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La musica della mente: compositori russi e scacchi

di Linda Iobbi - 17 Dicembre 2020

In seguito al grande successo riscontrato dalla nuova miniserie targata Netflix “la Regina degli scacchi”, il famoso gioco di strategia è tornato ad essere di interesse anche ai più profani del mestiere.

Il cosiddetto gioco dei russi riscontra ancora oggi in Russia un grandissimo interesse, sulla scia della grande età d’oro degli scacchi, ovvero durante gli anni dell’Urss. Proprio durante il periodo sovietico gli scacchi presero piede tra i circoli della intellighenzia russa trovando appassionati ovunque. Ma quali erano i migliori scacchisti tra i musicisti russi e sovietici? Dagli appassionati supporters come Liadov e Rimskij-Korsakov, ai risoluti giocatori come Prokofiev e Oistrakh, passando per il romantico Taneev e il mistico Skrjabin, sono davvero molti i musicisti che hanno diviso la loro vita tra la musica e gli scacchi. Seppur a primo acchito potranno sembrare due discipline totalmente opposte, in realtà gli scacchi e la musica hanno molto da condividere. Come scriveva lo storico della musica Nikolàj Dmìtrievič Kàškin: Ciò che più di ogni altra cosa avvicina gli scacchisti ai musicisti sono le abilità combinatorie necessarie ad entrambi allo stesso modo.
Nonostante nei diversi materiali biografici riguardanti questi o altri musicisti non vi è data molta importanza alla passione per gli scacchi, possiamo comunque trovare numerosi riferimenti riguardo al famoso gioco nei folti corpus di lettere e diari.

Ciò che più di ogni altra cosa avvicina gli scacchisti ai musicisti sono le abilità combinatorie necessarie ad entrambi allo stesso modo
(Nikolàj Dmìtrievič Kàškin)

Il 25 settembre del 1887, il compositore Anatòlij Kostantìnovič Liàdov, scriveva alla moglie: “L’altro giorno ho comprato il manuale di partite del famoso scacchista Morphy e ogni giorno combino una partita. Per questa estate, questi sono i miei progressi: uno scatto matto a Blumenfeld (che pensa, si considera un giocatore migliore di Dütsch), mentre Dütsch nonostante tutte le combinazioni ha fatto comunque un ottimo scatto matto“.
L’interesse di Liadov per gli scacchi era affettuosamente condiviso con il compositore Nikolàj Andrèevič Rìmskij-Korsakov.
Il 28 giugno 1895, Rimskij-Korsakov scriveva a Liadov: “Carissimo Anatolij, in aggiunta alla lettera precedente scrivo ancora un paio di righe. Lo faccio senza aspettarmi una risposta, so bene che a Voi non piace scrivere. Neanche a me piace, ma oggi mi è venuta voglia… Čigorin per ora sta vincendo“.
A questo Liadov rispondeva in una lettera del 1 agosto dello stesso anno: Čigorin ha perso col suo stesso [maestro]! Sono terribilmente arrabbiato con lui.


 I due grandi compositori condividevano la passione per gli scacchi con il vivo interesse che contraddistingue i più appassionati tifosi, seguendo con trasporto i successi e le sconfitte dei campioni del momento, come nel caso della partita svoltasi nell’estate del 1895 tra Mihaìl Ivànovič Čigòrin e il suo maestro Emmanuìl Stepànovič Šìffers e commentata in questo breve scambio di lettere.


Un romantico patito di scacchi fu invece il compositore e pianista Sergèj Ivànovič Tanèev. Il musicista ebbe l’occasione di battersi sulla scacchiera contro lo stesso Lèv Nikolàevič Tolstòj, famoso per essere un talentuoso scacchista.
Nelle memorie del figlio di Tolstoj, Sergèj, troviamo dei ricordi di quelle partite:

“Nelle estati del 1895 e 1896, a Jàsnaja Poljàna viveva il famoso compositore e scacchista Taneev. Quasi tutte le sere giocava con Lev Nikolaevič a scacchi. Tra i due era il più debole, ma nonostante ciò, ogni tanto vinceva. Tra di loro c’era questo patto: se Taneev perdeva, doveva assumersi l’impegno di suonare al pianoforte un brano a scelta di Lev Nikolaevič; se invece Lev Nikolaevič perdeva, allora il padre doveva impegnarsi nel leggere ad alta voce un qualche suo componimento. Beninteso, sia in un caso che nell’altro era presenta il pubblico di Jasnaja Poljana, ma spesso i spettatori ascoltavano più la musica di Taneev che le letture di Tolstoj

Gli scacchi non sono soltanto un gioco di strategia e tattica, ma anche una metafora della vita. Come scrisse lo stesso Liadov nella lettera del 19 novembre 1907, in seguito ai primi moti rivoluzionari: “La vita è come una scacchiera: ora tutta l’umanità è sulla casella nera, dopo passerà a quella bianca, e poi di nuovo su quella nera, e così senza fine. Dov’è la Verità, sul nero o sul bianco?

