del Maestro Russell, veramente interessante e stimolante sotto tutti i punti di vista, sarebbe durata fino alle 18 e io ho avvertito l’esigenza di girare, di affacciarmi qua e là per captare tutte le risonanze del Festival; per questo, ad un certo punto scendo dalle scale e mi metto a fare capolino prima all’Auditorium della Casa della Musica, dove alle 17 avrebbe suonato il giovane Andrés Najera per il ciclo Chitarre in concerto, poi, in attesa della premiazione di alcune categorie del Concorso Giovani Promesse, mi concedo due note sulle chitarre dei liutai e mi affaccio alla Casa del Suono per vedere dal vivo le splendide Fabricatore della mostra Oltre il tempo. Nel corso dei miei turbinosi viavai inizio anche a parlare, così per caso, con il giovane Matteo Chiodini, che oltre ad essere un accanito lettore di Quinte Parallele (sono di parte, però…come biasimarlo!) è anche uno dei cinque finalisti della categoria solisti del Concorso Internazionale. Matteo mi racconta con un entusiasmo contagioso di quanto sia coinvolgente poter prendere parte a questo Festival, di quanto sia emozionante incontrare a Parma tante persone e soprattutto ritrovare alcuni dei suoi amici chitarristi, con i quali ha l’occasione e il privilegio di condividere l’elettrizzante esperienza del concorso.
Nonostante sia in giro da tutto il giorno, l’energia in corpo è ancora tanta e la voglia di ascoltare buona musica alle stelle. Dopo la presentazione delle novità e dei prodotti D’Addario da parte del giovane rappresentante dell’azienda, Matei Rusu, mi concedo un breve e leggero pasto e una doverosa rinfrescata prima della maratona concertistica serale, che sapevo sarebbe stata emozionante ma anche stancante.
I Maestri Jan Depreter ed Eduardo Isaac si sono esibiti alle ore 20 nella Sala Concerti della Casa della Musica, regalando al pubblico delle interpretazioni magistrali di brani dello stesso Depreter ma anche di Albeniz, Granados, Sagreras, Iannarelli, Colombo e Piazzolla. Due ore di concerto volano letteralmente, ma essendo il tutto iniziato leggermente più tardi, non riesco ad arrivare in tempo alla Casa del Suono (che è lì a due passi, sic!) alle ore 22, per l’inizio del concerto “Close your eyes” di Giampaolo Bandini. Questo speciale concerto sensoriale, nato in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Parma, si è rivelato molto coinvolgente sebbene io mi sia perso la “magia” dell’inizio. In una Casa del Suono quasi completamente buia, illuminata solo da un neon violaceo e dalla luce che permette a Bandini di leggere le musiche che deve suonare, il Maestro riesce a creare un’atmosfera meditativa e riflessiva, che porta l’ascoltatore a chiudere gli occhi e a sognare con lui grazie alle musiche di straordinari artisti pop come Sting, Bob Marley, Beatles e Queen, arrangiate per chitarra sola. Solo dopo la fine del concerto, che ho apprezzato veramente molto, ho scoperto che all’inizio erano stati distribuiti a tutti i partecipanti i programmi di sala in Braille e una benda da legare (facoltativamente) intorno alla testa per coprirsi gli occhi, in modo da creare un contesto inclusivo per tutti, con l’obiettivo di spingere il pubblico a lasciarsi guidare solo ed esclusivamente dalle sensazioni uditive.

