Romae Philharmonia Orchestra

nascita di una stagione

Autore: Michela Marchiana

17 Ottobre 2019
Ha il via quest’anno una nuova stagione concertistica a Roma, di una nuova realtà musicale, la Romae Philharmonia Orchestra.

Il progetto è nato nel 2016 da un’intuizione di Pasquale Pellegrino, giovane contrabassista diplomato al conservatorio di Santa Cecilia. L’idea che sta dietro alla Romae Philharmonia è quello di mettere in piedi in pianta stabile una realtà che sia al tempo stesso giovane, capace di affrontare programmi di repertorio lirico e sinfonico in maniera nuova, originale, senza però stravolgere o dimenticare le grandi tradizioni del passato, dando spazio ai giovani musicisti in formazione o appena formati dalle realtà della capitale e del centro Italia. Gli elementi dell’orchestra sono in gran parte giovanissimi e talentuosi, affiancati da alcuni elementi di maggiore esperienza, ma consapevoli di star portando avanti una realtà che, per gli appassionati della musica, e per chi crede ancora nel suo potere, è fondamentale.

Romae Philarmonia Orchestra

Ph. Iuri Botticelli

Non solo è un progetto nuovo, valido e giovane, ma ha sede principale in una zona periferica della Roma musicale: i concerti si svolgeranno nel quartiere Portuense, nella sala principale del SGM Conference Center Roma. Portare la musica classica, sinfonica, lirica e da camera in una zona di Roma inusuale oltre che meritare uno chapeau!, tanto di cappello, fa bene vedere come questo progetto rappresenti una sfida molto importante per una materia ormai sempre più difficile da affrontare, da ascoltare, da vivere. Riuscire a rieducare all’ascolto della musica, a coinvolgere e catturare un pubblico che vada al di là dei soliti appassionati e degli abbonati delle grandi istituzioni; un pubblico capace di raccogliere anche i semplici curiosi, quelli che magari camminando per il quartiere Portuense intravedano un giovane con una custodia di violoncello sulle spalle correre dentro un centro congressi e quindi si incuriosiscono, vogliono saperne di più, vogliono conoscere cosa sia un’orchestra e cosa può essere capace di fare in gruppo quel violoncellista che si affrettava.

Un obiettivo comune, un obiettivo principale: restituire al mondo della musica cosiddetta colta la freschezza e la leggerezza che solo i giovani possono darle, giovani talenti che hanno studiato con i grandi della passata generazione, ma che, rispetto a loro, magari possono dare una spinta in più al pubblico che crede che la musica classica sia “cosa da vecchi, con vecchi che la eseguono e vecchi la ascoltano”.

La sfida è decisamente grande vista da fuori, ma come si fa in concreto a mettere in piedi un progetto vincente in un settore in cui anche le realtà più strutturate fanno fatica?

La Romae Philharmonia si poggia su una squadra che affianca Pasquale Pellegrino, che si occupa della direzione artistica della stagione oltre, chiaramente, a ricoprire il posto che gli compete nelle fila dell’orchestra: per l’organizzazione generale di management e allestimenti composta da Lorenzo Casano e da membri dell’orchestra tra cui Adele Napoli, Yorgos Siopoudis, Morian Taddei, David Medina e Andrea Sernesi. Accanto all’organizzazione interna, la Romae Philharmonia gode del supporto di alcune delle realtà più attive nel campo della diffusione musicale di Roma, tra cui il Roma Opera Campus, la scuola Harmony International Music Academy, le Edizioni Ponte Sisto per la parte grafica e relativa ai programmi di sala, Oltre la Tastiera e La Salamandra, e naturalmente il centro SGM Conference Center ad offrire i propri spazi. La prima stagione nasce da questa molteplice sinergia e abbraccia un periodo che va da ottobre a giugno, con un concerto al mese, alternando i concerti sinfonici alle più intime serate cameristiche, culminando in un finale d’eccezione con un Gran Galà Operistico.

Romae Philarmonia

Ph. Iuri Botticelli

I programmi proposti, inoltre, affiancano a scelte più tradizionali e “di repertorio” autori spesso poco rappresentati nei cartelloni delle stagioni: risaltano il primo quartetto d’archi di Heitor Villa-Lobos, compositore noto ai più solo per la musica chitarristica e per le multiformi Bachianas Brasileiras, e la Capriol Suite per Orchestra d’archi di Warlock, compositore inglese autore di una grande riscoperta delle tradizioni prebarocche dell’isola delle due rose nei primi anni del ‘900.

Il direttore dei concerti sinfonici, uno dei quali sarà quello di apertura di stagione, è Vsevolod Borzak, giovanissimo di età, ma già maturo nel suo mestiere. Classe 1997, già cantante e pianista ha intrapreso lo studio della direzione d’orchestra con Simone Genuini, perfezionandosi poi con Bruno Aprea, Daniele Agiman , Marco Zuccarini, Fabrizio Ventura, Konrad Von Abel e Francesco Lanzillotta, di cui è oggi assistente. Studia attualmente Direzione d’Orchestra a L’Aquila presso il Conservatorio Alfredo Casella, sotto la guida di Marcello Bufalini. La sua ultima produzione prima del debutto con la Romae Philharmonia è stata a Taranto, alla guida dell’Orchestra del Festival Giovanni Paisiello, nella ripresa in tempi moderni dell’opera La finta amante del compositore pugliese.

A dirigere il Gran Galà finale sarà invece Giulio Arnofi, nato a Ferrara nel 1990, che si è formato nei Conservatori di Ferrara e Bologna ed ora si sta specializzando in direzione d’orchestra anche lui con il Maestro Daniele Agiman al Conservatorio di Milano, con cui sta approfondendo sia il repertorio operistico sia sinfonico. Tra le ultime orchestre che ha diretto occorre citare l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano, l’orchestra La Verdi di Milano e l’Orchestra e il coro dell’Opera di Stato di Varna, in Bulgaria.

Romae Philarmonia

Pasquale Pellegrino. Ph. Iuri Botticelli

Ulteriore grande merito del progetto è la parte della stagione che riguarda la musica da camera. Si è soliti, da musicisti, dividere le due cose: chi suona in orchestra raramente all’interno della stessa stagione farà parte degli ensemble da camera, salvo nelle istituzioni più grandi dove i singoli professori d’orchestra sono spesso anche affermatissimi solisti o appartenenti a prestigiose formazioni. Invece qui, gli ensemble cameristici, che suoneranno con e senza giovani solisti, sono membri fissi dell’organico orchestrale.

In conclusione, la prima stagione della Romae Philharmonia Orchestra si prospetta piena di impegno, piena di giovinezza, piena di lotta e speranza a sostegno di un genere musicale che, inutile negarlo, fatica a spaziare tra il pubblico, adulto e non. Chissà che non riesca questa stagione, che sicuramente sarà la prima di molte, a riaccendere nel panorama romano, e non solo, l’interesse e il fuoco vivo nei confronti di questa musica.

Michela Marchiana

Teatro Regio Parma – Accademia Verdiana

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