Taneev, il viaggiatore

Pubblichiamo la seconda parte di alcune lettere di Sergej Taneev tradotte per la prima volta in italiano.

Due settimane fa abbiamo pubblicato il primo di due articoli che raccolgono il lavoro di traduzione svolto da Linda Iobbi e Lara Martelozzo sulle lettere di Sergej Taneev ai genitori. L’iniziativa, nata dall’idea di Linda dopo il mio primo pezzo sul compositore, pianista e didatta russo, si conclude con quest’altro pezzo, ambientato otto anni dopo il viaggio a Parigi, di cui Taneev racconta ai genitori. Qui è ormai la sola madre a figurare come destinataria delle lettere e si sente il cambio di approccio del musicista, che ormai è un uomo adulto e con responsabilità sempre più importanti, tra cui la direzione del Conservatorio di Mosca.

In queste lettere quasi non si parla di musica, ma restituiscono uno spaccato molto interessante su una delle pratiche più comuni nell’Ottocento: i bagni termali, vere e proprie mete per decine di persone che, se potevano permetterselo, accorrevano in massa ai bagni, per curarsi e tenersi in forma. Oltre al soggiorno nella località termale di Essentuki, Taneev si imbarcherà in viaggi ed esplorazioni con amici e conoscenti, partecipando persino ad uno scavo archeologico. È la vita del compositore in vacanza, un esempio di turismo ottocentesco che permetterà al lettore di queste sei brevi lettere di rievocare i paesaggi del Caucaso che il compositore osserva nelle lunghe traversate in treno e a cavallo.

Approfitto anche di questo spazio per ringraziare di nuovo Linda e Lara, che hanno portato avanti questo lavoro di traduzione per mettere finalmente a disposizione anche in italiano alcune lettere di Taneev. Con la speranza che la traduzione di diari ed epistolari non finisca qui e possa continuare nei mesi a venire.

Alessandro Tommasi

 

Taneev, da giovane ma non più tanto giovane


1

Essentuki, martedì 4 giugno 1885

Mia amatissima mamma,

Stamattina abbiamo concluso il nostro viaggio. Siamo giunti in treno alle terme (verso le cinque e mezza del mattino), abbiamo affittato una carrozza e siamo arrivati a Pjatigorsk, che si trova a diciotto verste [1] dalla stazione. La prima parte della giornata l’abbiamo dedicata alla ricerca di un appartamento per Buchovcev [2]. Una volta trovato, siamo andati a Essentuki, dove mi ha prescritto di andare Čerinov [3]. Dopo lunghe ricerche abbiamo trovato l’appartamento. Una stanza completamente privata: due finestre danno sulla via, due sul giardino. Il costo è di venti rubli al mese. L’ho trovata solo grazie a Buchovcev, che è il terzo anno consecutivo che viene qui alle terme, conosce i posti più economici per fare acquisti e sa dove si può trovare un appartamento e che, in generale, mi è stato di grande aiuto e di piacevole compagnia durante il viaggio. Adesso sta tornando a Pjatigorsk, mentre io sono rimasto qui a scrivere lettere.

Čerinov mi ha consigliato due dottori. Uno è Miljutin che vive a Pjatigorsk e attualmente è malato, l’altro è Bogoslovskij che vive qui a Essentuki, ma oggi sono arrivato dopo il suo orario di visita e domani non riceve. Dopodomani andrò da lui per un consiglio su quando e quanta acqua termale bere.

Ho viaggiato tutto il tempo in terza classe. Passare alla seconda o alla prima classe per la notte non mi è stato necessario, si riusciva a dormire anche in terza. Dalla città di Rostov, tutta la strada passa per la steppa e a sole due stazioni dalla fine del viaggio iniziano a intravedersi le montagne, raggruppate in massicci ben distinti, e non si uniscono mai a formare una fila ininterrotta. La mattina ha fatto freddo, durante il giorno caldo, ma non c’è stata una particolare calura. Con un vestito di lana leggera sto bene.

Questa lettera la indirizzo a Mosca, sperando che vi arrivi in ogni caso. Scrivetemi quando andrete a Ostan’ino. Un saluto ai Maslov: sono già partiti per la campagna?

Il vostro amato figlio,

S. Taneev

Indirizzo: Governatorato di Stavropol’, Essentuki, casa del cosacco Jaickij, lungo la strada.

