Domus Artium: una nuova casa per le arti

Ieri abbiamo assistito all'inaugurazione di Domus Artium al Castello di Bracciano. Ecco il nostro resoconto della serata

L‘annuncio di una nuova rassegna di concerti è sempre un’ottima notizia. Se poi ad esso si aggiunge l’inaugurazione in una location da favola, con musicisti di fama internazionale e un apparato eno-gastronomico di prima qualità, allora non si può che dirsi pienamente soddisfatti.
Questo è quello che è accaduto ieri sera all’inaugurazione di Domus Artium: il Castello Odescalchi di Bracciano ha ospitato infatti il concerto di apertura con ospiti del calibro di Nina Kotova e Jean-Yves Thibaudet, reduce dal recital debussiano di lunedì sera al Parco della Musica. Il tutto accompagnato dagli ottimi vini della Cantina Marchesi Antinori e dalle preparazioni culinarie dello chef Antonio Ziantoni, giovane stella Michelin della Capitale, precettato da Andrea Petrini, animatore della sezione food&wine del progetto.

©Flavio Ianniello

Ma andiamo con ordine: come ogni primo appuntamento che si rispetti, la serata è partita con la conferenza stampa e la presentazione dell’iniziativa. A intervenire, oltre alla wine partner Alessia Antinori e allo chef Ziantoni, è stato Barrett Wissman, ideatore e direttore esecutivo di Domus Artium che ha raccontato ai giornalisti la genesi del progetto insistendo sull’importanza di ritrovare un legame tra mecenati e offerta culturale. Legame che in Europa e soprattutto in Italia è stato alla base della creazione di buona parte della produzione artistica, così come di quella musicale. Nell’instabilità generale del periodo pandemico, le dimore storiche tornano ad aprire le loro porte alla cultura offrendo una sorta di rifugio per le arti, gli artisti ma più in generale per tutto il pubblico che, come dimostra l’affluenza di ieri sera, non può fare a meno di un rapporto con la fruizione culturale fuori dai canali virtuali.

Subito dopo la conferenza stampa si è tenuto l’aperitivo curato da Ziantoni che, fungendo da preludio alla continuazione della serata, ha poi lasciato il posto al momento clou della serata: il concerto di Kotova e Thibaudet, che ha visto impegnati i due artisti nell’esecuzione di musiche di Frescobaldi, Schumann, Debussy e Shostakovich. L’intesa tra i due musicisti è incredibile, considerato anche il poco tempo a disposizione per le prove di musiche difficili non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto per l’incastro delle voci e la calibrazione delle dinamiche. L’esibizione scorre veloce senza particolari intoppi e il pubblico applaude senza problemi tra un movimento e l’altro, noncurante delle regole del gioco. I due artisti ripagano l’entusiasmo degli spettatori concedendo come bis Vocalise di Rachmaninov, conterraneo della violoncellista.

Domus Artium

©Flavio Ianniello

Finito il concerto, entrambi gli artisti si sono intrattenuti insieme al pubblico nel rinfresco finale, mentre la piazza e i camminamenti interni del castello, impreziositi da fiaccole e torce, hanno regalato alla serata una dimensione a dir poco favolistica.

Questo è Domus Artium, la casa delle arti, facilmente declinabile anche al plurale: quello di ieri sera è infatti solo il primo di altri appuntamenti che si susseguiranno nei mesi a venire dando vita ad un vero e proprio circuito di eventi all’insegna della trasversalità di arti, cibo, vino e altra bella roba che resta ancora da scoprire. Qualche anticipazione già si può leggere sul sito: il 15 gennaio Hilary Hahn e Andreas Haefliger si esibiranno nel Castello Ruspoli di Vignanello; il 5 febbraio sarà il turno di Luca Pisaroni, ospite di Jonathan Doria Pamphilj nello splendido Palazzo su via del Corso, mentre il 12 marzo lo scrigno di Villa Chigi Sacchetti a Castel Fusano sarà la cornice per il recital di Angel Romero. Gli organizzatori hanno già anticipato che però ci saranno altre date in preparazione che saranno comunicate prossimamente.

Forte della sua esperienza come ideatore del Tuscan Sun Festival di Cortona, Barrett Wissman si conferma anche in questa veste romana un visionario promotore di spazi e modi di creazione e fruizione dell’arte, arrivando a portare la musica in scenari e contesti svincolati dai consueti circuiti. È proprio lui a raccontarci di come si sia passati dall’idea all’azione nel giro di poche settimane:

Domus Artium

Barrett Wissman

In Italia sento parlare troppe volte delle difficoltà o dell’impossibilità di rendere concrete iniziative di tipo culturale. Il rischio è quello di diventare il Paese del “non si può”. È vero che le difficoltà ci sono, soprattutto in un momento come questo in cui bisogna riportare le gente a sentire la musica dal vivo, vincendo anche lo sconforto e la paura di ritrovarsi in situazioni comunitarie a cui ci siamo quasi disabituati nel giro di questi ultimi anni. Tutto questo però non può avere la meglio sull’importanza di continuare a far vivere le arti che, senza pubblico, non hanno alcun senso.

Né la magnificenza degli scenari di queste dimore patrizie deve essere d’impaccio per i semplici amatori dell’arte, anche meno facoltosi:

Vorrei che ai concerti di Domus Artium possano partecipare tutti, dai principi ai giovani amanti della musica delle comunità locali, e anche coloro che, incuriositi dalla straordinarietà dei posti in cui troveranno luogo i nostri concerti, si affacciano per la prima volta alla bellezza di poter sentire la musica accompagnati da esperienze e stimoli trasversali e multidisciplinari.

I contesti che faranno da cornice ai concerti non sono infatti semplicemente uno sfondo, ma le loro pietre secolari dialogano con il presente in una sinfonia di suoni, colori e sapori.

In America non siamo abituati a una cultura così antica. È questo quello che più mi piace di Roma e dell’Italia in generale: vedere come anche in contesti cittadini piccoli la Storia si faccia sentire con tutta la sua voce millenaria non accontentandosi di essere solo un bello sfondo da cartolina.

Noi di Quinte Parallele avremo modo di seguire  tutti i concerti che verranno, raccontandovi passo dopo passo tutte le tappe di questa novità musicale targata Domus Artium.

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