Ambiente, musica e un cocktail alla Messiaen: i nostri quattro giorni al Festival Pianistico Bartolomeo Cristofori

A Padova, dal 15 al 19 settembre, l’Associazione Bartolomeo Cristofori ha promosso la quarta edizione del suo Festival Pianistico ispirato al musicista padovano che, unendo arte e tecnologia, diede vita a uno degli strumenti musicali più diffusi al mondo: il pianoforte.

Quest’anno la manifestazione, dal sottotitolo ‘Green New Music’, ha voluto ripensare in modo nuovo e più consapevole la propria organizzazione e programmazione, non solo al fine di ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche con l’intento di instaurare un dibattito virtuoso con cui poter porre le basi per un deciso contrasto, anche a livello artistico, all’incombente cambiamento climatico.

Il Convegno

Il Festival Cristofori si è aperto con due giornate di convegno nell’elegante Aula Nievo del Palazzo Bo, incentrate sul rapporto tra musica, cultura e sostenibilità e sulle modalità con cui le varie istituzioni culturali e le varie realtà musicali contemporanee, dovrebbero porsi nei confronti della crisi planetaria che stiamo vivendo. A intervenire sono stati docenti universitari, studiosi e professionisti provenienti dalle più importanti organizzazioni culturali italiane e internazionali, fra i quali Paolo Petrocelli, direttore generale dell’Accademia Stauffer, insieme a Francesco Giambrone, Barbara Minghetti, Francesca Moncada, Antonio Parente, Alberto Triola e molti altri.

Paolo Petrocelli

Petrocelli, durante il suo intervento, ha affermato: “io credo che sia il momento giusto per parlare di questi temi e di approfondirli in maniera trasversale, è assolutamente necessario lanciare dei messaggi in merito e farlo anche attraverso le manifestazioni musicali come appunto il Festival Pianistico Bartolomeo Cristofori. È fondamentale aprire un dibattito su temi così urgenti e così importanti all’interno del mondo culturale e, in particolare, musicale. Credo, ahimè, ci sia bisogno recuperare perché, ancora una volta, ci ritroviamo un po’ ritardo rispetto agli organi e alle istituzioni sociali ed educative europee che già da anni non solo discutono di temi ambientali ma stanno anche agendo con alcune iniziative importanti che consentono a organizzazioni culturali come i teatri, i musei, le gallerie di dare il loro contributo e, soprattutto, di sviluppare una nuova consapevolezza verso i problemi che appunto affronteremo in queste giornate. In Italia cominciano ad arrivare alcuni primi segnali molto importanti: diverse organizzazioni culturali, come per esempio il Teatro La Scala, hanno annunciato di voler mettere in atto un vero e proprio piano ‘green’.

Teatro La Scala

Immaginate dunque una grande struttura fortemente impegnata sulla produzione, che ha quindi a che fare in modo costante con la gestione di materie prime, che comincia da adesso a misurare in modo preciso e consapevole l’impatto che la propria attività ha sull’ambiente cercando di mettere in atto tutta una serie di azioni mirate: queste finalmente sono azioni concrete. Secondo me inizia a esserci molta più volontà di agire e ciò ce lo dimostrano anche le realtà culturali più piccole e, in questo senso, ci tengo a rivolgere i miei complimenti al Festiva Cristofori e alla sua organizzazione che sta appunto sollevando questi temi permettendo importanti discussioni che mi auguro possano portare presto a ulteriori azioni concrete”.

Sul palcoscenico

Oltre a cercare di comprendere le sfide e a trovare delle soluzioni che mirino a una maggiore sostenibilità ambientale, questa edizione ‘Green New Music’ del Festival Pianistico padovano ha proposto un’ampia varietà di concerti ognuno dei quali incentrato ad approfondire lo sguardo di un’epoca o di un autore sull’imprescindibile rapporto uomo e natura, creando un viaggio musicale che dal Settecento è arrivato fino alla musica contemporanea e al jazz.

Il concerto inaugurale si è tenuto nella magnifica sala del Teatro Verdi di Padova, protagonisti della serata sono stati la pianista Saskia Giorgini e il tenore inglese Ian Bostridge, una delle figure di spicco del panorama musicale e culturale contemporaneo e da molti considerato uno dei massimi interpreti del repertorio liederistico schubertiano. Il duo si è esibito in un concerto dal titolo ‘Il passo del Viandante – Uomo e natura nell’Europa dell’Ottocento’, in cui Bostridge ha magistralmente interpretato Die schöne Müllerin di Schubert.

Saskia Giorgini e Ian Bostridge. Foto di Marco Dal Carobbo

A introdurre il concerto sono state le parole di Adone Brandalise, Professore Ordinario di Teoria della Letteratura all’Università di Padova, che ci hanno portato a riflettere sull’esperienza romantica. Nella sua introduzione al concerto il Professore ha affermato: “Da Hegel fino a Carl Schmitt, si concepisce il romanticismo come una variopinta tela stesa sul mondo che in qualche modo tende a separare l’uomo da qualsiasi responsabilità e da qualsiasi effettiva concreta eccedenza sulle cose. Beh, in realtà si potrebbe dire che per molti versi, l’esperienza romantica letta e intervistata nell’autentica configurazione delle sue principali voci, dà a volte quasi la sensazione che la presunta debolezza che la caratterizzerebbe possa paradossalmente rovesciarsi in una penetrante evocazione di ciò che rende debole la supposta forza che la condanna. Da un certo punto di vista, forse, un personaggio come Schubert si presta particolarmente bene, perché il musicista viennese è indubbiamente quello che tutti noi conosciamo come un musicista eccezionalmente ricco, cordiale, comunicativo, coinvolgente, emozionante, forse “immediato”, ma in realtà la sua produzione è caratterizzata da una complessissima ricerca sulla natura attraverso il linguaggio musicale.

