La nuova edizione del Reate Festival
di Filippo Simonelli - 17 Ottobre 2024
La nuova edizione del Reate Festival sta per prendere il via il prossimo 20 ottobre. Protagonisti come sempre la città di Rieti, sede della fondazione Flavio Vespasiano che anima le radici del Festival, ma anche dei luoghi speciali di Roma, come il delizioso Teatro di Villa Torlonia, il Teatro Palladium, il Museo degli Strumenti Musicali e il Goethe Institut.
Il Festival, giunto alla sedicesima edizione, prenderà il via proprio nel capoluogo sabino di cui porta il nome con una serata speciale: il nuovo Reate viene inaugurato da un Galà del Belcanto, con la presenza della voce di Rosa Feola come prima stella di un parterre di nomi di altissimo livello che comprende Rosa Feola, Teona Dvali soprani, Adriana Di Paola, Anna Goryachova mezzosoprani, Davide Giusti, Moisés Marín García tenori , Simone Alberti baritono, Pedro Quiralte Gomez basso-baritono accompagnati da Fabio Centanni, Diego Procoli pianoforte.
Il Gala è un’iniziativa in sostanziale continuità con la tradizione del Festival di avere un rapporto privilegiato con l’opera italiana, con cui quest’anno il Reate sceglie di omaggiare la recente decisione dell’Unesco di riconoscere il Belcanto italiano come patrimonio immateriale dell’umanità.
Et la pension où l’on doit
Dal testo di Jean Cocteau
et toujours la même chemise
que l’angoisse trempe dans l’eau.
Ils peuvent courir. Pas si bête.
Cette nuit je pique une tête
dans la mer de Monte-Carlo, Monte-Carlo.
Dopo una scelta tradizionale come impianto e come repertorio per aprire il Festival, troviamo poi delle proposte decisamente più sfidanti per il pubblico. Il fulcro del Reate si sviluppa, come di consueto, attorno ad un binomio operistico con due produzioni spesso molto originali. Quest’anno la scelta è andata per un dittico di Francis Poulenc con la regia di Cesare Scarton in programma a Rieti l’8 e 10 novembre, a Roma il 13 e 14 dello stesso mese. Le serate vedranno in scena il classico La Voix Humaine con la più piccola e forse meno nota “Dama di Montecarlo”, due brani nati da un fortunato incontro tra le note di Poulenc e i drammi di Jean Cocteau. Agli ascoltatori salta subito all’occhio la forte presenza di una figura principale – o meglio, dell’unica figura – femminile che in entrambi i casi attraversa un lungo momento di introspezione psicologica. Nel caso de “La Dama di Montecarlo”, che apre il dittico in questa proposta, la protagonista si racconta come “Morta tra i morti”, esplorando in un breve – parliamo di soli sette minuti – ma dettagliatissimo affresco musicale la propria drammatica condizione. La dama di Montecarlo, infatti, è una vittima del gioco, e più in generale dei vizi che vengono plasticamente rappresentati dal celebre – e in questo caso infausto – casinò del Principato. E quasi per gioco sembra scherzare di continuo alludendo al gesto di gettarsi nel mediterraneo in cui si specchia proprio il casinò della sua dannazione, chiosando questi sette minuti con una promessa fatta al proprio io di finire la serata proprio tuffandosi in mare.
Il trillo di un telefono apre invece la seconda parte del dittico, La Voix Humane, celebre dramma sempre della fortunata coppia Cocteau-Poulenc. Qui la protagonista femminile non dialoga con la propria coscienza, ma con il proprio ex-amante, in un dialogo destinato a trasformarsi in una tragedia. Dai toni scanzonati della prima parte della telefonata fino ad un crescendo, anche qui la protagonista matura la decisione di togliersi la vita, e la condivide con l’uomo che reagisce in modo sempre più freddo. La prospettiva che abbiamo, però, è sempre quella di lei, che si trova spesso a dialogare con la musica – meravigliosa – di Poulenc, e talora recita da sola, senza neppure accompagnamento di alcun tipo. Protagonista di queste due pagine di musica e introspezione straordinaria è il soprano Angela Nisi, accompagnata dall’Orchestra di Roma Tre diretta da Enrico Saverio Pagano.
La storia di Caterina Medici, Femmina infame, è quella di una donna a cui è mancato un semplice de’ tra il nome e il cognome. Invece di salire, come la sua illustre omonima, al trono di Francia, è salita al rogo. Dopo una vita di stenti, umiliazioni e servitù, Caterina Medici morì bruciata con l’accusa infamante di essere una strega.
Guido Barbieri
La seconda parte del binomio operistico è incentrata sempre sulla condizione femminile, ma presenta un esperimento ancor più originale e forse ancora più interessante. L’atto unico “Femmina infame. Storia di Caterina Medici, abbruciata viva in Milano come strega professa” racconta una storia antica ma che è un monito estremamente contemporaneo. La “Femmina infame” è Caterina Medici, una giovane donna nata a Pavia nella Lombardia del dominio spagnolo del ‘600 e arsa come strega a Milano dopo un processo drammatico e ingiusto, reso celebre da una citazione manzoniana nei Promessi Sposi e soprattutto da Leonardo Sciascia negli anni ’60. Il racconto è curato dalla penna di Guido Barbieri, storico partner letterario del Reate Festival, e si snoda unendo alla drammatica vicenda di Caterina un collage di musiche di autori contemporanei e di repertorio – Giorgio Battistelli, Tomas Luis de Victoria, Francesco Filidei, Lou Harrison, Lorenzo Pagliei, Gabriella Schiavone. Ad interpretare questo programma, se non fossero già stati sufficienti gli elementi di originalità, è l’accoppiata tra il trio di percussioni dell’Ars Ludi e il quartetto Vocale Faraualla, con la protagonista interpretata dall’attrice Elena Bucci. La prima esecuzione romana, con una scenografia volutamente scarna e minimale quasi a rendere visibile il dramma e le privazioni della protagonista-vittima, sarà il 21 novembre al Teatro Palladium, a ridosso della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne prevista per il 25 novembre.
C’è spazio anche per l’opera di repertorio, per la musica da camera, senza trascurare nuovi interpreti e musica contemporanea per completare il quadro di questo Reate Festival. Ad occuparsi della parte orchestrale con il progetto dei Dialoghi Sinfonici è l’Orchestra Europa inCanto diretta da Germano Neri, che proporrà al pubblico reatino delle messe in scena di Carmen e Traviata, in questo caso nella versione composta di un solo atto e dedicata ad un progetto pensato per il pubblico delle scuole reatine.
Per la musica da camera invece sarà la volta di numerosi concerti curati da giovani e giovanissimi interpreti divisi tra due suggestivi scenari come il museo degli Strumenti Musicali di Roma e la Chiesa di San Giorgio a Rieti, ospitando organici che vanno dal più tipico pianoforte solo all’accoppiata di Flauto e Arpa. A completare il quadro è il concorso di interpretazione di musica contemporanea, giunto al vivo della sua partecipatissima quinta edizione, i cui vincitori si esibiranno nella sala dell’Auditorium del Goethe Institut di Roma.