Bulgari, Santa Cecilia e il futuro della musica in Italia
C’è musica a Roma? A quanto pare si. E non è una notizia da poco, direi. O almeno questo era quel che mi veniva da pensare andando all’inaugurazione della rinata scalinata di Piazza di Spagna. L’evento di per sé non rientra nelle mie preferenze abituali, ma la presenza di un concerto “di battesimo” per Trinità dei Monti con l’orchestra di Santa Cecilia ha immediatamente attirato il mio interesse.
E non il mio soltanto.
E non il mio soltanto.

Autore: Filippo Simonelli
23 Settembre 2016
Da Romano non potevo non apprezzare il solo fatto di prendere in consegna un’onere come il restauro. Ma il fatto che si è scelto di aprire al pubblico la scalinata con la miglior musica getta una nuova ulteriore luce su questa scelta.
Ora, potremmo stare a parlare molto a lungo di come si sia svolta la serata, sull’organizzazione, sulle code, su alcune sviste di regia o altri elementi di folklore.
Ma qui interessano poco queste mondanità, quindi mi perdonerete se voglio soprassedere (e abbiamo una gallery per questo).
Andando invece a guardare aspetti un po’ più sostanziali. A costo di sembrare ripetitivo, vorrei porre l’accento ancora sul fatto che per un evento del genere è stato scelto uno spettacolo non facile. Eppure ha raccolto migliaia e migliaia, a spanne avrei detto anche decine di migliaia, di persone assiepate in piedi per assistere ad un concerto orchestrale.
Certo, il rischio di compiere scelte banali nel repertorio c’era, col solo fine di aggraziare il pubblico. Mi perdoneranno Mozart, Rossini e Bizet, e non mi genufletterò mai abbastanza per quel che sto per dire, ma se il concerto si fosse limitato al loro repertorio ci sarebbe stato un po’ di amaro in bocca.
Aggiungere il “Cappello a tre punte” di de Falla, come omaggio alla Spagna a cui la piazza è intitolata, è stata la perla che non mi ha fatto rimpiangere di aver trascorso più di due ore in piedi piuttosto pressato da signori anche piuttosto scorbutici.
[Santi Mozart, Rossini e Bizet perdonatemi]
Ora, potremmo stare a parlare molto a lungo di come si sia svolta la serata, sull’organizzazione, sulle code, su alcune sviste di regia o altri elementi di folklore.
Ma qui interessano poco queste mondanità, quindi mi perdonerete se voglio soprassedere (e abbiamo una gallery per questo).
Andando invece a guardare aspetti un po’ più sostanziali. A costo di sembrare ripetitivo, vorrei porre l’accento ancora sul fatto che per un evento del genere è stato scelto uno spettacolo non facile. Eppure ha raccolto migliaia e migliaia, a spanne avrei detto anche decine di migliaia, di persone assiepate in piedi per assistere ad un concerto orchestrale.
Certo, il rischio di compiere scelte banali nel repertorio c’era, col solo fine di aggraziare il pubblico. Mi perdoneranno Mozart, Rossini e Bizet, e non mi genufletterò mai abbastanza per quel che sto per dire, ma se il concerto si fosse limitato al loro repertorio ci sarebbe stato un po’ di amaro in bocca.
Aggiungere il “Cappello a tre punte” di de Falla, come omaggio alla Spagna a cui la piazza è intitolata, è stata la perla che non mi ha fatto rimpiangere di aver trascorso più di due ore in piedi piuttosto pressato da signori anche piuttosto scorbutici.
[Santi Mozart, Rossini e Bizet perdonatemi]
L’Articolo completo continua sul nostro blog
Qui di seguito la nostra Gallery del concerto

Written by Filippo Simonelli
Fondatore di Quinte Parallele, Alumnus LUISS Guido Carli, Università Cattolica del Sacro Cuore e Conservatorio di Santa Cecilia
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