La bellezza e la salvezza di El Sistema Italia

bbiamo già avuto modo di conoscere e apprezzare il modello didattico venezuelano El Sistema, l’illuminante progetto nato dall’iniziativa del Maestro José Antonio Abreu, ex Ministro della Cultura candidato al Premio Nobel per la Pace, che più di 40 anni fa riconobbe nella musica l’ancora di salvezza per migliaia di bambini e ragazzi che rischiavano di perdersi nelle spire della malavita.

Autore: Giulia Cucciarelli

31 Maggio 2017
Ricordiamo qualche numero: 500.000 alunni, 300 nuclei attivi, più di 125 cori giovanili e 30 orchestre sinfoniche in tutto il Paese, e se servisse qualche esempio per spiegare cosa ha donato El Sistema al mondo della musica, basti citare l’ormai celeberrimo direttore d’orchestra Gustavo Dudamel e l’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar, e si potrebbe continuare elencando molte altre personalità che stanno facendo strada in Venezuela e non solo.

Tutto questo può apparire come una favola che addolcisce i tempi cupi creati da una crisi economica e politica che sembra non avere fine, con scontri di piazza e manifestazioni che terminano in tragedia e non fanno più notizia, insanguinando lo splendido Paese bolivariano e colpendo duramente un popolo forte e combattivo.

El Sistema sembra così un progetto interessante ma lontano, figlio di una terra ancora più lontana e abbandonata a se stessa.

In realtà questo modello è stato adottato con successo anche in Europa, soprattutto in Italia; già, perché l’Italia, pur non essendo sull’orlo di una guerra civile né sulle prime pagine di mezzo mondo per la mancanza di beni di prima necessità, possiede su scala ridotta tutte le problematiche delle grandi metropoli.

Chi pensa che il nostro sia un Paese meno difficile, si fermi a riflettere su questi dati: il fenomeno dell’abbandono scolastico in Italia interessa il 17,6% dei giovani, ovvero circa 750.000 ragazzi, contro una media europea del 12,8%. Il Bel Paese resta ormai lontano dall’obiettivo europeo del 10% per il 2020.
Restando in ambito scolastico, uno studio del’Istat rivela che più della metà dei ragazzi italiani è vittima di bullismo, e da settembre 2015 a giugno 2016 l’Associazione Telefono Azzurro ha gestito circa 1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo e il dato più grave è che l’età delle vittime si sta abbassando, il 22% dei casi infatti riguarda bambini con meno di 6 anni.

Tutto questo diventa emergenza se pensiamo ai contesti maggiormente a rischio, dove i giovani sono più esposti ai richiami della criminalità organizzata.

Come correre ai ripari?

Claudio Abbado era solito dire: “la bellezza salverà il mondo e lo farà una persona alla volta.” E proprio Abbado è stato uno dei maggiori sostenitori del progetto Abreu in Italia, tanto da diventarne il primo Presidente Onorario. Folgorato sulla via di Caracas, ne fece un suo proposito, convinto che disciplina, cooperazione e lavoro di squadra fossero la svolta per offrire un futuro ai giovani, specialmente nelle aree ad alto tasso di criminalità. D’altronde il termine “conservatorio” deriva proprio da questo, dall’usanza risalente al XV secolo di iniziare alla musica bambini e ragazzi ospitati negli orfanotrofi pubblici, al fine di “conservarli” dai rischi della strada.

Il trascorrere dei secoli non è mai riuscito a scalfire il potere salvifico di note e spartiti, e così dal 2010 ad oggi sono già 10.000 i giovani che hanno preso parte al progetto promosso da Federculture e dalla scuola di musica di Fiesole, con 70 nuclei distribuiti in 16 regioni italiane, dove per “nuclei” si intende centri didattici permanenti che svolgono attività musicali secondo i criteri de El Sistema.
Il Sistema Orchestre e Cori Giovanili e Infantili in Italia Onlus si propone di rivoluzionare la scala dei valori per abbattere barriere e promuovere lo scambio interculturale, ridimensionando disagio e dispersione scolastica, agendo sulla povertà economica, ma soprattutto su quella educativa.

