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Antiqua Vox

di Silvia D'Anzelmo - 11 Giugno 2019

custodire bellezza

L’altra settimana abbiamo visitato Treviso: terra ricca di organi storici e di strumenti antichi dal timbro unico, specchio di tempi lontani eppure ancora vivi.  È qui che nasce la Fondazione Antiqua Vox creata da Claudio De Nardo, imprenditore intelligente ma soprattutto sensibile alla cultura, capace di puntare sulle persone (più che sulle cose), con un’attenzione particolare rivolta ai giovani musicisti.

Credo che la figura dell’imprenditore abbia necessariamente un ruolo sociale ed è per questo che ho deciso di investire umanamente ed economicamente  nel progetto Antiqua Vox. All’interno della città di Treviso, infatti, ci sono tante piccole chiese con strumenti antichi che si sono miracolosamente conservati. Queste bellezze non possono andar perdute, sarebbe un vero e proprio crimine.

Claudio De Nardo

Restauri, concerti, rassegne e didattica: un’attività ricca e complessa quella di Antiqua Vox che si dedica, con vera passione, alla ri-scoperta della musica antica e, in particolare, di quella barocca suonata su strumenti d’epoca. Ed è l’organo a canne il primo e più grande protagonista delle attenzioni della Fondazione. Strumento maestoso e affascinante, l’organo è ancora poco apprezzato dal grande pubblico e dalle nuove generazioni perché non abbastanza conosciuto. L’intento di Claudio De Nardo, e di tutti i suoi collaboratori, è proprio quello di raccontare questo strumento, vero simbolo della città, nelle sue innumerevoli sfaccettature.

Ci siamo resi conto che, purtroppo, il repertorio organistico è praticamente sconosciuto ai più. Per la maggior parte delle persone, l’organo si suona nelle funzioni liturgiche, non si pensa al fatto che esista una letteratura musicale vastissima ma, soprattutto, interessante.

E sono ben tre le rassegne con le quali la Fondazione Antiqua Vox si dedica alla diffusione dei vari repertori organistici: Pagine d’Organo, Organi Estate e i Concerti Spirituali. Senza contare l’attività didattica svolta nelle scuole della Marca Trevigiana. Più di ogni altro strumento, infatti, l’organo ha la particolarità di essere ‘unico’: non ne esistono due esemplari perfettamente identici. Questo perché è costruito artigianalmente da maestri organari che lasciano la loro personale impronta nella concezione e nella realizzazione dello strumento. Inoltre, nel corso dei secoli, l’organo si è adattato al succedersi di gusti e mentalità differenti. Quindi c’è molto di più dietro questo strumento che non la semplice musica di accompagnamento per matrimoni e funerali. L’organo, infatti, mostra i suoi legami con l’area culturale e il periodo storico di cui è espressione. E, come abbiamo potuto sperimentare nella nostra visita in compagnia di Giulio De Nardo, la varietà degli organi di Treviso permette un viaggio ricchissimo nella storia, proprio attraverso la musica.Nella Chiesa di Santa Caterina, ad esempio, è conservato un organo in stile rinascimentale realizzato dal maestro Francesco Zanin di Codropio seguendo i canoni costruttivi dell’antichità: tutto è stato curato nei minimi dettagli per permettere a questo meraviglioso strumento di eseguire filologicamente il grande repertorio rinascimentale italiano. Nella cantoria della Chiesa di San Gaetano, invece, è custodito un organo dalle caratteristiche completamente diverse, costruito nel 1770 da Caetano Callido e restaurato dalle mani attente di Zanin. E, ancora, a Sant’Agostino è conservato un altro organo. Questa volta la fattura è dei fratelli Serassi di Bergamo che lo hanno realizzato nel 1858 quando in Italia (ma non solo) spopolava l’opera. E questo amore per il teatro in musica si ritrova nei registri dello strumento che ripropongono i timbri di un’intera orchestra. Una macchina perfetta per eseguire un repertorio poco conosciuto e apprezzato dagli stessi organisti perché smette le regole severe del contrappunto per esaltare una concezione maggiormente drammatica della musica. Insomma, un organo sul quale Johann Sebastian Bach non è ben accetto! Antiqua Vox ha deciso di diversificare programmi e artisti proprio per valorizzare al massimo le caratteristiche specifiche di tutti gli organi presenti in città. Questo permettere al pubblico di sperimentare un’altra concezione dello strumento, un’immagine più vera e interessante.Con i Concerti Spirituali, ad esempio, si esplora il legame tra l’organo e la liturgia. Viene eseguito un repertorio antichissimo che prende spunto direttamente dalle Sacre Scritture e dal Canto Gregoriano. Sono concerti organizzati in occasione del Natale e della Pasqua per permettere al pubblico di vivere un momento di raccoglimento spirituale, grazie all’ascolto di musica sacra. Ma, accanto a questa immagine dell’organo e della sua ‘voce’, Antiqua Vox ne giustappone altre diversissime. Organi Estate, per esempio, è una rassegna fresca e leggera che accosta il suono arcaico dell’organo a quello di altri strumenti o della voce così da creare connubi originali e accattivanti.

