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Nuova Consonanza, la musica contemporanea al tempo dello streaming

di Filippo Simonelli - 22 Novembre 2020

Una guida ragionata al Festival di Nuova Consonanza, reimmaginato per la prima volta interamente in streaming

Una delle sfide più difficili che si pongono di fronte agli organizzatori culturali del nostro momento è quella di reimmaginare la realtà musicale di un festival*, fatto in gran parte dell’unicità del momento in cui viene vissuto e della partecipazione del pubblico. Per molti versi i problemi di tutti sono amplificati nel campo musicale dalla mancanza della forza espressiva dell’esecuzione dal vivo; molti hanno scelto per necessità di rinunciare e riprogrammare per tempi migliori, altri si sono dotati di apparecchiature per lo streaming, per lasciare una testimonianza tangibile di quello che significhi la vita musicale in questo momento storico. Nel microcosmo della musica contemporanea, in cui alla parte esecutiva si aggiunge spesso una parte performativa per cui la presenza fisica è ancora più indispensabile, l’Associazione Nuova Consonanza ha scelto di ripensare il suo festival, giunto alla 57° edizione, per rispondere alle esigenze della musica di oggi che proprio in un momento unico come quello attuale deve riuscire più di tutti ad immaginare qualcosa di nuovo. Il programma originario, naturalmente alterato dalle necessità, ha comunque preservato gli assi portanti che guidano l’ascoltatore nel corso dell’intera kermesse. Ci saranno gli omaggi a Maderna nel centenario della nascita, il tema portante del Labirinto e quello dell’elemento tradizionale-folkloristico, che si tende poco ad associare alla musica d’oggi; e ci sarà tanta musica di Morricone, che di Nuova Consonanza è stato socio di una vita, musica colta che è raro ascoltare ma che ci rivela un lato del grande compositore romano necessario per capirne la poetica nel suo complesso e che illumina anche di nuova luce le sue più note composizioni destinate al cinema.

Ripensare un festival in streaming

Ripensare il festival per lo streaming è stato molto complicato, ci dice Lucio Gregoretti, presidente dell’Associazione: “Non solo per la necessità di rielaborarlo a livello concettuale, ma anche per rispondere alle esigenze del nostro sostegno pubblico. Abbiamo dovuto sacrificare uno dei nostri cavalli di battaglia principali, come il Teatro musicale da camera che oramai caratterizza il Festival di Nuova Consonanza da diversi anni, rimandandoli al prossimo futuro”.

“Al tempo stesso contiamo di poter raggiungere un pubblico maggiore che in passato, perché tramite lo streaming si possono connettere e ci possono seguire persone da tutto il mondo. Al contrario, cercheremo di sfruttare la nostra piccolezza e le dimensioni ridotte del festival per cercare di fare produzioni originali e creazioni che nascono qui, coinvolgendo personalità internazionali e non, ma cercando di dare anche una forte dimensione artigianale, quasi di “commercio al dettaglio” della produzione musicale.”

In un certo senso la musica contemporanea può trarre dei benefici dall’ascolto in remoto“. Gregoretti spiega “Il fatto positivo è che molte delle suggestioni derivanti dall’elettronica o comunque da musica che ha una forte presenza tecnologica è la possibilità di fruire di brani come quello di Nicola Sani per flauto solo ed elettronica, che con un impianto adeguato e un buono schermo risultano quasi valorizzati. Speriamo che questa soluzione non diventi stabile e unica ma ora come ora cerchiamo di aggrapparci e di tirare fuori il meglio possibile da questa situazione.”

Il filo di Arianna nel Labirinto

Il festival è ispirato al tema del “Labirinto”, prendendo lo spunto da un importante anniversario, quello di Laborintus di Sanguineti, da cui poi Berio raccolse l’ispirazione per la sua composizione quasi omonima. Il concetto del labirinto poi si presta a numerosi collegamenti, spiega sempre Gregoretti, anche biografici: “quest’anno cadono anche gli anniversari della morte di Franco Evangelisti, quarant’anni fa, e i cento anni dalla nascita di Maderna, cosa che ci ha permesso di collegarci alla musica aleatoria, che si sposa bene al concetto di labirinto. Originariamente era previsto un workshop di composizione istantanea e aleatoria, ma chiaramente quello lo abbiamo dovuto sacrificare; è rimasto però il concorso di composizione – che di Evangelisti porta proprio il nome – che abbiamo scelto di dedicare alla composizione aleatoria e che ha ricevuto un’ottima risposta da parte di giovani compositori.”