[1] Versta: vecchia misura lineare russa pari a 1067 m.
[2] Aleksandr Nikitič Buchovcev (1850-1897), musicologo e teorico del pianoforte. Autore di diversi trattati e metodi per pianoforte. Allievo di N. Rubinstein presso il Conservatorio di Mosca.
[3] Michail Petrovič Čerinov, medico terapeuta di Taneev.
[4] Ostan’ino è la tenuta della proprietaria terriera Ekaterina Dmitrievna Saharova, zia di Taneev. Il compositore ci soggiornava spesso durante l’infanzia assieme alla sua famiglia.


2

[Essentuki] 13 giugno 1885

Mia cara mamma!

Ho appena ricevuto la vostra lettera. Credevo che non sarebbe arrivata perché l’indirizzo che vi ho scritto non è del tutto corretto, però sembrerebbe sia stato sufficientemente chiaro per le poste. L’indirizzo preciso è quello che si trova all’inizio di questa lettera.

Non ricordo proprio quando vi ho scritto, se prima o dopo aver visto il dottore. Il dottor Bogoslovskij, raccomandatomi da Čerinov e dal quale vado due volte alla settimana, mi ha prescritto di bere l’acqua termale due volte al giorno e di fare il bagno nella vasca calda una volta al giorno. Mi alzo ogni mattina alle cinque, mi lavo, mi vesto e vado al parco termale a bere dell’acqua dalla fonte n. 17. Dopo aver bevuto due bicchieri (inizialmente bevevo mezzo bicchiere, adesso sono arrivato a due), faccio una passeggiata di circa un’ora, bevo un caffè nello stesso parco e alle sette faccio un bagno caldo nell’acqua termale. Ho iniziato con la vasca da 29°C, adesso sono arrivato a quella da 31°C e domani inizierò quella da 32°C. Rientro a casa attorno alle otto e fino alle nove rimango a letto. Poi, mi alzo per la seconda volta e fino all’una mi occupo principalmente della disamina dei conti della Società Musicale [1]. All’una vado al parco per pranzare; lo stesso dottore Bogoslovskij ogni giorno compone una lista di cose da mangiare che non nuocciono ai malati. La lista è in albergo, e da questa mi scelgo due o tre piatti (ogni piatto costa 25 copechi, quindi a pranzo me la cavo con poco). Dopo pranzo bevo ancora un bicchiere e mezzo della stessa acqua termale, ma effervescente, avendo prima letto qualche giornale che ricevo nello stesso albergo in cui pranzo. Alle cinque bevo ancora due bicchieri d’acqua e faccio una passeggiata, alle otto bevo un tè e alle nove vado a dormire. Passo in questo modo le mie giornate. Per ora, la mia cura sta progredendo con successo: in sei giorni, il mio peso è diminuito di sei libbre, una libbra al giorno (pesavo 5 pud [2] e 35 libbre, mentre adesso sono 5 pud e 29 libbre).

Quando finirò di curarmi (tra circa tre settimane), dovrò fare dieci dieci bagni a Kislovodsk, dove in genere riposano i malati dopo la cura, e da lì andrò a Vladikavakz (via treno). Andrò a cavallo da Vladikavkaz a Tbilisi tramite la Strada Militare Georgiana [3], e da Tbilisi, di nuovo via treno, andrò fino a Poti, mentre da lì, in battello, raggiungerò la Crimea dove probabilmente mi vedrò con i Maslov [4].

Ho scritto ieri a Varvara Ivanovna a Carlsbad [5]. Insieme alla vostra lettera ho ricevuto anche quella di S. A. Bernar [6-7]. Probabilmente riceverete questa lettera a Ostan’ino. Date un bacio a zia Katja, salutatemi Aleksej Dmitrievič, Marja Pavlovna e Antonina Viktorovna. Aspetto una vostra lettera e resto il vostro figlio che vi ama sinceramente,

S. Taneev

Oblast’ di Terek, Essentuki, sulla strada di Kislogorsk, casa del cosacco Grigorij Jaickij.