 Un gioco quindi, che sembra essere quello della vita stessa, e che proprio per questo ossessionò in modo maniacale il compositore Aleksàndr Nikolàevič Skrjàbin negli anni dal 1911 al 1913, e in modo particolare durante la stesura della sua opera “Mysterium”, malgrado sia del tutto rimasta incompiuta. Il musicologo e critico Leonìd Leonìdovich Sabanèev, che spesso giocava a scacchi con Scriabin, nelle memorie relative al compositore, scrive riguardo a quegli intensi momenti:

“A volte sembrava che fosse sfinito dai suoi pensieri riguardo a tutto questo. Mi pareva che talvolta avesse semplicemente bisogno di non pensare, per liberarsi un poco dalla terribile tensione nervosa e dallo stato di trance. Lo sapeva lui stesso, e penso che con questo si spiegava il fatto che con gli amici era solito passare del tempo non tanto condividendo “terribili racconti”, quanto giocando con i pacifici scacchi, nei quali otteneva risultati piuttosto buoni. Giocavo con lui anch’io, come Podgaèzkij, ma più spesso il [suo] dottore. In qualità di artista in tournée, Goldenweiser giungeva in visita, ma non partecipava ai discorsi sul misticismo, piuttosto vinceva con successo contro tutti a scacchi

La doppia anima di Prokofiev

 Per i nostri musicisti gli scacchi sono stati una forte attrazione, tuttavia non tale da renderli dei veri e propri campioni del gioco. In realtà, oltre all’isolato caso del francese François-André Danican Philidor, nella storia mondiale non abbiamo un caso di eccellenza in entrambe le discipline. Tuttavia, possiamo ugualmente nominare un musicista prossimo a tale eccellenza: Sergèj Sergèevič Prokòfiev.
Prokofiev, infatti, fu un assiduo frequentatore dei tornei di scacchi sia a Mosca che a San Pietroburgo, e non poche volte troviamo il suo nome nelle diverse riviste di settore.

Gli scacchi sono per me  un mondo particolare, un mondo in lotta tra piani e passioni

S. Prokofiev

 Durante la sua carriera scacchistica, Prokofiev ebbe modo di giocare con i più grandi campioni del momento come Lasker, Capablanca e il russo Botvinnik, condividendo con alcuni anche una sincera amicizia. Gli scacchi hanno accompagnato per tutta la vita il celebre compositore, e il suo talento è stato sempre motivo di vanto. Si narra che, una volta, essendosi molto arrabbiato in seguito ad una dura critica sulla sua quinta Sonata per pianoforte da parte del compositore Vladìmir Aleksàndrovič Dukèlskij (ovvero Vernon Duke), disse:  “In compenso, Dukelskij è un mediocre scacchista!”

Nel 1914 Prokofiev stava concludendo gli studi di pianoforte e composizione presso il conservatorio, quando in qualità di membro del Circolo degli Scacchi di San Pietroburgo venne invitato al torneo nazionale di scacchi tenutosi nella stessa città. In quel lasso di tempo, il compositore stava preparando il suo diploma di pianoforte. Era un diploma molto atteso, poiché nella storia del conservatorio accadeva per la prima volta che un allievo portasse un proprio concerto, anziché uno di repertorio. La tensione era alta e diversi professori erano contrari a simile scelta, ma la mente di Prokofiev era altrove. Di quei giorni abbiamo la testimonianza diretta del compositore tramite i suoi diari, dai quali possiamo scorgere, giorno dopo giorno, la doppia anima di Prokofiev: il musicista e lo scacchista. Ecco alcuni frammenti sparsi:

[Le date riportate qui sotto sono quelle originali riportate nel diario, che ricordiamo scritto ancora secondo il calendario giuliano, in vigore in Russia fino alla riforma leninista del 1917]

23 marzo 1914
Tra due settimane inizierà il Torneo Nazionale e promette essere follemente interessante: Lasker, Capablanca, Rubinstein e tutti i più grandi scacchisti, nessuno escluso! In breve, se durante questo torneo San Pietroburgo sprofonderà, allora sulla terra non resterà neanche un grande scacchista!

