La chitarra di Angel Romero per Domus Artium

La nostra chiacchierata con il chitarrista Angel Romero, protagonista insieme a Nina Kotova del prossimo appuntamento di Domus Artium

Continuano gli appuntamenti di Domus Artium, la nuova rassegna di concerti-eventi, di cui abbiamo già parlato qui, che sta portando artisti tra i più prestigiosi al mondo negli scenari da favola dei castelli e delle dimore storiche di Roma e del Lazio. Dopo l’inaugurazione con Jean-Yves Thibaudet e Nina Kotova al Castello di Bracciano e il concerto di Hilary Hahn e Andreas Haefliger al Castello Ruspoli di Vignanello, questa volta è il turno delle sei corde con un solista d’eccezione come Angel Romero che si esibirà il 12 marzo al Castello Chigi di Castel Fusano insieme alla violoncellista Nina Kotova.

Il cognome Romero fa rima con “chitarra”: il musicista spagnolo è infatti tra i fondatori del quartetto Los Romeros, vera e propria ensemble di famiglia che per molti anni ha visto suonare insieme il padre Celedonio, istituzione della chitarra nel ‘900 e i figli Pepe, Celin e, per l’appunto, Angel. Nato a Málaga nel 1946, l’artista successivamente emigrò con la famiglia dalla Spagna franchista verso gli Stati Uniti dove negli anni è diventato un’istituzione della chitarra spagnola.

Dalla première nella West Coast americana del celebre Concierto de Aranjuez all’età di 16 anni, Romero si è infatti esibito con le più grandi orchestre americane e internazionali ed è stato insignito nel 2007 del Recording Academy President’s Merit Award.

Abbiamo fatto due chiacchiere insieme a lui riguardo all’evento che lo attende a Roma.

Il 12 marzo sarai a Roma al Castello Chigi di Castel Fusano, ma non è la prima volta che vieni da queste parti. Qual è la tua relazione con l’Italia e con il patrimonio musicale italiano?

Molte volte ho approfittato delle bellezze d’Italia e spesso è stata una delle mete preferite nel corso degli anni. Ho avuto modo di apprezzare l’incredibile patrimonio musicale di questo paese sia da chitarrista che da direttore. I compositori che più porto nel cuore sono Giuseppe Verdi e Antonio Vivaldi.

Per la cultura, tra le altre cose, gli ultimi anni sono stato a dir poco difficili. Cosa ha significato questo periodo per te in quanto musicista?

Sono stato fortunato a poter condividere questo momento così difficile con la mia famiglia e con i miei numerosi gatti e cani… la chitarra ha rappresentato per me una sorta di evasione musicale sempre disponibile.

Nel tuo cognome è scritta una parte della storia della chitarra classica dal Novecento in poi. Qual è invece il tuo rapporto con il repertorio contemporaneo del tuo strumento?

Amo la musica contemporanea di oggi. Il fatto però di essere cresciuto ascoltando quotidianamente l’opera e la musica composta da mio padre mi ha spinto ad avere nelle mie corde le composizioni meno sperimentali e più melodiche.

Tra poche settimane ti esibirai insieme alla violoncellista Nina Kotova, peraltro non per la prima volta. A quanto risale la vostra collaborazione e come riuscite a combinare insieme chitarra e violoncello?

La collaborazione con la mia cara amica, nonché strepitosa violoncellista, Nina Kotova è iniziata molti anni fa e nel tempo è diventata non solo un’amicizia musicale ma anche personale. Ogni collaborazione tra strumenti diversi deve avere come unico proposito quello di dare vita a forme uniche di bellezza musicale: portando la melodia nella sua forma più alta, il violoncello dà la possibilità alla chitarra di acccompagnare il suono con elementi ritmici ma anche melodici che si addicono così bene a questo strumento.

Puoi darci già qualche anticipazione del programma che avete scelto per il concerto a Castello Chigi?

Suoneremo musiche dal repertorio spagnolo che ci daranno la possibilità di esplorare modi diversi di dar vita a un’essenza musicale sia ritmica che melodica. Tra i compositori in programma ci sono Manuel de Falla, Isaac Albeniz, Francisco Tarrega e Garcia Lorca.


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