 

[1] Nota del curatore: I conti dell’RMO di Mosca. Nell’ATK sono conservati i conti degli anni 1864-1990, appartenuti a Taneev. Sono rilegati in tre tomi con le iniziali di Taneev sul dorso. Taneev stava esaminando questi conti conseguentemente alla sua nomina come direttore del Conservatorio di Mosca. Ne scrive in modo dettagliato a Čajkovskij il 18 giugno 1885.
[2] Pud: antica misura di peso russa, pari a 16,3 kg.
[3] Antica strada che unisce la Russia alla Georgia, lunga circa 212 km. Ancora oggi è conosciuta con il suo nome originale ed è l’autostrada A161.
[4] Nota del curatore: In questa estate, vivevano in Crimea Sofia Ivanovna e Nikolaj Ivanov, e, una volta tornata da Carlsbad, Varvara Ivanovna Maslovy. Taneev non andrà in Crimea, ne parlerà nella lettera ai Maslovy del 19 luglio 1885.
[5] Nota del curatore: La lettera a V. I. Maslov è datata ugualmente 13 giugno 1885, anche se “ieri” dovrebbe essere il 12 giugno.
[6] Nota del curatore: Nella lettera del 10 giugno 1885, la madre di Taneev scriveva: “Appena sei partito, è passato un signore inviato da Sofia Alekseeva Bernar. Mi ha chiesto il tuo indirizzo, oggi glielo spedirò”.
[7] Sofia Alekseeva Bernar, filantropa moscovita. Affittuaria di diversi appartamenti economici presso il Conservatorio di Mosca.


3

Essentuki, 29 giugno 1885

Ho appena ricevuto la vostra lettera, mia cara mamma. Quando vi ho spedito la lettera precedente, Buchovcev viveva a Pjatigorsk, per questo non ci siamo visti spesso [1]. La settimana scorsa si è trasferito a Essentuki e ha trovato alloggio dal mio stesso affittuario ma in un’altra casa che si trova nel mio stesso cortile, a dieci passi dal mio terrazzino d’ingresso. Siamo presi dal lavoro: lui sta scrivendo un libro sul pedale e io lo sto aiutando [2]. Solitamente, alle sei della mattina andiamo al parco a bere l’acqua, poi, alle sette, io faccio il bagno, torno a casa e mi stendo a letto. Buchovcev allora inizia a scrivere e discutiamo insieme su diversi quesiti riguardanti il suo libro. Il nostro lavoro è quasi finito e dopodomani le nostre strade si divideranno: lui ritornerà di nuovo a Pjatigorsk mentre io partirò per Kislovodsk. Qui di conoscenti, a parte Buchovcev, non ne ho. Tra l’altro, a volte mi incontro con El’cynskij (che ho conosciuto qui) e con Mamontov, che lavora al Bol’šoj di Mosca. A Kislovodsk ho molti più conoscenti. Al momento è lì che si trovano Kovalevskij e Ivanjukov, come anche altri due scrittori con i quali ho fatto conoscenza durante il passaggio di Kovalevskij e Ivanjukov a Essentuki (circa una settimana fa), e cioè Michajlovskij e Gleb Uspenskij. Ho ricevuto ieri la lettera da Anna Ivanovna dove mi comunica che anche a Kislovodsk vive un dottore di Karačev, il dott. Svjatoslavskij, che conosco già. Appena arriverò a Kislovodsk, vi comunicherò il mio indirizzo, anche se direi che potete indirizzarle direttamente al fermoposta.

Qui la frutta non manca, anche se io ne vedo poca: ai malati è vietato mangiarla. Adesso sto seguendo una cura a base di latte, come da consiglio del dott. Bogoslovskij. Non posso mangiare nulla, solo bere latte con del semplice pane biscottato. Dicono che con questa cura si perda molto peso.

Con Buchovcev la sera andiamo a cavallo. Lui ha il suo, mentre il mio è in affitto.

Ho ricevuto una lettera da Dresda da parte di Varvara Ivanovna. Mi scrivo anche con Pёtr Il’ič e con Anton Stepanovič. Salutatemi tutti gli abitanti di Ostan’ino. Vi manda i suoi saluti Buchovcev.

Affezionatamente vostro,

S. Taneev

[1] Nota del curatore: Nella lettera del 21 giugno 1885, V. P. Taneeva chiedeva: ”Perché non mi scrivi se ti vedi con Buchovcev o meno… Non conosci nessuno a Essentuki? Da soli ci si annoia, non c’è nessuno con cui scambiare due parole.”
[2] Ne scrive in una lettera a Čajkovskij.


4

[Kislovodsk]
12 luglio 1885

Mia amatissima mamma!

Domani partiremo per una lunga gita che durerà cinque giorni, nel corso dei quali non vi scriverò, dato che in quelle zone non arriva la posta. Viaggeremo su due carrozze fino al monte Bermamut (cento verste da qui) e da lì attenderemo l’alba per vedere la cima innevata del monte Elbrus. Dopodiché, a cavallo raggiungeremo lo stesso monte Elbrus e i pastori di Karačev che vivono ai piedi del monte. Kovalevskij studierà il vivere quotidiano della popolazione. Oltre a Kovalevskij verrà anche Ivanjukov, Michajlovskij e un nostro conoscente del posto, il colonnello Aglincev, il quale conosce molto bene queste zone. Staremo nel villaggio di Karačev per due giorni e torneremo a Kislovodsk a cavallo. Al rientro vi scriverò. È da tanto che non ricevo vostre lettere: non si saranno forse perse?

