Liebst du um Schönheit? Quale segreto canto d’amore…
di Redazione - 15 Ottobre 2021
Viveva a Koburg in Baviera il giovane poeta Friedrich Rückert quando, nel 1820, sposava Luise Wicthaus-Fischer dedicandole la lirica Liebst du um Schönheit? [Ami la bellezza?], poi inserita nella raccolta Liebesfrühling [Primavera d’amore]: quattro teneri distici elegiaci di impronta classica:
Liebst du um Schönheit? O nicht mich liebe!Liebe die Sonne, sie trägt ein goldenes Haar! Liebst du um Jugend? O nicht mich liebe!Liebe der Frühling, der jung ist jedes Jahr! Liebst du um Schätze? O nicht mich liebe.Liebe die Meerfrau, sie hat viel Perlen klar. Liebst du um Liebe? O ja, mich liebe!Liebe mich immer, dich lieb’ ich immerdar.
[Ami la Bellezza? Oh, non amare me! Ama il sole, che sfoggia i suoi capelli d’oro! Ami la Giovinezza? Oh, non amare me! Ama la primavera, giovane ogni anno! Ami i tesori? Oh, non amare me! Ama la sirena del mare, che ha tante splendide perle! Ami l’Amore? Oh sì, ama me! Ama me sempre, e io ti amerò per sempre!]
Nel gioco ritmico di decasillabi ed endecasillabi alternati, di allitterazioni e anafore, emergono temi squisitamente lirici di un simbolismo dolcemente allusivo: una sensuale rappresentazione del Sole (in lingua tedesca di genere femminile), la vitalità di Natura, la magia di fiabe nordiche e l’intima confessione di un’anima amante, sottolineata anche dalla scelta poetica del pronome du [tu], rarissima nella tradizione lirica tedesca, che preferisce la prospettiva personale dell’ich [io].
Pochi anni più tardi, nel 1840, la ventenne Clara Schumann, raffinata compositrice di Lieder, riprende la lirica di Rückert per dedicarla al marito Robert in un canto dal forte sapore Biedermeier, in cui la melodia fluttua leggera tra grandi respiri su tenero accompagnamento pianistico:
Il Lied viene pubblicato l’anno seguente nelle dodici Gedichte aus Liebesfrühling op. 37, tutte su testi di Rückert, con nove liriche a firma di Robert e tre a firma di Clara: Liebst du um Schönheit, Er ist gekommen in Sturm und Regen (storia di una passione forte di tempesta e pioggia) e Warum willst du andere fragen (dichiarazione di un amore tenero e fedele).
Ma tale confessione d’anima è destinata a ritornare ancora…
È l’agosto del 1902. Pochi mesi dopo il loro matrimonio Gustav Mahler e la sua giovane sposa Alma sono in vacanza a Maiernigg sul Worthersee, in Carinzia. Alma, in dolce attesa della primogenita Maria, si sente inquieta, inadeguata accanto all’artista maturo, che lei ha conquistato con il suo prepotente fascino giovanile e che ora sembra volerla “educare” ad una vita «del tutto spoglia di qualsiasi scoria terrena, quasi disumanamente pura», come confessa al suo Diario. Mahler, che nella solitudine di quegli ameni paesaggi si sta rivolgendo verso uno stile più introspettivo, capace di cogliere ogni pulsione della propria vita interiore – pensiamo agli estatici Rückert-Lieder, alla tormentata Quinta sinfonia, ai primi dolenti Kindertotenlieder – reagisce da artista, componendo per la sua Almschi, quale segreto canto d’amore, un nuovo Liebst du um Schönheit (ultimo dei Rückert-Lieder) in delicata versione per voce e pianoforte: un Lied di ricercata musicalità, che non orchestrerà mai per mantenerne intatta l’intima elegia del suono (la versione orchestrale, aderente allo stile mahleriano per raffinatezza di accostamenti timbrici, sarà composta solo più tardi da Max Puttmann, critico musicale e copista delle opere di Mahler presso l’editore Kahnt di Lipsia). Un Lied che rimarrà «l’unico canto d’amore della sua vita», segretamente riposto nel frontespizio di Valchiria, il libro più amato di Alma:
Pur nella doppia tonalità (Mi bem. magg. per contralto e Do magg. per baritono) Mahler mantiene ritmo e prosodia della versione di Clara Schumann, risolve con rapidi cambiamenti di tempo (dal binario al quaternario e al ternario) la disparità metrica del testo e struttura l’armonia su un originale gioco di ritardi che, solitamente utilizzati per creare effetti di “attese”, qui producono tenere consonanze, invitando al rientro tonale. Anche il climax cresce delicatamente: la maggiore intensità sonora di seste e ottave dell’accompagnamento pianistico, in terza strofa, conduce alla Stimmung commossa degli ultimi versi, che hanno sulla nota alta di Liebe [amore] il loro punto di tensione melodica, sfruttato poi come passaggio modulante per raggiungere con enfasi il melisma finale immer, immerdar! [sempre, per sempre!], vertice emotivo del Lied. Quindi, sul lungo pedale di dominante, passaggi cromatici come lontani richiami (Puttmann li riproporrà nell’armonia di corni e corno inglese) fermano la sensazione sonora del canto per chiudere teneramente il brano:
Il dono d’amore, però, non risolverà il malessere di Alma, che condivide con indifferenza quei ridenti rifugi estivi, quegli angoli di solitudine estatica, quello splendido isolamento già cantato con la mestizia di una obbligata missione nel suo Lied Bei dir ist es traut, su testo di R. M. Rilke:
Con te il calore della casa, l’intimità della famiglia, le ore delicate dei giorni antichi, l’amore che non grida! Una porta chiude fuori il mondo, la sera origlia alla finestra. Lasciateci nel nostro silenzio! Che nessuno sappia di noi!
Per Mahler, invece, bellezza e passione rivivono, forse per l’ultima volta, in una tenera visionaria illusione, che presto si andrà dissolvendo nella triste realtà del loro tormentato rapporto, trascinato tra ambizione e roventi gelosie fino alle sue ultime grida, incise tra i pentagrammi della Decima sinfonia:
Dio, perché mi hai abbandonato?… Il diavolo danza con me!… Follia, afferrami! Che io sia dannato!… Addio, mia cetra! Addio!… Almschi! Per te vivere, per te morire!… Almschi!
Adele Boghetich
Adele Boghetich è autrice di Amore e solitudine in Gustav Mahler. Rückert Lieder (2007-2010) e, con Nicola Guerini, di Mahler. Dialoghi tra musica e poesia (Zecchini, 2021)