Il meritato riposo che mi son concesso dopo una giornata intensa come quella di sabato 28 mi ha permesso di ricaricare le batterie e di ritornare scattante e pimpante, pronto per l’ultimo giorno di Festival. La mattinata del 29 maggio è stata movimentata e, grazie al mio continuo peregrinare da un posto all’altro, sono riuscito a passeggiare un po’ per le vie di Parma e godermi le bellezze della città. Dopo una ricca colazione ho pensato di non dirigermi subito alla Casa della Musica – che sospetto fosse affollata già alle ore 10 dai visitatori della Mostra di Liuteria e soprattutto dai partecipanti (concorrenti e uditori) alle finali, aperte al pubblico, del Concorso Internazionale – ma mi sono incamminato lungo la splendida Strada Garibaldi verso il Teatro Regio. Davanti all’ingresso trovo decine e decine di giovani chitarristi che sono in attesa di entrare al Ridotto del Regio per una delle ultime prove del progetto Paganini Youth Orchestra. Prima di entrare insieme a loro ed assistere ad un pezzo delle prove del nutrito ensemble di chitarre (80 componenti!), coordinato dall’eroico M° Vito Nicola Paradiso, intercetto il giovane chitarrista parmigiano Andrea Cerasoli, che mi racconta del suo coinvolgimento in questo progetto e che lascia trasparire il suo entusiasmo e la sua emozione per l’imminente concerto del pomeriggio. È stato veramente interessante assistere al lavoro condotto dal Maestro Paradiso, che è riuscito con la sua assertività a “domare” e guidare verso la meta la massa di giovani chitarristi provenienti da diverse Scuole Medie, Licei a indirizzo musicale e Conservatori di tutta Italia. Ritornato su Strada Garibaldi, gremita di gente accorsa per la classica passeggiata domenicale (e sospetto anche per lo street food), faccio un salto anche al Palazzo della Provincia, proprio lì dietro l’angolo, dove si stanno svolgendo le prove di alcune categorie del Concorso Giovani Promesse. Incrocio tanti giovani chitarristi, alcuni dei quali alla prima esperienza concorsistica, determinati a fare del proprio meglio e a condividere con la commissione la propria passione per la musica.
Questa stessa passione, manifestatasi attraverso una più accentuata maturità interpretativa e una maggiore consapevolezza musicale, la percepisco anche qualche decina di minuti dopo quando, arrivato alla Casa della Musica, mi affaccio prima per qualche momento in Auditorium (dove Vincenzo Fiamingo sta provando alcune Chitarre in concerto) e poi, una volta entrato nella Sala Concerti, per ascoltare alcuni dei finalisti del Concorso Internazionale, quello “dei big”, per intenderci. È stato ribadito più volte, nel corso della manifestazione, che il livello dei concorsisti è stato altissimo, e io non posso che trovarmi d’accordo.
A trionfare nella categoria solisti è il bravissimo chitarrista parmense Davide Prina, recentemente laureato al Conservatorio “Arrigo Boito”, che ha convinto all’unanimità la commissione (e sentendo i pareri del pubblico della finale, anche tutti gli ascoltatori presenti) e ha ricevuto in aggiunta il Premio “D’Addario Artist”. Andrea Curiale, anche lui molto bravo, ha ottenuto il secondo posto e il Premio per la migliore esecuzione di un brano di Paganini, e si esibirà oggi, 3 giugno ore 19, alla Casa della Musica in un concerto dedicato a Vincenzo Raffaele Segreto. Al terzo posto si è piazzato un altro giovane talento, Emanuele Pauletta. Non è stato facile per i giurati stilare la graduatoria anche nella categoria musica da camera, nella quale il Duo Renda Trucco si è aggiudicato il primo posto, seguito dal Duo Cordas et Bentu e dal Mono Guitar Duo. Davide Prina, Andrea Curiale e il Duo Renda-Trucco, insieme a Mattia Buzzegoli (vincitore della categoria più alta del Concorso Giovani Promesse), si sono esibiti dopo la premiazione e ci hanno regalato dei brevi ma piacevoli momenti musicali, che sono terminati giusto in tempo per permettere al pubblico di spostarsi nella Chiesa di San Francesco del Prato.

Alle ore 16 la Paganini Youth Orchestra del M° Paradiso, insieme alla bravissima violinista Ksenia Milas, riempie con la sua musica gli imponenti spazi della chiesa, facendo risuonare in ogni dove le splendide melodie paganiniane (arrangiate per ensemble di chitarre e violino solo) e le piacevoli armonie delle musiche di Paradiso. Questo bellissimo (e inusuale) concerto si conclude ancora una volta giusto in tempo per arrivare senza affanno, ma comunque con passo spedito, al Teatro Regio, dove ad attenderci c’è un artista indubbiamente degno di chiudere in bellezza il Festival: David Russell.
Al di là della magnifica cornice e della magica atmosfera che è impossibile non percepire quando ci si trova ad ammirare dall’interno un Teatro d’opera all’italiana, il concerto è stato eccezionale. Sotto le dita del Maestro, le musiche ispaniche di Albéniz e Granados sono state così limpide nell’articolazione delle voci, ma allo stesso tempo così espressive e piene di colore, che sembrava quasi fossero state eseguite su un pianoforte capace di riprodurre le mille sfumature timbriche della chitarra! Non sono mancati alcuni momenti di grande eleganza (Sor) e altri in cui a trionfare era il canto (Bach e Goss) o la danza (Scarlatt e Kuhnau). Insomma, Russell ha dimostrato ancora una volta di sapersi approcciare in maniera consapevole e rigorosa, ma al contempo fantasiosa e originale, alle musiche dei grandi autori della storia, riuscendo a rendere vivi i loro diversi caratteri e le loro differenti anime con grande sincerità ed entusiasmo (un aspetto per lui molto importante, come ha ben precisato nell’intervista che mi ha concesso).

Con l’ultima nota suonata da David Russell e l’ultimo, interminabile, applauso del pubblico del Teatro Regio, si conclude l’itinerario “De Los Viajeros”, una grande festa della chitarra e della musica che, in quattro giorni, ha potuto contare cinquemila ingressi e mille biglietti venduti. Un successo davvero meritato che ci auguriamo possa ripetersi, se non crescere, il prossimo anno.

Marco Surace

Foto in HD:
© Ph.: Davide Bona
© Paganini Guitar Festival

Foto del concerto “Close your eyes” alla Casa del Suono:
Ph: lo scrivente

Marco Surace

Segretario di Redazione

Laureato in chitarra classica al Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma e in Musicologia all'Università "La Sapienza". Nella mia quotidianità cerco di far convivere la mia ossessione per Maurice Ravel con l'entusiasmo della scoperta di nuove sonorità.

Innamorato perso del violoncello, della musica minimalista e della pasta al sugo. Ho una battuta o un meme per ogni occasione.

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