Qualche giorno fa siamo stati a sessanta verste da qui. Kovalevskij ha scavato in un tumulo e vi ha trovato due scheletri. Ci siamo recati lì per due giorni di seguito con sei operai. Con loro c’erano anche delle signore: la moglie e la sorella del dott. Bogoslovskij, la moglie del pittore Jarošenko, nella casa della quale vivono Ivanjukov e Kovalevskij, e ancora altre due conoscenti di Uspenskij. Quest’ultimo ha lasciato Kislovodsk due giorni fa.

Siamo stati una volta nell’aul [1] della Cabardia [2] per una festa. La gita è stata organizzata dalla Sig.ra Jarošenko, che ha dei conoscenti in questo aul. Siamo stati in due case (saklja). Ci hanno offerto spiedini (di carne ovina cotta al girarrosto), latte acido e focacce varie. Abbiamo mangiato tutto con le mani: i nativi non usano coltello e forchetta. Poi abbiamo visto le corse dei cavalli.

Vedo spesso il dott. Svjatoslavskij (conoscente dei Maslov).

Mi alzo alle sei della mattina, vado a bere l’acqua e alle sette e mezza faccio il bagno nel narzan: è così che chiamano qui la sorgente dell’acqua effervescente, dal gusto simile alla Selterswasser e nella quale è molto piacevole fare il bagno. Dopo il bagno mi incontro con Kovalevskij, Ivanjukov e Michajlovskij e con uno dei tre vado a fare una passeggiata in montagna. Poi vado da loro in giardino (vivono in una casetta nel mezzo del giardino in cui si trova anche il ristorante) e beviamo caffè e latte. Dopodiché ci sdraiamo al sole e a volte leggiamo ad alta voce. Pranziamo a mezzogiorno e mezzo al ristorante, e durante il resto della giornata passeggiamo per il parco, facciamo visita ai nostri conoscenti, a volte andiamo a cavallo e così via. Vado a dormire verso le dieci. Per giorni interi non facciamo praticamente nulla e ci sentiamo molto bene.

Aspetto una vostra lettera e resto il vostro affezionato,

S. Taneev

Salutatemi la zia Katja, Aleksej Dmitrievič, Marja Pavlovna e Antonina Viktorovna.
È arrivato Pavel Ivanovič?

Oblast’ di Terek, Kislovodsk, Verchnjaja ulica, vicino alla chiesa, casa di Gajvelev.

 

[1] Aul: villaggio fortificato tipico dell’Asia centrale e del Caucaso.
[2] Dell’attuale regione Cabardino-Balcaria.


5

Kislovodsk, 19 luglio 1885

Mia amatissima mamma!

La scorsa gita di cui vi ho scritto non è del tutto riuscita. Oltre il monte Bermamut non siamo andati, la strada per la quale contavamo di passare si è rivelata dissestata, e percorrendone un’altra ci avremmo messo troppo tempo. Domani lasceremo Kislovodsk e partiremo per la Svanezia [1-2]. Ci impiegheremo approssimativamente una ventina di giorni. Non aspettate mie lettere durante questo periodo, lì la posta non arriva. Le condizioni di questo nostro prossimo viaggio sono molto favorevoli. Kovalevskij ha un lasciapassare del governatore della regione, Donkunov-Korsakov, nel quale si ordina a tutte le autorità di fornirci diversi agi lungo il tragitto e facilitare la possibilità di trovare ovunque dei cavalli. Ma la comodità più grande è il fatto che con noi viaggerà il duca Urusbiev, proprietario del terreno vicino a Elbrus (aul di Urusbiev) [3]. Grazie a lui durante il viaggio avremo guide, cavalli e via dicendo. Suo figlio ci guiderà fino a Kutaisi: le lettere indirizzatele a Kutaisi al fermo posta. Il dottore dice che questa gita mi sarà molto salutare. Da Kutaisi andremo a Tiblisi e da lì ci dirigeremo verso Mosca tramite la Strada Militare Georgiana.

È da tanto tempo che non ricevo vostre lettere, credo che siano andate perse. Probabilmente mi avete scritto per l’onomastico, ma nel frattempo non ho ricevuto lettere.

