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Wolfgang Amadeus Mozart, il giocatore

di Marco Surace - 21 Novembre 2022

Da quando è nata, Quinte Parallele si propone di raccontare la grande musica e i suoi protagonisti sotto tanti aspetti, adottando una visione a 360°. Quando ci capita di parlare di una certa composizione, ad esempio, cerchiamo di analizzarne le note, di identificarne lo stile, di decodificarne il linguaggio e il messaggio, facendo riferimento anche al contesto storico e alla vicenda biografica del suo autore (i suoi ascolti, studi, incontri, il suo vissuto in quel determinato momento ecc.). Sognando con la musica e perdendoci tra fiumi di note, però, tendiamo generalmente a mettere in secondo piano – direi anche ragionevolmente, in una certa misura – tutto ciò che a che fare con la personalità, le passioni, gli hobby, gli interessi, le abitudini dei musicisti. Insomma, spesso ascoltiamo le loro splendide musiche ma non abbiamo che una minima idea di come potesse essere la loro vita quotidiana. Sì perché ciascuno di essi, compositore, esecutore o direttore che sia, è stato (oppure è) prima di tutto un uomo come tutti noi.

Vi siete mai chiesti in che modo si dilettasse, nel tempo libero, il buon Giuseppe Verdi? O a cosa giocasse Arnold Schoenberg? O, addirittura, in che modo il gioco d’azzardo abbia a che fare con la musica di Igor Stravinsky?

A tal proposito nasce la rubrica “Il musicista e il giocatore”, nel corso della quale avrete la possibilità di soddisfare alcune di queste curiosità e di inquadrare meglio le sfaccettate personalità dei grandi nomi della musica, a partire da…Wolfgang Amadeus Mozart!

Il grande compositore austriaco, considerato uno dei più importanti della storia della musica occidentale, non ha certo bisogno di presentazioni in quanto universalmente riconosciuto e apprezzato anche al di fuori della cerchia dei famosi “addetti ai lavori”. Questa celebrità è dovuta certamente alla qualità e raffinatezza delle sue opere, al grande impatto che ha avuto nel mondo musicale del Settecento e dei secoli a venire, ma anche alla sua fama di piccolo genietto: quello che a quattro anni suonava brevi pezzi, a cinque era già autore di alcune composizioni e a sei si esibiva in giro per le corti europee.
Per quanto talentuoso Mozart fosse, bisogna sempre ricordarsi che il Don Giovanni o il Requiem sono anche e soprattutto frutto dell’esperienza maturata grazie alle lezioni di grandi maestri, primo tra tutti il padre Leopold, e ai viaggi che lo hanno segnato e arricchito profondamente negli anni.

E’ innegabile che Wolfgang studiasse intensamente, ma sin da piccolo è stato tutt’altro che solitario e non passava le giornate rinchiuso a fare musica: momenti ricreativi e di esercizio fisico, occasioni di incontro all’aria aperta erano fondamentali per la famiglia Mozart, che faceva parte di una comunità i cui valori condivisi formavano un insieme integrato, che inglobava le competenze musicali all’interno del quadro sociale e religioso.

Amadeus era instancabilmente socievole: sappiamo che la sua famiglia veniva regolarmente invitata alle feste dell’amico Johann Ferdinand von Schiedenhofen. Nella sua residenza di Triebenbach, le attività ricreative erano le più disparate: danze, serenate, passeggiate, caccia, tiro a segno, feste a carte, sciarade, gite in carrozza, partite a biliardo e a birilli.

Erano tanti i giochi con cui Mozart si dilettava, ma ce ne sono alcuni che meritano una particolare attenzione anche per i simpatici aneddoti ad essi legati.

Primo tra tutti: il biliardo. Wolfgang lo amava – pare fosse anche abbastanza bravo – e ci giocava spesso con il suo amico, il tenore irlandese Michael Kelly, vincendo quasi sempre. Tra l’altro, tra i beni da lui lasciati alla sua morte, nel 1791, compare anche un tavolo da biliardo con cinque palle e dodici stecche.
C’è un episodio curioso che riguarda una partita tra Mozart e…sé stesso! Quando non riusciva a trovare un partner, Mozart si divertiva infatti anche a giocare anche da solo, come testimonia la lettera del 7-8 ottobre 1791, indirizzata alla moglie, nella quale il compositore scrive umoristicamente:

“E passiamo ora alle mie occupazioni quotidiane! Subito dopo la tua partenza ho giocato due partite a biliardo con il signor von Mozart (autore dell’opera che sta dando ora Schikander) [Il flauto magico, ndr] […] Poi ho detto a Joseph [oste della locanda, ndr] di chiamarmi Primus e di farmi portare un caffè nero, fumando nel frattempo una deliziosa pipa di tabacco.”

