“Valorizzare i valorizzatori”: il Premio AISICO del Festival della Piana del Cavaliere

A partire da quest'anno, il Festival della Piana del Cavaliere ha istituito il premio AISICO, conferito a chi si sia distinto per meriti artistici e culturali

Il Festival della Piana del Cavaliere è una rassegna musicale che crede fermamente nella promozione culturale come mezzo per favorire il vivere civile e lo sviluppo della società. Grazie all’impegno del suo presidente, Stefano Calamani, della direttrice artistica Anna Leonardi, della responsabile dell’Ufficio Stampa Marta Balzar, il Festival ha portato la musica (e in generale la cultura) in diversi luoghi d’Italia, per stabilirsi quest’anno nella città di Orvieto.
Gli eventi di “Coincidenze” – questo il tema intorno al quale si è sviluppata la V edizione – sono stati numerosi e di varia natura (masterclass, conferenze, concerti sinfonici, cameristici, solistici ma anche manifestazioni legate al teatro e alle arti figurative), così come numerosi sono stati luoghi in cui si è svolto il Festival (teatri, palazzi, chiese ma anche scorci naturali).
Le iniziative, però, non si sono limitate solamente agli eventi performativi, divulgativi e didattici.
A partire da questa edizione il Festival della Piana del Cavaliere ha istituito il Premio AISICO per l’Arte e la Cultura. Questo premio, voluto e promosso dall’Azienda AISICO S.r.l. (sponsor principale del Festival),  verrà conferito ogni anno dal comitato artistico del Festival alle personalità che si distingueranno all’interno del panorama italiano per meriti artistici, a coloro che lasceranno un’impronta nel nostro tempo contribuendo allo sviluppo del settore culturale.



 

I vincitori del premio AISICO 2021 sono stati il tenore Francesco Meli e il soprano Serena Gamberoni, due affermati artisti che si sono esibiti nei più importanti teatri del mondo, e che sono stati premiati per la creazione, insieme al sovrintendente Claudio Orazi, dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova. La sua nascita ha permesso ai giovani cantanti di continuare a calcare il palcoscenico in un periodo difficile come quello della pandemia da Covid-19.
Il 5 settembre i due cantanti si sono esibiti in un Galà Lirico sul palco del Teatro Mancinelli, proponendo al pubblico alcune tra le arie più celebri e apprezzate della tradizione lirica (da Puccini a Leoncavallo, da Verdi a Bizet), arrivando a includere anche musiche di Manuel de Falla, che fonde sapientemente il mondo colto occidentale e quello popolare spagnolo.
A consegnare il premio ai due artisti è stato il Sindaco di Orvieto Roberta Tardani, che ha dato loro il Vaso-Libro, un’opera in ceramica dell’artista romano Riccardo Monachesi.

 

 

Cosa significa istituire il premio AISICO, così come creare l’Accademia del Teatro Carlo Felice, in un periodo come quello che stiamo vivendo? Si tratta innanzitutto di un segnale forte delle istituzioni musicali e dei Festival che, nonostante le numerose difficoltà dovute alla pandemia e le varie chiusure intermittenti dei luoghi dello spettacolo, si impegnano a continuare la loro opera di valorizzazione del nostro patrimonio culturale (materiale e immateriale) e del nostro capitale umano. A Meli e Gamberoni va sicuramente riconosciuto il merito di non essersi scoraggiati di fronte alle difficoltà del presente, di aver compreso quanto sia importante investire nell’alta formazione e nelle giovani eccellenze, dando ai ragazzi dell’Accademia la possibilità di continuare a formarsi e ad andare in scena. Ma naturalmente un plauso va anche al comitato artistico del Festival della Piana del Cavaliere, che ha saputo riconoscere il valore dell’iniziativa dei due affermati artisti in una duplice maniera: in primo luogo conferendo un premio e dando prestigio all’attività da loro iniziata, in secondo luogo permettendo ai solisti dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di esibirsi durante la rassegna (il concerto si è svolto il 4 settembre al Teatro Mancinelli) per dar loro l’occasione di mostrare i frutti del lavoro svolto nell’istituzione genovese.

 

 

Ci si chiede spesso, nell’ambito dell’insegnamento e della didattica: “chi forma i formatori?”. Ma non succede altrettanto di frequente di interrogarsi su chi si prenda la briga di “valorizzare i valorizzatori”, cioè su chi si impegna a dare atto del valore sociale e culturale di certe iniziative, come quella portata avanti da Francesco Meli e Serena Gamberoni. È incoraggiante vedere che c’è qualcuno disposto a caricarsi di quest’onere e ritengo sia veramente importante anche per noi scrittori-giornalisti-divulgatori mettere in risalto queste iniziative e continuare la “catena di valorizzazione”, dando loro il riconoscimento che senza dubbio meritano.

Marco Surace

 

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