Oltre a me, Ivanjukov, Kovalevskij e Urusbiev, viaggeranno fino a Elbrus due inglesi, uno dei quali è sposato con una lontana parente di Kovalevskij. Vi invio i nostri ritratti, venuti abbastanza male. In questo gruppo l’unico che non conoscete è Michajlovskij.

Saluto Pavel Ivanovič (probabilmente sarà già in campagna), come anche la zia Katja, Aleksej Dmitrievič, Marija Pavlovna e Antonina Viktorovna. Mi sento bene come mai prima d’ora. Ho già messo in valigia tutti gli oggetti necessari per il viaggio (per questo sto scrivendo con la matita), Buchovcev (che adesso si trova qui) consegnerà il resto a Mosca.

Affezionatamente vostro,

S. Taneev

 

[1] Regione storica della Georgia.
[2] Nota del curatore: Il viaggio per la Svanezia durò ventiquattro giorni. È descritto nei dettagli nei saggi di I. Ivanjukov e M. Kovalevskij ne “Ai piedi di Elbrus” e ne “In Svanezia” in “Vestik Evropy” 1886 […]. Nel saggio “Ai piedi di Elbrus” alle pagine 94-98 c’è una nota di Taneev sulla musica dei tatari delle montagne. I titoli e i commenti alle canzoni e melodie raccolte da Taneev durante il viaggio, vd. pagg. 150-151. Di questo viaggio Taneev scrive a Čajkovskij e a V. I. Maslova.
[3] Nota del curatore: Il 19 luglio 1885 Taneev scrive a F. I. Maslov: “Viaggerà con noi il proprietario dell’aul di Urusbiev, un persona per molti aspetti eccezionale. Izmail Mirzakulobič [Urusbiev], di anni cinquaquattro, conosce tutto il Caucaso, le tradizioni dei diversi popoli, la musica antica e contemporanea (beninteso, caucasica), conosce la storia e la geografia, autori come Buckle, Darwin e così via. E in tutto questo non sa né leggere né scrivere. Lo si considera il miglior conoscitore delle leggende caucasiche.


6

Rostov sul Don, 19 giugno 1888

Mia amatissima mamma!

Oggi si è felicemente concluso il mio viaggio in battello e domattina lascerò Char’kov [1]. Mi sembra di avervi scritto che avrei viaggiato con Pёtr Vasil’evič fino a Saratov 2. Mi sbagliavo: abbiamo viaggiato insieme solo fino a Simbirsk. Durante il viaggio per Saratov ho sentito per caso sul battello che Lavrovskaja quel giorno dava un concerto. Una volta approdato in città alle undici di sera, sono andato direttamente a quel concerto, del quale ho potuto vedere la fine. Vi prese parte, insieme a Lavrovkaja, anche Bartenev, un mio ex allievo. Poi abbiamo cenato tutti e tre insieme e poco dopo sono tornato al battello. Quando viaggiavo sul Volga il clima era freddo, quando invece ero sul Don faceva caldo. Le rive del Don sono meno pittoresche di quelle del Volga, sabbiose e con poca vegetazione; solo giungendo a Rostov si incontra il verde rigoglioso delle viti. Quando arriverò da Kovalevskij vi scriverò quanto prima e lì da lui spero di trovare una vostra lettera. Date un bacio alla zia Katja e salutatemi Antonina Viktorovna.

Resto il vostro figlio che vi ama sinceramente [3],

S. Taneev

[1] Nota del curatore: Ai primi di luglio Taneev partì da Mosca per Jaroslavl’. Da lì verso sud per il Volga e dopo tramite il Don fino a Rostov. Da lì fino alla casa in campagna di M. M. Kovalevskij, nel governatorato di Charkiv.
[2] Nota del curatore: In realtà, di questo Taneev scriveva a Čajkovskij nella lettera del 14 giugno 1888.
[3] Nota del curatore: Questa è l’ultima lettera conservata scritta da Taneev alla madre. Il 10 marzo 1889 Varvara Pavlovna Taneeva morì.

 

Epistolario tratto da

P. I. Čajkovskij
S. I. Taneev

Lettere
a cura di V. A. Ždanov

Gosudarstvennyj Literaturnyj Muzej
Goskul’tprosvetizdat
Mosca 1951

p.379-p.392

S. I. TANEEV
LETTERE AI GENITORI
1876-1888
(Parte 2 di 2)

Traduzione a cura di Linda Iobbi e Lara Martelozzo

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