Oltre a celebrare anniversari di musicisti scomparsi – ci sono anche i vent’anni dalla morte di Pennisi, di cui ci eravamo occupati qui – Nuova Consonanza celebra anche uno dei suoi soci più attivi, Marcello Panni. Per i suoi ottant’anni, conclude Gregoretti, abbiamo sparso qui e lì nel corso della nostra programmazione degli omaggi alla sua musica e siamo riusciti a trovare anche spazio per una prima assoluta.

L’omaggio a Maderna

La musica contemporanea oggi non sarebbe quella che conosciamo se non ci fossero state personalità poliedriche e coraggiose proprio come quella di Bruno Maderna, di cui quest’anno è il centenario dalla nascita. Probabilmente non è l’anno ideale per una celebrazione in grande stile, ma viste le testimonianze caratteriali del direttore e compositore veneziano sarebbe stato probabilmente ben capace di scherzarci sopra.

Gabriele Bonolis, direttore dell’Ensemble Maderna che sarà protagonista della serata del 17 dicembre dedicata al grande compositore, spiega così il progetto: “dall’anno scorso è stato inaugurato nel Conservatorio di Fermo l’Ensemble Maderna su impulso di Nicola Verzina, uno dei massimi esperti mondiali del compositore veneziano. Io ho avuto l’onore di curare la direzione musicale di questo progetto, e quest’anno con il centenario della nascita del compositore è stato perfettamente logico scegliere di portare quest’omaggio a Nuova Consonanza. Certo, originariamente dovevamo programmare una serie di pezzi più ampia e con organici maggiori, ma le necessità del periodo ci hanno obbligato a ripensare l’evento. Abbiamo preparato una serata in cui si alterneranno brani da eseguire con dei solisti, piccoli ensemble cameristici fino a culminare nella splendida Serenata per un satellite, una partitura aleatoria che coinvolgerà tutti gli strumentisti che partecipano al progetto. È una partitura quasi magica, che coinvolge la composizione musicale, l’improvvisazione ed una vera e propria opera pittorica.”

Ad arricchire questa serata sarà lo stesso Nicola Verzina, che con delle brevi introduzioni guiderà l’ascoltatore all’incontro con ciascuno dei brani di Maderna, per rendere vivacemente didattica e attiva la comprensione dell’ascolto.

Tradizione, folksongs, e qualche altra sorpresa

Buona parte dell’immagine che da di sé la musica contemporanea, specialmente quando si pensa all’avanguardia, è quella di un qualcosa che ha rotto coscientemente e in modo radicale i legami con il passato. C’è una buona parte di verità in questa affermazione e per determinati periodi storici, ma non sempre è così. Le due serate dell’8 e del 19 dicembre andranno proprio in questa direzione.

Fabrizio De Rossi Re, protagonista della prima di queste due serate, ci spiega: “questo progetto ha radici profonde, e risale ad un episodio curioso. Nel 2000 Luciano Berio mi regalò una raccolta di canti dei popolari italiani, tra cui c’era anche questo Canto del Rauco Mendicante, figlio della tradizione siciliana. È pieno di canti di ogni tipo, che vanno da quelli amorosi ai canti politici, e Berio, che con il tema dei canti popolari ha una certa affinità, mi disse di studiarlo attentamente per farci qualcosa. Per molto tempo ho studiato e approfondito questo volume, perché mi ha fatto scoprire un immenso patrimonio culturale e creativo del nostro paese; dopo parecchi anni ho iniziato a lavorare su queste musiche non per farne degli arrangiamenti, ma per trasfigurare o reinventare in qualche modo le ragioni profonde di questo canto originale. È un lavoro interessante, perché il mio lavoro è una raccolta di “figure archetipiche” di una tradizione che abbraccia tutto il patrimonio del nostro paese ma richiama anche ad altre culture che vanno ben oltre i nostri confini.”

La seconda, dedicata interamente al tema delle Folksongs, offrirà una panoramica del secondo novecento su questo tema, con musiche che spazieranno da Benjamin Britten, Marcello Panni, Mauro Montalbetti, Lorenzo Ferrero, fino a Sara Caneva e Fabio Cifariello Ciardi, mantenendo un equilibrio tra musica che oramai è repertorio e prime esecuzioni, come nella miglior tradizione del Festival di Nuova Consonanza.

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Filippo Simonelli

Direttore

Non ho mai deciso se preferisco Brahms, Shostakovic o Palestrina, così quasi dieci anni fa ho aperto Quinte Parallele per dare spazio a chiunque volesse provare a farmi prendere una decisione tra uno di questi tre - e tanti altri.

Nel frattempo mi sono laureato e ho fatto tutt'altro, ma la musica e il giornalismo mi garbano ancora assai.

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