Ierofania, tutto il sacro di Pasolini

Il 2022 è l’anno pasoliano per eccellenza: con la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita dell’intellettuale friulano, tutte le discipline artistiche hanno espresso omaggi al suo poliedrico intelletto attingendo dai mille spunti disseminati nelle variegate produzioni di Pier Paolo Pasolini.

C’è stato poi chi ha deciso di fare le cose in maniera diversa, multidisciplinare, unendo più voci, più idee e più percorsi artistici in un unico spettacolo. Così, dall’input di un poeta che ha messo in moto una macchina di musicisti, legata a sua volta ad una grande scuola di Teatro è nata Ierofania, una grande produzione del FontanaMix Ensemble che andrà in scena per il Festival di Nuova Consonanza il 24 ottobre 2022 al Teatro Palladium di Roma.

Francesco La Licata, compositore e direttore dell’ensemble, traccia i contorni dell’opera partendo proprio dal titolo, che richiama da subito una tematica cara a Pasolini:

Ierofania è un termine che designa proprio la manifestazione del sacro. Il titolo nasce da un’idea del poeta Davide Rondoni, che ci ha dato l’input originario per creare questo affresco sonoro, una sorta di grande cantata che ruota al centro dell’idea di sacro nell’opera di Pasolini. E per opera non si intende solamente la creazione poetica, ma anche tutto il resto, e infatti Ierofania è un vero e proprio spettacolo multimediale con una forte componente visuale. E così abbiamo trovato un punto d’incontro tra compositori e artisti di altri mondi: ci siamo io, Franco Venturini, Valentino Corvino e Nicola Evangelisti, che poi ci interfacciamo con due grandi nostri predecessori. Bach e Bussotti infatti compaiono come apparizioni nel corso dello spettacolo, in tre diversi momenti pianistici all’inizio, a metà e alla fine.

Ierofania però è anche un grande esperimento sulla multimedialità, e sugli intrecci oltre che tra repertori di secoli distanti anche tra forme d’arte molto diverse tra di loro.

L’aspetto multimediale caratterizza la nostra attività come FontanaMix Ensemble fin dalla nascita, e oramai siamo arrivati a vent’anni di attività. Più in generale cerchiamo di lavorare sempre con altre discipline, per cercare di far capire alcune esigenze della musica contemporanea proprio attraverso le interazioni con altre arti. Abbiamo di fatto una vera e propria equipe di persone che lavorano attorno all’ensemble, per preparare uno o due progetti di punta per ogni anno: quest’anno è nato l’omaggio a Pasolini e ne è venuta fuori una sorta di cantata, o di oratorio, dove ci sono aspetti sonori, testuali, visivi, che si intrecciano e cercano di far capire tutto il complesso rapporto di Pasolini con la sua idea di sacro. È un qualcosa che emerge con grande forza quando parlava di Bach, soprattutto della Passione secondo San Matteo che era la sua opera preferita e che ha usato ampiamente. Il caso più emblematico sono le scene di accattone, dove a quella “bruttezza quotidiana” che tanto lo affascinava, Pasolini giustappone una musica così alta, così sacra creando uno stridore quasi insostenibile. E proprio da questa contraddizione mostrata così nitidamente genera la sua poetica.

Ierofania è però il frutto di un lavoro collettivo di musicisti prima di tutto: come avete fatto a conciliare le diverse menti creative, i linguaggi e i parametri espressivi in un tutto dotato di senso?

Il lavoro dei compositori è stato frutto di uno sforzo collettivo: nessuno ha scritto il proprio pezzo in autonomia e lo ha consegnato, c’è stata una collaborazione su tutti gli aspetti che poi ci ha aiutato a creare una fluidità nello svolgersi della musica e nell’immaginare tutto il progetto. E poi la cosa di cui andiamo più fieri poi è il lavoro di workshop che abbiamo fatto a monte di questo lavoro, e che è stato organizzato insieme agli attori della più bella scuola di Teatro di Bologna, la “Alessandra Galanti Garrone”, che ogni tre anni sforna dei ragazzi straordinari e da cui abbiamo preso gli interpreti che danno corpo al nostro spettacolo. Di fatto gli attori diventano un ensemble vero e proprio, sia perché nella mia parte compositiva li ho trattati come musicisti veri e propri, sia perché sono stati ripresi nella parte visuale come attori veri e propri, e in questa parte loro recitano seguendo alcune pose tratte da film di Pasolini, Uccellacci e Uccellini, Il Vangelo Secondo Matteo e Teorema.

Matteo Alì, uno degli interpreti di Ierofania

Lo spettacolo di Ierofania poggia molto però anche sulle parole vere e proprie di Pasolini, come abbiamo visto. In che modo riesce un compositore a fare entrare questi testi e queste parole nella propria musica?

Le parole di Pasolini poi hanno fornito spunti molto eterogenei a noi autori, e sono state usate non tanto come spunto testuale quanto come materiale sonoro: Franco Venturini, ad esempio, ha scritto per clarinetto basso ed elettronica usando alcuni dei fonemi tratti dai testi di Pasolini per filtrarli attraverso lo strumento. Valentino Corvino invece ha lavorato di più sul rapporto con le immagini, citando degli estratti da alcune delle Poesie Mondane, come ha fatto in qualche misura lo stesso Nicola Evangelisti nel suo brano per flauto basso ed elettronica.

La narrazione di quest’opera è fatta di quattordici stanze che rappresentano la continuità dello spettacolo e sono i miei brani, per ensemble vocale, chitarra elettrica e voce recitante, che danno una forma drammaturgica a questo spettacolo. Ogni due stazioni poi si susseguono i contributi musicali degli altri autori e i momenti multimediali.

Il centro dell’opera è comunque l’opera e il pensiero di Pasolini, le sue critiche allo stato borghese, alla Chiesa e al comunismo di partito sono tutte critiche mosse a chi ha smesso di cercare la verità e che sono ancora attualissime. È tutta una questione di lettura e rilettura da cui possiamo riattingere anche oggi. In questo esperimento con cui abbiamo intrecciato l’opera testuale e visuale della Passione secondo Matteo abbiamo cercato di essere fedeli a questa sua decisa scelta, una presa di posizione costante.

Ierofania è parte del più ampio progetto “I luoghi di Pasolini”, la rassegna del Festival di Nuova Consonanza in programma dal 21 ottobre al 20 novembre 2022 tra Roma e Udine. Il programma completo è disponibile qui, invece dettagli sullo spettacolo e l’acquisto di biglietti sono disponibili qui.

Articoli correlati