 Finalmente l’8 aprile inizia il torneo e Prokofiev si scontra alla scacchiera con Lasker. Le pagine del diario sono ricche di dettagli e trasmettono il grande fermento di quei giorni: la tensione ai tavoli da gioco, la folla all’esterno che commenta, grida e tifa per i propri beniamini. Che straordinarie emozioni, che giorni!

11 aprile 1914
Oggi nel Circolo di Scacchi c’è la partita tra Rubinstein e Capablanca ed è follemente interessante. Questa partita mi rapisce in positivo, ma nel momento più sbagliato. Sono un po’ lì e un po’ a casa a studiare il Concerto. Sono molto stanco anche oggi, mi sento totalmente sfinito. 

13 aprile 1914
Dunque, a quanto pare martedì ci sarà l’esame, quindi devo suonare bene il Concerto, e per questo oggi mi ci applico diligentemente. In generale mi sento stanco quando mi sveglio la mattina; mani e piedi mi fanno male. Il torneo, l’esame… tutto insieme. E’ da tanto che non sono in un vortice così appassionante: quando sono in conservatorio o a casa al pianoforte, allora mi immergo nel mio Concerto e nell’esame; quando capito al Circolo, allora la vita di quel luogo mi prende così tanto, che mi dimentico di tutto e l’esame sembra essere una stupidaggine rispetto alla battaglia tra i titani degli scacchi. Come non è, oggi ho studiato fino alle tre, e dopo sono andato al Circolo degli Scacchi per vedere la partita tra Lasker e Rubinstein.

3 maggio 1914
Intorno l’una sono passato in Conservatorio; la prova era finita. Ho chiesto a Čerèpin se fosse possibile spostare la prova del mio concerto da lunedì a martedì, perché lunedì c’è la partita Lasker-Capablanca, e mancando da parecchio al Circolo degli Scacchi, mi sarebbe piaciuto senz’altro assistere a questa decisiva partita. 

5 maggio 1914 
Ho deciso di non andare alla prova dell’atto per recarmi al Circolo degli scacchi e vedere la decisiva partita tra Lasker e Capablanca. Come al solito, una densa calca di gente. Adesso, dopo la mia esibizione con “Tannhäuser” al Gran Gala, molti mi riconoscono e mi guardano. Da una parte, mi piace, ma d’altra parte mi intimorisce. 

 Finalmente il giorno del diploma arriva, ma nel bel mezzo della partita tra Prokofiev e il famoso Capablanca.

11 maggio 1914 
La mia uscita fu accolta con amichevoli applausi. Ho suonato il Concerto con piacere, malgrado alcuni momenti di agitazione, peraltro non molti. Čerepin ha accompagnato bene. Il Concerto ha avuto un grande successo, sono uscito due volte per l’inchino. Anche Glazunov e Arzybušev sono stati decorosi e hanno applaudito. L’ orchestra ha applaudito.  […] L’atto sembra tirare per le lunghe, e stasera devo giocare con Capablanca. Mi sono recato nel foyer vuoto, e tolto il frac ho dormito sul divano in un angolo per una mezz’oretta. […] Quando sono tornato a casa, ho visto con orrore che erano le otto meno un quarto e la simultanea con Capablanca è alle otto! Come un pazzo ho buttato il frac, ho messo la giacca e sono corso al Circolo.

 Nonostante quella volta Prokofiev perse contro Capablanca, si iscrisse alla successiva simultanea del 16 maggio, dalla quale ne uscì vincitore.
Per tutti i curiosi, tale partita è registrata negli archivi di chessgames.com (https://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1261719), dove vi è la possibilità di giocare passo per passo la partita rivivendo le emozionanti mosse dei due scacchisti.
Osservando da vicino lo stile di gioco di Prokofiev non è possibile non notare la sua tattica aggressiva e determinata. Il famoso scacchista sovietico Mihaìl Moisèevič Botvìnnik, col quale Prokofiev spesso giocava, definiva così lo stile del compositore: “Più di una volta mi capitò di incontrare Prokofiev alla scacchiera. La grande immediatezza era ciò che contraddistingueva il Prokofiev scacchista. Solitamente giocava in attacco, e lo conduceva argutamente e ingegnosamente; era evidente che non ama difendersi

