Ultimo aggiornamento15 ottobre 2024, alle 10:50

Come Beethoven sognò l’Europa

di Alessandro Tommasi - 4 Settembre 2020

Torna a Padova il Festival Cristofori

Quando la pandemia cominciò a far saltare, uno dopo l’altro, tutti gli appuntamenti musicali di quello che si prospettava essere un ricchissimo ed entusiasmante 2020, il mio primo pensiero fu che ci trovavamo alla fine, che sarebbe stato quasi impossibile fare musica, anche per il Festival Bartolomeo Cristofori a Padova.

Non per i permessi, ché il Festival si svolge a settembre supponevo qualcosa si sarebbe sbloccato ad una certa, ma perché come organizzare musica, con quali fondi, con quale pubblico, con quale scopo, quando il mondo sembrava avere ben altre necessità? La risposta giunse molto presto: il Festival Cristofori 2020 doveva essere un Festival in grande stile, con solisti da mezzo mondo, con orchestre, talk show, conferenze. Ma soprattutto era un Festival che voleva parlare di Padova, in un anno importantissimo: il 2020, infatti, Padova è Capitale Europea del Volontariato, un riconoscimento duramente guadagnato. Nel 2020, il pianoforte più antico rimastoci del padovano Cristofori compie 300 anni. Nel 2020 tutto il mondo festeggia i 250 anni di Beethoven, un compositore che divenne un simbolo di un diverso ruolo dell’artista e che riversò soprattutto sul suo pianoforte gran parte della propria turbolenta produzione, così impregnata di sogni e ideali. Prima che la pandemia cambiasse il corso della storia, il Festival Cristofori aveva costruito un rapporto con la Rappresentanza Italiana della Commissione Europea perché attraverso la musica si parlasse di identità europea e perché attraverso l’Europa si parlasse di cultura. Il Festival andava fatto.

L’emergenza sanitaria internazionale è stata senza dubbio una catastrofe, ma ogni grande momento di crisi offre anche delle opportunità, pur nel delirio più totale: ad esempio la possibilità di sperimentare. Saltate le programmazioni più istituzionali, si spalancano le porte della fantasia, del fare molto con poco. Come organizzare un Festival che riuscisse a portare avanti un messaggio europeo, che si coniugasse con le norme in vigore e al contempo che potesse sembrare fresco, vitale, non un ripiego rispetto ad una sospirata programmazione ahimè scomparsa?

Nel nostro piccolo, abbiamo provato a rispondere.

Il Festival Cristofori 2020 si è infatti aperto con un’anteprima, il 1° settembre, che ha visto il grande jazzista Enrico Pieranunzi confrontarsi con la musica di Scarlatti, Bach, Händel e, ovviamente, Beethoven, in una serata di crossover che è anche la prima delle numerosissime collaborazioni del Festival. L’anteprima è stata infatti un ponte verso il Castello Festival, la rassegna che ogni estate popola la bellissima cornice del Castello Carrarese di Padova, sotto la torre della Specola. Lanciata la conferenza stampa il giorno dopo, il Festival si ripresenta a Padova il 10 mattina, con la consegna al Conservatorio Pollini di un bassorilievo di Bartolomeo Cristofori, realizzato con il sostegno del Rotary Club Padova Est: per quanto assurdo possa sembrare, è la prima immagine di Cristofori esposta nell’intera città, che oltre ad una piccola via non ha statua, dipinto, piazza o edificio dedicati a quello che è uno dei suoi più illustri figli.