Prof. Adone Brandalise. Foto di Marco Dal Carobbo

I cicli liederistici di Schubert sono leggibili come delle allegorie che diventano simbolo di quello che potremmo definire il rapporto tra la sensibilità romantica e la natura. Pensiamo al ciclo cantato questa sera: c’è un giovane mugnaio, tutto carico della intonazione adolescenziale tipica della giovinezza, un ruscello, che col suo mormorare, sembra effettivamente concentrare in sé tutte le ambivalenze, le ambiguità, la forza seduttiva della natura, e una figura femminile che, congiungendosi col fanciullo, sembra riportare tutti i conti tra l’individuo e il mondo a un perfetto trionfale pareggio. Infine c’è la figura del cacciatore, che viene inserita in questo ipotetico grande sposalizio tra il sentire e il dire, traducendo la figura della doppiezza, della sensazione che le cose non siano come sembrino, della possibilità che si possa essere delusi. Si potrebbe dire che sia una storia esile, ma i suoi gesti sono per tanti versi le movenze del nostro rapporto con la natura e sono per tanti aspetti quelle che fanno sì che una modalità così romantica, così come smodatamente romantico è Schubert, possa finire per entrare in uno stretto rapporto con la nostra riflessione sulla natura in modo estremamente razionale e adeguato”.

La sera seguente, nella bellezza stupefacente della Chiesa di San Gaetano di Padova, il clarinettista Gabriele Mirabassi, uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale, e il pianista Enrico Zanisi si sono esibiti in un concerto jazz dal titolo Fight for Change – La natura del jazz. Il duo ha condiviso col suo pubblico alcuni principi musicali per loro irrinunciabili provenienti dallo swing, dal blues, dall’improvvisazione jazzistica, inseriti però in un repertorio incredibilmente originale, che affianca Cole Porter ai Lieder di Schumann e alle Sonate di Scarlatti osservate da un punto di vista totalmente nuovo e personale.

Gabriele Mirabassi e Enrico Zanisi. Foto di Marco Dal Carobbo

Cocktail a base di musica contemporanea

A concerto concluso, gli appuntamenti del Bartolomeo Cristofori sono continuati invitandoci a una delle sue singolari serate di musica contemporanea, i Late Night Concerts. Alle ore 23:00 di giovedì 16, il pianista Emanuele Stracchi si è esibito sul palco del Blended Bar suonando brani di J. Cage, T. Takemitsu, O. Messiaen, I. Fedele, una prima esecuzione assoluta di Upail. Un paesaggio d’acque di L. Mezzalira e un’altra prima assoluta di una sua composizione dal titolo Long Island. Ad accompagnare la musica di Stracchi c’erano degli ottimi drink ispirati al concerto e genialmente chiamati ‘Cage Libre’, ‘Sakemitsu’ e ‘Long Messisland’, mentre, per i più affamati, la cucina del Blended Bar ha offerto la ‘Kagel Bagel’, il ‘Rebecca Saundwich’, il ‘Wienerschinittke’, la ‘Reich Salad’ e un buonissimo ‘Toast Adès’. Il locale, oltre ad accogliere il pubblico del Festival Cristofori, ospitava anche gli amici della Taverna Maderna, un’associazione padovana che si impegna ad organizzare eventi di musica contemporanea con opere di giovani compositori e strumentisti italiani, e la abituale clientela del bar che, giunta per godersi un drink in compagnia, si è ritrovata davanti a un programma di musica contemporanea abbastanza complesso. Tuttavia, l’attenzione di questo eterogeneo pubblico non è mai venuta a meno, probabilmente complice è stata l’incredibile capacità comunicativa di Emanuele Stracchi e, sicuramente, anche l’alcol ha giocato un ruolo importante! All’interno del locale c’erano ragazzi che probabilmente non avevano mai assistito a un concerto di musica ‘classica’, ma che, tra un sorso di ‘Cage Libre’ e un morso di ‘Wienerschinittke’, se ne uscivano con un “Forte questa ‘roba’!

Emanuele Stracchi al Blended Bar. Foto di Marco Dal Carobbo

Ogni aspetto, concerto e intervento di questa brillante quarta edizione del Festival Pianistico Bartolomeo Cristofori è stato attentamente ideato al fine di contribuire con sinergie positive a un cambiamento sociale e culturale che mira alla sostenibilità ambientale come una sempre più diffusa pratica di vita. Mediante il focus privilegiato della musica, il ‘green’ ha coinvolto in questi giorni padovani i linguaggi scientifici, politici e artistici valorizzando a pieno, attraverso momenti più seri di discussione e serate più spensierate fatte di musica contemporanea e cocktails dai buffi nomi, l’impegno nei confronti dell’ambiente, della natura e del benessere collettivo.

‘Cage Libre’ e ‘Long Messisland’. Foto di Marco Dal Carobbo

Per noi di Quinte Parallele è stato un piacere prendere parte ai numerosi eventi del Festival e, in cuor nostro, speriamo di essere riusciti a suscitare delle riflessioni più ‘green’ anche in voi che, attraverso le nostre storie Instagram, i nostri resoconti e le nostre interviste, avete virtualmente partecipato insieme a noi alla ‘Green New Music’ Edition del Cristofori.

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