La partita del secolo

 In seguito a quel campionato e sulla scia dell’entusiasmo lasciatosi appena alle spalle, Prokofiev iniziò la stesura del suo Concerto per violino ed orchestra. Il nome del compositore si fece presto largo nel mondo scacchistico, ritrovandosi anche nei manuali dei grandi scacchisti come esempio di partite ben giocate. Ma, sicuramente la partita che i più ricordano è quella svoltasi contro un altro musicista e scacchista: David Oistrakh.

Non dormivamo la notte per analizzare le combinazioni, quasi come se si trattasse del campionato del mondo

D. Oistrakh

Nel 1937, appena giunto a Mosca, lo scacchista Jàkov Ròhlin venne casualmente a conoscenza delle partite amichevoli tra i due grandi musicisti. Dopo averle analizzate, si accorse dell’altissimo livello di gioco dei due. Con grande entusiasmo, decise allora di organizzare un vero incontro, con pubblico, giudici e stampa. Non fu un’impresa facile: i due musicisti erano costantemente occupati dalle loro attività concertistiche. Finalmente, nel 9 novembre 1937, si tenne il primo incontro. Inutile sarà descrivere l’enorme riscontro che tale match suscitò nel pubblico. Il Circolo “I Maestri dell’Arte”, dove si tenne l’incontro, non riuscì a contenere tutti i desiderosi di partecipare, e in molti restarono nei corridoi e persino all’esterno.
Sembra effettivamente di rivedere le ultime immagini della miniserie “La Regina degli Scacchi”, dove all’esterno del Circolo, in strada, gli appassionati del gioco erano in massa a seguire i propri eroi attraverso la radio e il passaparola. Tale entusiasmo ed euforia da parte del pubblico suscitò nei nostri musicisti emozioni forti.

 Il commento dello scacchista amico Botvinnik, descrive bene quella partita: “Quella fu una lotta di caratteri: l’impetuoso Prokofiev, educato nello spirito degli scacchi russi ante rivoluzione (apriva col gambetto di re e altre simili aperture, ciecamente in attacco), e il prudente, sangue freddo Oistrakh, un scacchista moderno (preferiva le aperture chiuse, non rischiose e possedeva una tecnica sufficientemente elevata)”

 In partenza, il match doveva tenersi in 10 partite, ma a causa dei molti impegni dei musicisti si ridusse a sole 7, non senza provocare malcontento nei tifosi. Con un risultato di 4-3, venne infine proclamato il vincitore: David Oistrakh.
Il vincitore venne premiato con la coppa “Maestro dell’Arte”, mentre la parte vinta, secondo il regolamento era dovuta a suonare un concerto. Anche questa parte del regolamento non venne rispettata, ma questa volta per la gioia del pubblico: entrambe le parti tennero un concerto come conclusione dell’amichevole campionato.

L’epilogo di tutta questa storia è la destinazione di tutti compensi ottenuti sia dal match che dai concerti. I musicisti e l’associazione decisero di destinare il tutto per l’aiuto dei bambini spagnoli scappati dalla propria terra per fuggire dal generale Franco e in quel momento rifugiatosi in Urss.

Immerso nell’atmosfera scacchista da poco conclusasi, Prokofiev scrisse la sua prima Sonata per violino e pianoforte dedicandola al suo sfidante Oistrakh. Tale dedica fu considerata dal violinista il più caro dei regali ricevuti in tutta la sua vita.

La mente scacchistica di Prokofiev andò anche oltre a partite degne di un vero campione. Sebbene rimasti incompiuti, il compositore iniziò infatti degli abbozzi di una nuova scacchiera di forma esagonale. Non chiarendo bene le nuove regole su tale scacchiera, il tutto rimase in un cassetto, così come la stesura del balletto su tema scacchistico rifiutato dall’impresario Serge Djàghilev.

Gli scacchi e la musica sono stati il filo conduttore di molti musicisti russi e sovietici. D’altronde, come disse lo stesso Prokofiev: Gli scacchi sono la musica della mente.

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Linda Iobbi

Responsabile Multimedia

Made in Rome with vodka flavour. Mi piace osservare il mondo con gli occhiali del musicista, purtroppo pianista.

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