È con venerdì 11, però, che il Festival apre veramente le danze. Visto che al chiuso la situazione si fa complessa, perché non aprire al pubblico alcuni dei più bei giardini e dei più bei chiostri di Padova? Così è nata la collaborazione con le guide dell’Associazione Tartini 2020 e con Anime Verdi, il Festival dei Giardini: ogni giorno alle 18, due gruppi partiranno rispettivamente da un chiostro e da un giardino, assisteranno ad un primo concerto di 30 minuti, proseguiranno con una piccola camminata guidata in città e alle 19.15 si scambieranno di sede assistendo all’altro concerto in replica. Chi venerdì partirà alle 18.00 dal Chiostro Albini dei Musei Civici agli Eremitani avrà modo di ascoltare Simone Ivaldi in un programma beethoveniano che alla Sonata op. 31 n. 3 affianca la Fantasia op. 77 e le Bagatelle op. 126, mentre alle 19.15 ascolterà nel giardino che fu di Galileo Galilei il giovane Matteo Bortolazzi, selezionato tra i migliori studenti del Conservatorio Pollini, suonare l’op. 31 n. 2, la Tempesta, insieme a Mormorii della Foresta di Liszt e al Terzo Scherzo di Chopin. Chi alle 18.00 partirà da Casa di Galileo farà invece il percorso inverso.

Il tutto finirà in tempo per le 20, perché già alle 21.00 si inaugura formalmente il Festival presso la Casa della Musica patavina, l’Auditorium Pollini. Il Quartetto Werther, fresco di Premio Farulli all’Abbiati, proporrà la prima delle due colonne che reggono tutto il messaggio del Festival Cristofori 2020: la Sinfonia Eroica, nella versione per quartetto con pianoforte di Ferdinand Ries, che di Beethoven fu allievo. Al maestoso lavoro, il Werther affiancherà il Quartettsatz di Gustav Mahler, altro brano la cui pulsione sinfonica è ben manifesta. Ma la serata non termina qui: chiudere la serata alle 22.30 mi ha sempre dato l’impressione di un non concluso, che mancasse qualcosa, un ultimo appuntamento (saranno forse i tanti anni a Trame Sonore, con i suoi concerti di mezzanotte?). È così che il sogno di una vita (non giudicatemi) si è realizzato. Grazie alla collaborazione con il bar Blended e Taverna Maderna, collettivo di compositori della musica di oggi, è nato il Bar Tolomeo, un Late Night Concert che ogni sera dalle undici a mezzanotte porta tre pianisti specializzati nel repertorio contemporaneo a raccontare la musica dal Secondo Novecento ad oggi, ogni giorno con tre nuovi cocktail e un menù ispirati al tema. Comincia Roberta Pandolfi, che nella serata “Sweet & Sour” si addentrerà nell’Argentina di Ginastera con la Sonata n. 1, per arrivare al suo allievo Mauricio Kagel, di cui eseguirà An Tasten. Ogni Bar Tolomeo, poi, vedrà almeno una prima esecuzione assoluta di un compositore di Taverna Maderna, specificatamente scritta intorno al tema della serata e dedicata ai tre giovani pianisti. Per questa prima serata verrà eseguita la sonata choro di Andrea Miazzon.

Sabato 12 settembre si aprirà alle 11 con la presentazione di uno degli ultimi progetti del Conservatorio Pollini, un CD monografico dedicato a registrazioni inedite del grandissimo pianista Gino Gorini, che fu allievo di Tagliapietra (a sua volta allievo di Busoni) e di Malipiero. Condurrà la presentazione Luca Ciammarughi. Nel pomeriggio torneranno i tour padovani alle 18: Serena Valluzzi, ultima vincitrice del Premio Alkan per il Virtuosismo, suonerà presso il Chiostro del Barbarigo i Sei Lieder op. 48 di Beethoven trascritti da Liszt, proseguendo poi con Gaspard de la nuit, il trittico di Maurice Ravel ispirato al capolavoro di Bertrand; parallelamente il duo formato da Henrike Legner, soprano, e Sofia Andreoli, pianoforte, passerà dalla liederistica beethoveniana alle chansons di Francis Poulenc, nel rigoglioso giardino di Palazzo Papafava. Il rapporto tra musica e poesia è dunque centrale per tutta la giornata di sabato, che si concluderà alle 21 presso l’Auditorium Pollini con un percorso nella canzone d’autore italiana grazie al Laboratorio Musicale Italiano guidato da Giuseppe Cadamuro. A chiudere la giornata Sofia Tapinassi, che con il Late Night Concert “Old Fashioned” ci condurrà attraverso la musica dei compositori baltici Tüür e Pärt, per poi dare in prima assoluta Svanito di Ardavan Vossoughi e due brani di Simone Tessari, …dal mare e Bunjin Gi.