Durante il concerto mettiamo un maxischermo in chiesa per mostrare a tutti mani e piedi dell’organista che, di solito, è relegato in cantoria o dietro l’altare, lontano dallo sguardo curioso del pubblico. Il maxischermo ha una funzione didattica ma è anche capace di catturare maggiormente l’attenzione dello spettatore, impedendogli di  perdersi in un mare di note.

Con Pagine d’Organo la faccenda prende tutt’altra piega. A esibirsi sono giovani talenti al di sotto dei 30 anni ai quali viene data la possibilità di arricchire la propria esperienza. E la ‘sala concerti’ che li ospita non è certo scelta a caso. Nella Chiesa di San Giuseppe a Treviso, infatti, è custodito un organo a 3 tastiere, pedaliera, 3o registri e 1800 canne. La costruzione è stata curata negli anni novanta agli organari Dell’Orto e Lanzini che hanno preso fuori dall’Italia la loro ispirazione, studiando la scuola organaria franco alsaziana settecentesca. Rispetto agli altri organi di Treviso, questo ha la possibilità di valorizzare al massimo il repertorio barocco francese e tedesco e, in particolare, proprio quello di Bach. Ma la bellezza non vale nulla se non viene compresa e apprezzata. Per questo, Antiqua Vox punta fortemente su una serie di iniziative che avvicinino il pubblico sia all’organo che all’organista.

Il taglio di Antiqua Vox è divulgativo, noi vogliamo davvero arrivare a coinvolgere attivamente il maggior numero di persone possibile. Quest’anno abbiamo varato un’altra idea: mezz’ora prima del concerto, abbiamo inserito una presentazione dello strumento e del programma. E la formula funziona molto bene perché la chiesa, a mezz’ora dal concerto, era già stracolma di occhi e orecchie curiose. È grazie a questo tipo di iniziative che, finalmente, abbiamo la soddisfazione di avere una partecipazione importante del pubblico, con una media di 250 persone a concerto.

Quindi, maxischermo, introduzione al programma prima del concerto e, subito dopo, visita guidata all’interno dell’organo: un’esperienza immersiva, preziosa per  scoprire questa macchina complessa.

È sempre una bella emozione vedere queste persone che entrano nell’organo e scoprono le sue parti meccaniche o le canne alte anche 5 metri e si stupiscono come ragazzini. Tutti questi elementi non per forza risultano didascalici, il più delle volte hanno la capacità di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo e, quindi, di agire in profondità. È una cosa che si costruisce con calma ma che, pian piano, sta funzionando.