Insomma, il genietto salisburghese studiava e lavorava con grande dedizione ed impegno, ma sapeva anche godersi la vita e riempire le sue giornate coniugando l’utile e il dilettevole. Imparare nuovi giochi lo entusiasmava, tant’è che durante il suo terzo viaggio in Italia insieme al padre scrisse alla sorella Nannerl:

“Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in Fiera; non appena torno a casa ci giochiamo.” (Milano, 5 Dicembre 1772)

Questi aneddoti ci permettono di capire quanto il gioco fosse importante e presente nella vita quotidiana di Mozart, e a tal proposito forse vi starete domandando se e in che misura possiamo rintracciare questa dimensione all’interno sua attività quotidiana per eccellenza, quella del comporre musica. Da un lato è difficile, se non impossibile, immaginarsi una corrispondenza diretta tra la sua passione per il biliardo e un determinato passaggio musicale di uno dei suoi brani; dall’altro, però,  considerando il suo “ludico modo d’essere”, non è così inverosimile che egli infondesse nella sua musica il carattere del gioco sotto l’influenza del divertimento da lui vissuto durante un qualche momento di svago.
Come spiegare altrimenti il fatto che sulla prima pagina del manoscritto autografo dei 12 Duetti per due corni francesi K. 487, lo stesso Amadeus scriva “Wienn den 27.t Jullius 1786 untern Kegelscheiben” [Vienna, 27 luglio 1786, mentre giocavo ai birilli]? O ancora, pur non avendo le prove del fatto che Mozart gli abbia dato personalmente il soprannome, perché il Trio K. 498 verrebbe chiamato ancora oggi Kegelstatt (letteralmente il trio “della pista dove si gioca ai birilli”)? Naturalmente non possiamo dare per certo che ciò sia realmente accaduto, nel primo caso, o che sia opera sua, nel secondo, ma conoscendo il personaggio non farei fatica a crederlo.

Se fino ad adesso il Mozart che scopre, impara e si diverte con sempre nuovi giochi vi ha divertito, vi incuriosirà ancor di più sapere che il nostro talentuoso amico potrebbe essere riuscito a coniugare le sue due più grandi passioni, inventando un gioco musicale.
Della Anleitung zum Componieren von Walzern vermittels zweier Würfel (“Guida per comporre valzer per mezzo di due dadi…”) circolano versioni che risalgono al 1792 e al 1793, cioè a dopo la sua morte, e ancora oggi non è stato definito con certezza se sia attribuibile a Mozart o se il suo nome sia stato usato in virtù di una “speculazione mercantile”, considerando poi che essa non è inclusa nel “Verzeichnüß aller meiner Werke” (“Elenco di tutte le mie opere”), scritto personalmente da Mozart stesso. Questo Musikalisches Würfelspiel (gioco di dadi musicale) dà modo a chiunque, anche ai digiuni di teoria musicale, di comporre dei brani “originali” attraverso i dadi: ad ogni risultato del lancio corrisponde una determinata battuta musicale tra le 176 disponibili e, una volta terminati tutti i lanci richiesti, le varie battute vengono ordinate, dando così vita ad un brano musicale verosimilmente mai creato prima e allo stesso tempo molto simile agli altri (le combinazioni di valzer possibili sono 2×1114= 759.499.667.166.482).

Un altro gioco musicale, invece, sembrerebbe sia stato effettivamente creato da Mozart. Nell’opera registrata nel catalogo come K. 516f, il sistema per creare il brano musicale non ha a che fare con i dadi e i numeri ma con le lettere del nome di una persona.

Insomma, all’inizio di questo viaggio siamo partiti sapendo che Mozart ha influenzato profondamente il mondo della musica, ma adesso sappiamo anche che il mondo del gioco ha influenzato profondamente Mozart, e stiamo per scoprire che Mozart ha talmente condizionato la cultura occidentale fino al punto di diventare l’ispirazione per decine e decine di prodotti –  in primis le famose e deliziose Mozartkugeln, Palle di Mozart, create a Salisburgo nel 1890 dal pasticciere austriaco Paul Fürst –  e soprattutto di giochi: carte, modellini, giochi da tavolo o digitali e chi più ne ha più ne metta (per i più curiosi, a questo link ci sono alcuni simpatici esempi).
Tra tutti, un gioco in particolare è veramente singolare e merita un accenno: il gioco da tavolo ispirato al Flauto Magico.
Prodotto e commercializzato nel 1793 da Jo­hann Kerndörfer, il gioco riproduce fedelmente i costumi e le scenografie ideate da Johann Salomon Richter per lo spettacolo del 25 gennaio dello stesso anno, rappresentato da Josef Seconda presso il Theater am Rannstädter Tor di Lipsia.  Fa parte famiglia dei giochi di corsa a spirale: ci si muove in senso antiorario dall’esterno verso l’interno e vince chi arriva per primo al centro, ma il cammino del giocatore è regolato non solo dagli esiti dei dadi ma anche dalle caselle speciali che fermano o accelerano la sua avanzata. Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di gioco dell’oca, nel quale raggiungere il Tempio della Saggezza non sarà così semplice: sebbene tu possa ottenere il Waldflötchen (“flauto della foresta”) e saltare in avanti di numerose caselle, la Regina della Notte che giura vendetta ti farà muovere indietro.

Mentre attendete l’uscita del prossimo episodio della rubrica “Il musicista e il giocatore”, ecco per voi lettori una vera chicca: a questo link è possibile scaricare una recente edizione di Das Zauberflöten-Spiel  (2021) curata dell’Institute for Ludology and Playing Arts e della Mozarteum University Library, in cui viene ricostruita la sua storia e vengono proposte differenti modalità di gioco.

Marco Surace

Marco Surace

Segretario di Redazione

Laureato in chitarra classica al Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma e in Musicologia all'Università "La Sapienza". Nella mia quotidianità cerco di far convivere la mia ossessione per Maurice Ravel con l'entusiasmo della scoperta di nuove sonorità.

Innamorato perso del violoncello, della musica minimalista e della pasta al sugo. Ho una battuta o un meme per ogni occasione.

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