Ma l’approfondimento musica-poesia altro non è che un tassello di quel percorso beethoveniano che anima il Festival Cristofori. Il primo giorno abbiamo potuto vedere alcune delle composizioni che segnano la piena maturità del genio di Bonn, tra cui la fondamentale Sinfonia Eroica. Il secondo giorno ne ha approfondito il rapporto col testo poetico. E nella scelta dei Lieder cantati dal duo Legner-Andreoli ne compare uno, di ben rara esecuzione, Seufzer eines Ungeliebten und Gegenliebe del 1794, in cui non è certo un caso che compaia per la prima volta il celebre tema che Beethoven riutilizzerà per la Fantasia Corale nel 1808 e che esattamente trent’anni più tardi, nel 1824, troverà la sua perfetta realizzazione nel grandioso finale corale della Nona Sinfonia.

Il pomeriggio di domenica 13 vedrà dunque gli ultimi tour con le Guide Tartiniane: Diego Morano eseguirà presso il Chiostro del Beato Luca alla Basilica del Santo le Sonate op. 27 n. 1 di Beethoven e D 784 in La minore di Schubert, mentre presso il giardino di Palazzo Palla Strozzi Nicola Pantani suonerà la maestosa Sonata op. 106. Anche qui non è un caso: la Hammerklavier è la Sonata la cui scrittura accompagna la gestazione di Missa Solemnis e Nona Sinfonia. Sarà proprio la Nona la protagonista dell’ultimo concerto presso l’Auditorium Pollini, nella titanica versione per pianoforte solo di Franz Liszt eseguita da un esperto in materia, Maurizio Baglini. Ma il Festival Cristofori 2020 non si concluderà senza un ultimo Bar Tolomeo. Il Blended accoglierà il pubblico padovano con il Late Night Concert “Americano”, in cui Roberto Martinelli percorrerà la musica degli States da Cage a Glass, insieme a Six variations upon a star di Landi e alla prima esecuzione di Pulvis di Pietro Ferreri.

Già così il Festival sarebbe piuttosto folto, ma molti altri appuntamenti animeranno settembre e ottobre, tra incontri con la Rappresentanza Europea, webinar sul tema Europa e Cultura, convegni sul turismo musicale e l’arrivo a Padova, forse per la prima volta, di una ricostruzione di come il pianoforte di Cristofori del 1720, ora conservato al Metropolitan Museum di New York ma pesantemente rimaneggiato nei secoli, dovesse effettivamente suonare, grazie allo strumento realizzato da Kerstin Schwarz Damm e suonato da Jacopo Sibilia.

Non posso nascondere la gioia di vedere che nonostante le difficoltà, quest’anno il Festival sia riuscito a trovare uno slancio forse ancora maggiore rispetto agli anni scorsi. E se siete arrivati fin qui nella lettura di questa lunga presentazione, non mi resta altro che invitarvi a Padova, dal 10 al 13 settembre, per assistere alla terza edizione del Festival Pianistico Internazionale Bartolomeo Cristofori.

Articoli correlati

Alessandro Tommasi

Autore

Viaggiatore, organizzatore, giornalista e Pokémon Master, studia pianoforte a Bolzano, Padova e Roma e management culturale alla Rome Business School e alla Fondazione Fitzcarraldo. È Head of Artistic Administration della Gustav Mahler Jugendorchester e direttore artistico del Festival Cristofori e di Barco Teatro.

Nel 2021 è stato Host degli Chopin Talk al Concorso Chopin di Varsavia.

Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro, dedicato all'opera pianistica di Alfredo Casella.

Dal 2019 è membro dell'Associazione Nazionale Critici Musicali.

tutti gli articoli di Alessandro Tommasi