Ma Antiqua Vox non si ferma alla sola divulgazione, il suo interesse si rivolge anche alla formazione. Oltre ai laboratori svolti nelle scuole primarie della zona, la Fondazione ha messo in piedi veri e propri percorsi musicali per giovani studenti del conservatorio. Uno di questi è Baroquip: laboratorio che permette di approfondire la conoscenza del repertorio barocco eseguito su strumenti originali. I giovani musicisti sono guidati da maestri di fama internazionale e imparano a misurarsi con queste musiche grazie a un approccio pratico e diretto che comprende lo studio, le prove e l’esecuzione in pubblico. Ma non bisogna pensare a Baroquip come un percorso esclusivamente legato all’educazione musicale: particolare attenzione è dedicata alle dinamiche di gruppo, alle relazioni interpersonali, alle tecniche di concentrazione e rilassamento. Perché non ci può essere crescita professionale senza quella umana.Antiqua VoxIl barocco, dunque, è l’altro grande protagonista delle iniziative e delle attività di Antiqua Vox. E il concerto ‘Violino e cembalo nel barocco tedesco’ cui siamo stati invitati lo scorso venerdì ne è testimonianza limpidissima. L’evento è una delle tappe di Restituire bellezza, la rassegna internazionale che vuole valorizzare il clavicembalo e la sua musica. Un progetto ambizioso che punta alla riscoperta di antichi suoni, ancora capaci di emozionare profondamente l’ascoltatore.

Ci auguriamo che Restituire Bellezza possa essere per tutti gli amici e appassionati un’occasione per apprezzare pagine di grande musica e gustare il fascino di strumenti antichi che costituiscono un ricco patrimonio per la nostra città, amato e ricercato da un pubblico internazionale di intenditori.

Antiqua Vox - ConcertoQuesta serie di concerti ha come nucleo generatore il prezioso clavicembalo risalente alla fine del XVII secolo, tornato al suo originario splendore grazie al delicato restauro di Graziano Bandini. Uno strumento antico dalla paternità importante: il suo artefice, infatti, sembrerebbe Mattia De Gand, costruttore fiammingo al servizio del principe Ruspoli di Roma proprio alla fine del XVII secolo. Entrare nella Chiesa di Santa Caterina e trovarsi davanti un oggetto così antico, fragile e prezioso allo stesso tempo è già di per sé un’esperienza emozionale, capace di porre il visitatore su un livello completamente differente rispetto alla quotidianità. La vista del cembalo con la sua cassa decorata a colori vivaci, senza contare il magnifico Trionfo di Galatea immortalato sul coperchio, si impone all’attenzione di chiunque entri in chiesa. E avere la possibilità di ascoltare la sua ‘voce’ ha amplificato enormemente la portata dell’esperienza. Non si tratta semplicemente di un concerto, di qualcosa che si può riascoltare o rivivere anche in altre situazioni, ‘riprodotta’ in altre sale. La faccenda è completamente differente. Stiamo parlando di un’esperienza immersiva, capace di coinvolgere a più livelli il pubblico. Ascoltare Lorenzo Ghielmi duettare con l’impeccabile violino di Mayumi Hirasaki è stato come abbandonare il tempo ordinario per entrare in quello straordinario della festa. Il loro suono caldo ha avvolto l’intero pubblico in un percorso fatto di Sonate e Partite, Suite e Passacaglie. Tra scordature fatte ad arte e abbellimenti preziosi, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare autori purtroppo poco conosciuti ai più: dal Heinrich Ignaz Franz von Biber, maestro di cappella della corte di Salisburgo all’organista di Lüneburg, Georg Böhm, senza trascurare Johann Sebastian Bach. Lorenzo Ghielmi ha eseguito con grande maestria sia le parti di accompagnamento che quelle soliste, permettendoci di assaporare un’altra peculiarità dello strumento: il tiorbino, registro che imita il suono della tiorba grazie a un’incordatura differente, fatta di budello. Ma la grande sorpresa è stata la naturalezza dei suoni, così come dei fraseggi e degli incastri di voci tra i due strumenti. Tutto era sussurrato dolcemente alle orecchie degli ascoltatori senza proclami altisonanti. Così come assente era la retorica roboante del virtuoso che grida il proprio ego: inutile quando a parlare è la bellezza.Lorenzo Ghielmi - Antiqua Vox

Silvia D’Anzelmo

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