Franck e la sua scuola: rimembranze d’amore

Pensieri dal terzo appuntamento della stagione ‘L’universo di César Franck’ del Palazzetto Bru Zane di Venezia

Dopo il successo del weekend inaugurale e prima dell’interruzione pasquale, il Palazzetto Bru Zane ha aggiunto un ulteriore tassello alla riscoperta del repertorio di César Franck, protagonista di questa stagione primaverile.

Il terzo concerto si generava da un’informazione tanto essenziale quanto rivelatrice, dantescamente posta all’inizio del programma di sala:

César Franck ha dedicato quasi la metà delle sue composizioni alla voce

Alzino la mano tutti gli informati di questo preziosissimo terreno musicale di studio e d’ascolto.

E così, fra mélodies, duetti con pianoforte, motteti, cantate, oratori e opere liriche, Alexandre Dratwicki, direttore artistico del Palazzetto Bru Zane, ha scelto di cogliere il cosiddetto ‘d’une pierre, deux coups’ (la versione francese dei due piccioni e una fava) proponendo le mélodies nelle mani (e ugola) di due specialisti, pluriospiti delle stagioni veneziane e sempre apprezzati dal pubblico serenissimo, Tassis Christoyannis e Jeff Cohen.

Ciò che colpisce occhi e orecchie approcciando questo genere, è la grande capacità del compositore belga di rendere armoniosa ogni strofa, indipendentemente se scritta da esperti della parola come Victor Hugo, Alexandre Dumas e del fondatore del romanticismo letterario francese, François-René de Chateubriand o da poeti minori e misconosciuti. Un’abilità non da poco considerando quante opere riuscite a metà di grandi compositori (operistici e cameristici) vengono giustificate incolpando la scarsa vena poetica del librettista.

Sul lato strumentale, pur nella semplicità e nella linearità delle linee pianistiche, Franck sperimenta e cerca nuove strade che siano ritmiche o armoniche o di variazione strutturale: un’evoluzione continua che va dai primi anni post formazione accademica fino alla fine della sua vita.

E se le tematiche diventano quasi leziose fra primavere amorose e amori confessati o interrotti, o come detto dallo stesso Christoyannis, ‘dell’unica cosa che è certa, l’amore e non la morte’, i presenti si sono lasciati cullare in questo percorso morbido ed elegante.

Merito di questa estrema godibilità anche l’interpretazione e il fraseggio sempre pulito e teatrale del baritono greco, esperto del repertorio cameristico vocale francese, sensibilmente accompagnato dal pianista americano.

Non è la prima volta che le mélodies di Franck risuonano, eseguite dal medesimo duo, nel Palazzetto veneziano che è stato teatro della registrazione del cd che raccoglie l’integrale delle melodies (comprensivo dei duetti con il soprano Véronique Gens).

Sia chi aveva alzato la mano in precedenza sia quelli rimasti ancorati allo schermo possono recuperare gli ascolti, soffermandosi particolarmente sui brani L’Émire de Bengador (1847), Robin Gray (1843) e Le Sylphe (1843).

A fine serata, dopo un’ora di recital quasi continuativo, il baritono ha ringraziato i reiterati applausi con due bis: “Mai” di Gabriel Fauré e “Si mes vers avaient des ailes” di Reynaldo Hahn.

E se una volta ascoltati i brani, ormai appassionati a Franck, voleste recuperare questo concerto, verrà riproposto su Bru Zane Replay, il canale digitale gratuito del Palazzetto, dal 3 maggio prossimo.


© Matteo De Fina, cortesia del Palazzetto Bru Zane

L’evento 

Palazzetto Bru Zane – ‘Rimembranza
Sabato 9 aprile, ore 19.30

Tassis Christoyannis | baritono
Jeff Cohen | pianoforte

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