La doppia iscrizione al Conservatorio è sempre più realtà
di Redazione - 23 Novembre 2021
Spiravano forti i venti del fascismo quando, nel 1933, fu approvato il “Testo unico delle leggi sull’istruzione superiore”, meglio noto come regio decreto del 31 agosto, n. 1592. All’articolo 142 un piccolo comma vietava “l’iscrizione contemporanea a diverse Università e a diversi Istituti d’istruzione superiore, a diverse Facoltà o Scuole della stessa Università o dello stesso Istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa Facoltà o Scuola”, e probabilmente nessuno dei suoi estensori avrebbe mai immaginato che questa piccola norma, come gran parte del Testo Unico, avrebbe raggiunto quasi i 90 anni di vita, condizionando le vite di milioni di studenti, e plasmando i percorsi formativi di generazioni. A partire dall’anno accademico prossimo, però, grazie alla caparbietà di alcuni deputati, le cose potrebbero finalmente cambiare, sia per l’Università che per il mondo dell’Alta Formazione Artistica e Musicale.
Fino a qualche mese fa, infatti, i legislatori sembravamo poco inclini a dedicarsi al superamento di questo limite, dal momento che le contingenze del momento occupavano i lavori della Commissione Cultura e di tutto il Parlamento, e che questo tema non era considerato prioritario da nessun partito politico. Sul finire del 2020, però, come un fulmine a ciel sereno, il deputato Alessandro Fusacchia ha annunciato a sorpresa di essere diventato relatore del disegno di legge per il superamento del divieto di doppia immatricolazione presso le università italiane, formulazione che riunificava le proposte in questo senso depositate in Commissione Cultura.
Da allora sono stati fatti molti passi avanti: il testo è stato licenziato all’unanimità in Commissione e poche settimane fa è stato approvato, sempre all’unanimità, alla Camera dei Deputati. Inoltre, per facilitare l’ultimo miglio di questo percorso, ossia l’approvazione al Senato, ha preso forma la campagna “Doppia Laurea”: coordinata da Fusacchia ma trasversale tra le forze politiche, è un movimento di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica e dei potenziali fruitori di questa legge. Tramite questi incontri, una decina di deputati di vari partiti stanno organizzando negli atenei, nelle scuole e nei Conservatori momenti di confronto in cui spiegare il grande cambiamento che porterà questa norma.
Ed è proprio nei Conservatori che questa legge rappresenterà una svolta decisiva per le vite artistiche e professionali dei giovani musicisti italiani. Fino ad oggi, infatti, la doppia immatricolazione tra Conservatorio e Università è permessa con la pesante limitazione del conseguimento massimo di 90 crediti all’anno (ogni anno accademico, in entrambi i tipi di istituzione, gli studenti devono acquisire 60 crediti), limite che costringe lo studente che voglia avere una formazione multidisciplinare di questo tipo a iscriversi a tempo parziale ad una delle due istituzioni, con notevole dispendio di risorse e con conseguente spreco di tempo. Il testo originale della proposta Fusacchia lasciava invariato questo limite, ma grazie ad un emendamento dell’on. Michele Nitti (membro della Commissione Cultura già direttore d’orchestra e insegnante di Conservatorio) scritto con la collaborazione della Conferenza Nazionale degli Studenti dei Conservatori, anche su questo aspetto i Conservatori (e tutto il mondo dell’Alta Formazione Artistica e Musicale) sono equiparati all’università: dal momento dell’approvazione della legge, quindi, sarà possibile frequentare non solo liberamente università e conservatorio in maniera contemporanea, ma anche due corsi di Conservatorio (o di Accademia).
L’introduzione di queste novità per gli studenti di Conservatorio apre alla possibilità di creare profili multidisciplinari dal grande valore: chi vorrà potrà coniugare la musica con altri campi, da quello economico a quello giuridico; oppure potrà allargare il campo delle proprie conoscenze musicali, magari affiancando, ad esempio, a uno strumento lo studio della Composizione; o ancora potrà coltivare conoscenze e passioni divergenti e non necessariamente tese alla costruzione di una carriera unitaria (si ricordi, ad esempio, come Giuseppe Sinopoli fosse laureato in Medicina).
I tempi di attuazione di tutto questo sono ancora incerti: dopo la calendarizzazione al Senato e la successiva approvazione, probabilmente per inizio 2022, il Ministero dell’Università dovrà procedere alla pubblicazione di decreti attuativi e, successivamente, atenei e istituti AFAM dovranno adeguare i loro piani di studi e le procedure alla legge. Per tenere alta l’attenzione e assicurarsi un veloce passaggio al Senato, Fusacchia ha incontrato settimana scorsa il presidente della Commissione Cultura al Senato, il senatore Riccardo Nencini, per “studiare una formula legislativa accelerata per far sì che ‘Doppia Laurea’ diventi legge dello Stato già nelle prime settimane del prossimo anno.”
Bisogna fare presto, quindi, ma se la perseveranza di questi parlamentari non verrà meno proprio adesso, dall’Anno Accademico 2022/2023 centinaia di migliaia di studenti avranno più possibilità di scelta per il loro futuro. E tra di loro decine di migliaia di musicisti.
Carlo Mazzini