A giudicare dai risultati, ci riesce: a Napoli l’Orchestra Sinfonia dei Quartieri Spagnoli, con sede in una zona dove risiede il 10% dei minori del capoluogo campano, ha un calendario di impegni fittissimo, coinvolgendo 37 ragazzi senza alcun onere economico (come in tutti i nuclei, lo strumento viene dato in dotazione gratuitamente) o preparazione pregressa.

Restando nella città partenopea, continua a fare notizia l’Orchestra Giovanile Sanitansamble, nata nel 2008 nel Rione Sanità, sull’impronta del modello venezuelano; 80 giovani, divisi in due formazioni orchestrali -Orchestra Junior e Orchestra Senior- sotto la guida di 14 insegnanti, hanno avuto occasione di esibirsi per Papa Francesco, il Presidente Emerito Giorgio Napolitano, la Duchessa di Cornovaglia, oltre a vari incursioni in programmi televisivi, lasciando da parte degrado e marginalità per aprirsi ad un futuro che qualcuno non credeva possibile.

Un ambiente sano e stimolante, che responsabilizza i bambini e le loro famiglie, promuovendo l’apprendimento della musica: tutto questo esiste e non se ne parla mai abbastanza, perché “la musica- scriveva Victor Hugo- esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio“.

Continua ad incantare la Capitale l’ORCHESTRA GIOVANILE DI ROMA, 50 strumentisti dai 15 ai 21 anni in grado di eseguire elaborazioni di pagine sinfoniche, opere o musica popolare nei contesti più disparati.
Nata nel 2001, ha partecipato ai più prestigiosi festival nazionali e internazionali, alternando concerti di musica leggera al jazz e alla musica classica; nel 2013 le è stata dedicata un’intera rassegna e nel 2015 ha tenuto otto concerti in Francia, oltre al concerto di chiusura del Reate Festival al Teatro Vespasiano di Rieti.

Difficile riuscire ad elencare tutti i nuclei, dal pionieristico Coro Manos Blancas del Friuli di San Vito al Tagliamento alla Casa della Musica di Genova, dal Progetto “Le Piagge” di Firenze all’Associazione Mediante di Bologna; e poi il Piccolo Coro del Rendano di Cosenza, la Scuola Popolare di Musica di Torino, il Coro e Orchestra giovanile di Brancaccio a Palermo, il L.A.M.S. di Matera, la Music Academy di Ascoli Piceno, l’Orchestra giovanile I flauti di Toscanini di Avezzano e MusicaInGioco di Bari.

Tutte le realtà locali fanno capo al Sistema nazionale che ne gestisce il funzionamento, e in occasione della XX edizione del Concerto di Natale del Senato, lo scorso dicembre, è stata battezzata l’Orchestra Giuseppe Sinopoli, che prende il nome dal grande direttore veneziano che appoggiò con entusiasmo il sogno di José Antonio Abreu in Venezuela; l’orchestra è formata da circa 70 ragazzi dagli 11 ai 20 anni, provenienti dai vari nuclei, che si preparano insieme.

Insieme all’Orchestra, un Coro delle Voci Bianche e un Coro Mani Bianche, formato da bambini e adolescenti con disabilità psicofisiche che interpretano la musica attraverso il linguaggio dei segni. Il progetto venezuelano, ora definitivamente radicato anche in Italia, è ambizioso e coraggioso.

In un’intervista al Financial Times del 2013, a proposito del M° Abreu Gustavo Dudamel affermava: “Quando lui ti guarda, non guarda te per come sei ora. Ti vede tra 10 anni“. La lungimiranza de El Sistema ha portato fortuna, ma anche l’emulo italiano sta crescendo in forze, e i tanti appuntamenti ne sono la prova: oltre alle Giornate Nazionali di raccolta di strumenti musicali, organizzate a Roma, Milano e Bari, grazie alle quali sono stati raccolti più di 1000 strumenti usati da utilizzare nei diversi nuclei, a luglioa luglio sarà presente al Festival di Giffoni e a fine giugno tutti i cori mani bianche in Italia celebreranno Pistoia capitale della cultura 2017.

Fin qui sembra proprio che il Maestro Abbado ci abbia visto giusto, e se la bellezza salverà il mondo, siamo sulla buona strada.

Giulia Cucciarelli

Teatro Regio Parma – Accademia Verdiana

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